Pattini d’argento – Mary Mapes Dogde

Bentrovati al nostro appuntamento con i libri! Voglio aprire il 2022 con un libro legato alla mia infanzia…
Qualche giorno fa, sono andata a fare un giro con un'amica e ci siamo imbattute in un mercatino di libri! Potevamo non curiosare?? Ovviamente no! Ed ecco che tra i tanti volumi ho trovato questo… l'ho subito acquistato, anche perché è uno dei romanzi preferiti di mia madre, e da piccola me ne parlava sempre!
 
Il romanzo, scritto da Mary Mapes Dogde e datato 1865 è
 
Pattini d'Argento.
 
Trama: In questo libro si parla di Hans e Gretel, i protagonisti, e dei loro numerosi compagni.Gretel e' una ragazzina povera, ma allegra, felice e gentile; anche Hans ha lo stesso carattere della sorella Gretel; accanto a lui tanti altri ragazzi: ci sono Peter, un ragazzo ricco, ma lo stesso gentile e generoso; Karl, un ragazzo altezzoso e anche un po' razzista nei confronti di Gretel e Hans; Ben, un ragazzino inglese molto curioso e molto fiero del suo paese; Jacob, piuttosto corpulento e un po' tonto. Ci sono anche le ragazze: Hilda, una ragazza ricca ma generosa e brava; Annie, la migliore amica di Gretel e Hans (del quale sembra essere leggermente innamorata); Katrinka, dolce e carina; Rychie, scontrosa e altera.Questi ragazzi vivono a Broek, in Olanda: il libro ne parla come di un paese splendido,pieno di canali sui quali si pattina l'inverno e dighe.Le avventure incominciano con l'annuncio di una gara di pattinaggio: il premio sarà un paio di pattini d'argento, uno con le frecce per i maschi e uno con i campanellini per le femmine.
 
Mary Mapes Dogde nacque a New York nel 1831 dove lavorò in parecchie riviste. A trentaquattro anni pubblicò questo romanzo che si rivelò subito un grande successo. Si spense sempre a New York nel 1905.
 
Un romanzo commovente, vista la vita dei due giovani protagonisti, che sono sicura entrerà subito nei vostri cuori, come è successo a me.
 
Buona lettura!

Rubrica a cura di: Ramona

Anima Bella – al cinema dal 28 aprile 2022

Gioia ha appena compiuto diciotto anni ma la sua vita, che dovrebbe essere caratterizzata dalle preoccupazioni e dai pensieri tipici dell’adolescenza, è invasa da un problema insormontabile: suo padre, l’unica persona cara che le resta al mondo, è soggiogato dal gioco d’azzardo.

Ancora una volta Dario Albertini decide di raccontare una storia adolescenziale, dopo il suo esordio Manuel presentato alla Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia, ci catapulta nella sacrificata vita di Gioia, interpretata da Madalina Di Fabio, ragazza solare e volenterosa che passa le sue giornate prendendosi cura del padre e della comunità che la circonda fin quando la ludopatia dell’uomo che più ama, dell’unico affetto che le rimane, non inquina la loro semplice esistenza.

Un gesto, una parola, abbracci sparsi, la dimensione umana e sociale di Gioia – orfana di madre – trova nel rapporto col “babbo” Bruno l’apice di uno stare al mondo che è votato al bene senza nulla a pretendere.
Ma un’ombra, il demone del gioco d’azzardo, infiniti debiti, costringeranno la ragazza a prendere in mano la vita di quell’amato padre.

Rubrica a cura di: Ilaria

Le fate ignoranti – La serie su Disney +

La storia è nota: Le fate ignoranti è un film del 2001 di enorme successo, la pellicola che lancia Ferzan Ozpetek tra i registi più in vista del cinema italiano.
La serie in onda su Diney + si sviluppa in 8 episodi e vanta un cast stellare. I protagonisti sono una donna e un uomo, legati dalla stessa persona: lei è Antonia (nella serie Cristiana Capotondi), lui è Michele (Eduardo Scarpetta). La prima è la moglie di Massimo (Luca Argentero), il secondo è l’amante. Le loro vite entrano in rotta di collisione quando Massimo muore in seguito a un incidente stradale. Antonia entra così nel mondo segreto del marito, che riguarda non solo l’amante, ma tutti gli amici di quest’ultimo.
 
La serie cambia volto rispetto al film originale di Ferzan Özpetek, che ha rivoluzionato il nostro cinema. L'opera, scritta con Gianni Romoli, sfrutta la dimensione seriale per tessere importanti e significative storie di vita, espandendo il nucleo centrale della trama. Tale direzione, attuale e perfettamente adatta ai nostri tempi, rovina un po' la magia del lungometraggio del 2001. Ma inevitabilemente nei vent’anni che separano film e serie, il mondo è cambiato, e in primo luogo forse proprio la percezione collettiva verso coloro che un tempo venivano tenuti ai margini poiché considerati “diversi”.
Forse in pochi sanno che un quadro intitolato "La fata ignorante" (che dà il titolo al film e alla serie tv) esiste davvero. Lo ha dipinto René Magritte, pittore belga considerato uno dei principali esponenti del surrealismo. L'opera che si vede nel film del 2001, e che dà inizio alle peregrinazioni di Antonia, viene attribuito dalla sceneggiatura a Joseph Lanti, un autore inesistente inventato dalla fervida fantasia di Gianni Romoli. Nella serie, la riproduzione del quadro di Magritte è stata realizzata da Michele (Eduardo Scarpetta) e da lui donata a Massimo con una dedica poetica.

Rubrica a cura di: Ilaria

Laura Pausini. Piacere di conoscerti – La vita di Laura Pausini su Prime Video

Oltre 70 milioni di album venduti, quasi 30 anni di carriera e ancora molto da raccontare di sé. Laura Pausini si mostra in veste inedita in ‘Piacere di conoscerti‘, il film di Amazon Original nato da un’idea della stessa cantautrice e in arrivo su Prime Video (e in 240 Paesi e territori in tutto il mondo) il 7 aprile. Diretta da Ivan Cotroneo, la Pausini regala ai fan un viaggio nella sua vita, svelando la domanda che si è sempre posta sin dai suoi inizi: cosa sarebbe successo se, quella sera del 1993, non avesse vinto il Festival di Sanremo?
 
Laura avrebbe vissuto tutt’altra vita, avrebbe gestito un negozio di ceramiche e avrebbe continuato a seguire la passione del piano bar. Sarebbe stata una mamma single di un maschietto: Marcello. 
Quello che colpisce è lo sviluppo narrativo con l'artista non famosa e il lato fragile e il senso di solitudine che emergono da chi ha vissuto, invece, una esistenza piena di premi e successi planetari. Non è solo il racconto della vita e della carriera della Pausini con molti risvolti inediti, ma è anche un film che vede al centro la stessa artista compiere un viaggio introspettivo.

Rubrica a cura di: Ilaria

Corro da te

Remake del film francesce del 2018 Tutti in piedi (diretto da Franck Dubosc), Corro da te, la nuova commedia di Riccardo Milani, è una bella sorpresa.
Perché a differenza di molte commedie contemporanee, Milani riesce ancora una volta a destabilizzarci e a farci sorridere amaramente e in modo intelligente della realtà narrata. Mette a fuoco le storture del mondo e ne ride amaramente.
Viene raccontata in forma di commedia irriverente un frammento di realtà “vera”, non banale, non patinata. Lei è in carrozzina. Lui è un playboy inguaribile e seriale. Per conquistarla si fingerà a sua volta disabile. Come andrà a finire?

Un tema delicato affrontato in modo spiazzante ed efficace. Al contempo pudico e politicamente scorretto.
 
L’autore pare dirci: noi siamo tutti Gianni (il protagonista), machisti, malcresciuti, egoisti, infantili.
Se almeno come lui aprissimo gli occhi…Gianni infatti non potrà far altro che cambiare prospettiva su molte cose. La vita, l’amore, la disabilità. Imparerà che l’unico vero handicap è l’assenza di forza d’animo, per ritrovarsi infine totalmente cambiato sul piano professionale e personale.
Per dirla con le parole di Ezio Bosso: «Sono un uomo con una disabilità evidente in mezzo a tanti uomini con disabilità che non si vedono».

Rubrica a cura di: Ilaria

Alessandro Cattelan su Netflix alla ricerca della felicità

Nuova avventura su Netflix, in 6 episodi, dal 18 marzo per Alessandro Cattelan che cerca indizi sulla felicità. 
Nel docu-show "Una semplice domanda" viaggia in Italia e all'estero, si interroga, si confronta con gli altri, per cercare di capire da cosa possa scaturire la felicità, in che modo sia legata a famiglia, amore, dolore, fede, e anche come sia legata a tutte le altre emozioni.
 
Tanti personaggi, in luoghi e situazioni differenti, lo aiutano a portare avanti queste riflessioni: da Roberto Baggio a Geppi Cucciari, Elio, Francesco Mandelli, Paolo Sorrentino, Gianluca Vialli.
L’idea di questo nuovo show nasce in una sera d’estate da una riflessione di Cattelan in risposta ad una domanda, solo in apparenza semplice, di sua figlia: - Papà, come si fa a essere felici? -. 
Ed è proprio la ricerca di risposte che ha portato Cattelan a viaggiare, in Italia e all’estero confrontandosi e condividendo esperienze uniche con i suoi compagni di viaggio.
E in questo contesto originale, lontano dagli studi televisivi, Cattelan cerca nuove forme di comunicazione e si mette a nudo, condividendo un lato di sé che finora era rimasto sconosciuto.

Rubrica a cura di: Ilaria

Il filo invisibile – una produzione Netflix Italia

Il filo invisibile non si concentra solo su questi aspetti, ma parla di identità e di “diritto all’amore”, di quel filo invisibile che unisce tutti, non solo Leone a Paolo e Simone, ma anche a Tilly, alla zia, e a tutti gli affetti veri che non hanno bisogno di riconoscimenti ufficiali.

Rubrica a cura di: Ilaria

Belfast – Il film candidato a 7 premi oscar arriva al cinema

Esce al cinema il 24 febbraio il film forse più personale del registra Kenneth Branagh, che ha girato la pellicola modellando la storia sulla sua esperienza diretta di bambino, cresciuto proprio nella città irlandese.

Girato in bianco e nero, il film ha ottenuto 7 nomination agli Oscar, risultando il favorito non solo come Miglior film, ma anche in tutte le altre categorie.

Il motivo è semplice. In Belfast non c’è mai né troppa dolcezza né troppo dramma, ma una giusta misura che mantiene il racconto di formazione di un bambino di nove anni in un mondo improvvisamente capovolto. L'infanzia felice di questo bambino viene travolta dai tumulti sociali irlandesi di fine anni Sessanta, il film racconta la sua famiglia, i suoi guai e il luogo del cuore: quello dove si nasce e si torna sempre.

Cambia tutto e a tutto si cerca di porre rimedio, se non di sua iniziativa, allora con l’aiuto dei genitori, in lotta se restare o no in città per il bene della famiglia. Ma si ride anche parecchio e si balla.

Questa storia divertente, tenera e intensamente personale di questo bambino di 9 anni (alter ego del regista) regala al pubblico 90 minuti di pura poesia!

Rubrica a cura di: Ilaria

Su Netflix è arrivata Fedeltà – La serie tv tratta dal romanzo di Marco Missiroli

Il titolo è abbastanza eloquente: Fedeltà

E allora ti domandi perché mai Netflix lanci una serie così proprio il 14 febbraio, in pieno San Valentino.

Innanzitutto si ispira all'omonimo romanzo di Marco Missiroli, finalista al 73° Premio Strega e vincitore del Premio Strega Giovani, e poi la serie ha un setting completamente diverso dal solito: non ci rifila la prevedibile storia della coppia stanca, o lo stereotipo de "il matrimonio uccide il desiderio", anzi i due protagonisti, Carlo e Margherita, sono affiatati. Dunque la loro crisi non si spiega o, almeno, non si spiega se uno prende a riferimento il manuale dei cliché amorosi.

Al centro del libro di Missiroli, e di riflesso della serie tv di Netflix, non c'è tanto, o solo, la fedeltà coniugale ma prima di tutto la fedeltà verso se stessi. Quanto rinunciamo a noi stessi pur di dare vita all'idillio coniugale? E nel momento in cui questo si incrina, cosa resta di noi? La domanda non è certo banale...donarsi all'altro implica per forza di cose una rinuncia a qualcosa. Bisogna fare spazio all'altro ed è giusto così. 

Rubrica a cura di: Ilaria

La Dolce Vita – Fedez feat. Mara Sattei e Tananai

Dopo "Mille" con Orietta Berti e Achille Lauro, Fedez ritorna nel mood "tormentone estivo". Nelle scorse ore è stata pubblicata "La dolce vita", il nuovo brano anticipato negli scorsi giorni, e che vedrà protagonista, oltre al rapper milanese, due giovani artisti che hanno già collaborato con lui: da una parte il suo assistito Tananai, dall'altra una delle giovani voci più interessanti del panorama italiano, Mara Sattei.

"La dolce vita", come raccontato nell'ultimo post su Instagram da Fedez, ha un sapore particolare, anche solo raccontando il contesto in cui è stata registrata la prima volta: "Tre giorni prima dell’operazione per la rimozione del pancreas ho deciso di andare in studio a registrare le voci di questa canzone a cui stavo lavorando prima che la mia vita cambiasse così repentinamente, credo di averlo fatto un po’ per distrarmi da tutto quello che mi stava accadendo ma anche perché non avrei saputo le condizioni successive all’intervento e se mai sarei stato in grado di cantare nel breve periodo".

In un omaggio musicale agli anni 60 prodotto da D.Whale, nome d'arte del producer Davide Simonetta, "La dolce vita" è un racconto estivo, in cui la narrazione del viaggio viene accompagnata dalla sensazione di mancanza dei tre protagonisti per il proprio partner.

Proprio Fedez canta nella prima strofa: "Prenditi il mio letto lasciami un pezzetto, se non vuoi non me ne andrò. La vita senza amore non mi farà mai bene, non so dirti di no quando vivo solo per noi".

Più spensierata la strofa di Tananai, che sembra ripercorrere le stesse strade di "Sesso Occasionale", quando canta: "So che canzoni vuole lei, faccio a parole con il dj, so che non hai visto le Hawaii, dirotteremo Ryanair e se ci beccano stica".

Ma tra l'interpretazione di Mara Sattei del ritornello e la leggerezza della strofa di Tananai, c'è anche un altro racconto da parte di Fedez, che riporta alle origini del brano, come raccontato su Instagram: "Nel testo dico – La vita senza amore non mi farà mai bene – e mai come in quei giorni così come oggi questa frase potrebbe benissimo essere il mio piccolo mantra. Appena dimesso, lo stesso giorno sono tornato in studio con Leo. Ho condiviso con lui tutto il processo di arrangiamento e chiusura del brano proprio perché la vita senza amore dimmi tu che vita è. Avere lui al mio fianco riusciva a farmi dimenticare dei lancinanti dolori post operatori. La nascita di questa canzone mi ha fatto capire quanto sia importante la musica nella mia vita, di quanto sia quasi un bisogno vitale, la parte più profonda di me e voglio dedicarla a mia moglie, ai miei splendidi figli e a tutte le persone che ci hanno lavorato. Perché senza di loro non avrei mai trovato la forza di accendere quel microfono. Perché anche se sono solo canzoni, le storie che ci sono dentro sono profonde come le cicatrici della vita".

Bentornato Fedez!