Le fate ignoranti – La serie su Disney +

La storia è nota: Le fate ignoranti è un film del 2001 di enorme successo, la pellicola che lancia Ferzan Ozpetek tra i registi più in vista del cinema italiano.
La serie in onda su Diney + si sviluppa in 8 episodi e vanta un cast stellare. I protagonisti sono una donna e un uomo, legati dalla stessa persona: lei è Antonia (nella serie Cristiana Capotondi), lui è Michele (Eduardo Scarpetta). La prima è la moglie di Massimo (Luca Argentero), il secondo è l’amante. Le loro vite entrano in rotta di collisione quando Massimo muore in seguito a un incidente stradale. Antonia entra così nel mondo segreto del marito, che riguarda non solo l’amante, ma tutti gli amici di quest’ultimo.
 
La serie cambia volto rispetto al film originale di Ferzan Özpetek, che ha rivoluzionato il nostro cinema. L'opera, scritta con Gianni Romoli, sfrutta la dimensione seriale per tessere importanti e significative storie di vita, espandendo il nucleo centrale della trama. Tale direzione, attuale e perfettamente adatta ai nostri tempi, rovina un po' la magia del lungometraggio del 2001. Ma inevitabilemente nei vent’anni che separano film e serie, il mondo è cambiato, e in primo luogo forse proprio la percezione collettiva verso coloro che un tempo venivano tenuti ai margini poiché considerati “diversi”.
Forse in pochi sanno che un quadro intitolato "La fata ignorante" (che dà il titolo al film e alla serie tv) esiste davvero. Lo ha dipinto René Magritte, pittore belga considerato uno dei principali esponenti del surrealismo. L'opera che si vede nel film del 2001, e che dà inizio alle peregrinazioni di Antonia, viene attribuito dalla sceneggiatura a Joseph Lanti, un autore inesistente inventato dalla fervida fantasia di Gianni Romoli. Nella serie, la riproduzione del quadro di Magritte è stata realizzata da Michele (Eduardo Scarpetta) e da lui donata a Massimo con una dedica poetica.

Rubrica a cura di: Ilaria

Laura Pausini. Piacere di conoscerti – La vita di Laura Pausini su Prime Video

Oltre 70 milioni di album venduti, quasi 30 anni di carriera e ancora molto da raccontare di sé. Laura Pausini si mostra in veste inedita in ‘Piacere di conoscerti‘, il film di Amazon Original nato da un’idea della stessa cantautrice e in arrivo su Prime Video (e in 240 Paesi e territori in tutto il mondo) il 7 aprile. Diretta da Ivan Cotroneo, la Pausini regala ai fan un viaggio nella sua vita, svelando la domanda che si è sempre posta sin dai suoi inizi: cosa sarebbe successo se, quella sera del 1993, non avesse vinto il Festival di Sanremo?
 
Laura avrebbe vissuto tutt’altra vita, avrebbe gestito un negozio di ceramiche e avrebbe continuato a seguire la passione del piano bar. Sarebbe stata una mamma single di un maschietto: Marcello. 
Quello che colpisce è lo sviluppo narrativo con l'artista non famosa e il lato fragile e il senso di solitudine che emergono da chi ha vissuto, invece, una esistenza piena di premi e successi planetari. Non è solo il racconto della vita e della carriera della Pausini con molti risvolti inediti, ma è anche un film che vede al centro la stessa artista compiere un viaggio introspettivo.

Rubrica a cura di: Ilaria

Corro da te

Remake del film francesce del 2018 Tutti in piedi (diretto da Franck Dubosc), Corro da te, la nuova commedia di Riccardo Milani, è una bella sorpresa.
Perché a differenza di molte commedie contemporanee, Milani riesce ancora una volta a destabilizzarci e a farci sorridere amaramente e in modo intelligente della realtà narrata. Mette a fuoco le storture del mondo e ne ride amaramente.
Viene raccontata in forma di commedia irriverente un frammento di realtà “vera”, non banale, non patinata. Lei è in carrozzina. Lui è un playboy inguaribile e seriale. Per conquistarla si fingerà a sua volta disabile. Come andrà a finire?

Un tema delicato affrontato in modo spiazzante ed efficace. Al contempo pudico e politicamente scorretto.
 
L’autore pare dirci: noi siamo tutti Gianni (il protagonista), machisti, malcresciuti, egoisti, infantili.
Se almeno come lui aprissimo gli occhi…Gianni infatti non potrà far altro che cambiare prospettiva su molte cose. La vita, l’amore, la disabilità. Imparerà che l’unico vero handicap è l’assenza di forza d’animo, per ritrovarsi infine totalmente cambiato sul piano professionale e personale.
Per dirla con le parole di Ezio Bosso: «Sono un uomo con una disabilità evidente in mezzo a tanti uomini con disabilità che non si vedono».

Rubrica a cura di: Ilaria

Alessandro Cattelan su Netflix alla ricerca della felicità

Nuova avventura su Netflix, in 6 episodi, dal 18 marzo per Alessandro Cattelan che cerca indizi sulla felicità. 
Nel docu-show "Una semplice domanda" viaggia in Italia e all'estero, si interroga, si confronta con gli altri, per cercare di capire da cosa possa scaturire la felicità, in che modo sia legata a famiglia, amore, dolore, fede, e anche come sia legata a tutte le altre emozioni.
 
Tanti personaggi, in luoghi e situazioni differenti, lo aiutano a portare avanti queste riflessioni: da Roberto Baggio a Geppi Cucciari, Elio, Francesco Mandelli, Paolo Sorrentino, Gianluca Vialli.
L’idea di questo nuovo show nasce in una sera d’estate da una riflessione di Cattelan in risposta ad una domanda, solo in apparenza semplice, di sua figlia: - Papà, come si fa a essere felici? -. 
Ed è proprio la ricerca di risposte che ha portato Cattelan a viaggiare, in Italia e all’estero confrontandosi e condividendo esperienze uniche con i suoi compagni di viaggio.
E in questo contesto originale, lontano dagli studi televisivi, Cattelan cerca nuove forme di comunicazione e si mette a nudo, condividendo un lato di sé che finora era rimasto sconosciuto.

Rubrica a cura di: Ilaria

Il filo invisibile – una produzione Netflix Italia

Il filo invisibile non si concentra solo su questi aspetti, ma parla di identità e di “diritto all’amore”, di quel filo invisibile che unisce tutti, non solo Leone a Paolo e Simone, ma anche a Tilly, alla zia, e a tutti gli affetti veri che non hanno bisogno di riconoscimenti ufficiali.

Rubrica a cura di: Ilaria

Belfast – Il film candidato a 7 premi oscar arriva al cinema

Esce al cinema il 24 febbraio il film forse più personale del registra Kenneth Branagh, che ha girato la pellicola modellando la storia sulla sua esperienza diretta di bambino, cresciuto proprio nella città irlandese.

Girato in bianco e nero, il film ha ottenuto 7 nomination agli Oscar, risultando il favorito non solo come Miglior film, ma anche in tutte le altre categorie.

Il motivo è semplice. In Belfast non c’è mai né troppa dolcezza né troppo dramma, ma una giusta misura che mantiene il racconto di formazione di un bambino di nove anni in un mondo improvvisamente capovolto. L'infanzia felice di questo bambino viene travolta dai tumulti sociali irlandesi di fine anni Sessanta, il film racconta la sua famiglia, i suoi guai e il luogo del cuore: quello dove si nasce e si torna sempre.

Cambia tutto e a tutto si cerca di porre rimedio, se non di sua iniziativa, allora con l’aiuto dei genitori, in lotta se restare o no in città per il bene della famiglia. Ma si ride anche parecchio e si balla.

Questa storia divertente, tenera e intensamente personale di questo bambino di 9 anni (alter ego del regista) regala al pubblico 90 minuti di pura poesia!

Rubrica a cura di: Ilaria

Su Netflix è arrivata Fedeltà – La serie tv tratta dal romanzo di Marco Missiroli

Il titolo è abbastanza eloquente: Fedeltà

E allora ti domandi perché mai Netflix lanci una serie così proprio il 14 febbraio, in pieno San Valentino.

Innanzitutto si ispira all'omonimo romanzo di Marco Missiroli, finalista al 73° Premio Strega e vincitore del Premio Strega Giovani, e poi la serie ha un setting completamente diverso dal solito: non ci rifila la prevedibile storia della coppia stanca, o lo stereotipo de "il matrimonio uccide il desiderio", anzi i due protagonisti, Carlo e Margherita, sono affiatati. Dunque la loro crisi non si spiega o, almeno, non si spiega se uno prende a riferimento il manuale dei cliché amorosi.

Al centro del libro di Missiroli, e di riflesso della serie tv di Netflix, non c'è tanto, o solo, la fedeltà coniugale ma prima di tutto la fedeltà verso se stessi. Quanto rinunciamo a noi stessi pur di dare vita all'idillio coniugale? E nel momento in cui questo si incrina, cosa resta di noi? La domanda non è certo banale...donarsi all'altro implica per forza di cose una rinuncia a qualcosa. Bisogna fare spazio all'altro ed è giusto così. 

Rubrica a cura di: Ilaria

La Dolce Vita – Fedez feat. Mara Sattei e Tananai

Dopo "Mille" con Orietta Berti e Achille Lauro, Fedez ritorna nel mood "tormentone estivo". Nelle scorse ore è stata pubblicata "La dolce vita", il nuovo brano anticipato negli scorsi giorni, e che vedrà protagonista, oltre al rapper milanese, due giovani artisti che hanno già collaborato con lui: da una parte il suo assistito Tananai, dall'altra una delle giovani voci più interessanti del panorama italiano, Mara Sattei.

"La dolce vita", come raccontato nell'ultimo post su Instagram da Fedez, ha un sapore particolare, anche solo raccontando il contesto in cui è stata registrata la prima volta: "Tre giorni prima dell’operazione per la rimozione del pancreas ho deciso di andare in studio a registrare le voci di questa canzone a cui stavo lavorando prima che la mia vita cambiasse così repentinamente, credo di averlo fatto un po’ per distrarmi da tutto quello che mi stava accadendo ma anche perché non avrei saputo le condizioni successive all’intervento e se mai sarei stato in grado di cantare nel breve periodo".

In un omaggio musicale agli anni 60 prodotto da D.Whale, nome d'arte del producer Davide Simonetta, "La dolce vita" è un racconto estivo, in cui la narrazione del viaggio viene accompagnata dalla sensazione di mancanza dei tre protagonisti per il proprio partner.

Proprio Fedez canta nella prima strofa: "Prenditi il mio letto lasciami un pezzetto, se non vuoi non me ne andrò. La vita senza amore non mi farà mai bene, non so dirti di no quando vivo solo per noi".

Più spensierata la strofa di Tananai, che sembra ripercorrere le stesse strade di "Sesso Occasionale", quando canta: "So che canzoni vuole lei, faccio a parole con il dj, so che non hai visto le Hawaii, dirotteremo Ryanair e se ci beccano stica".

Ma tra l'interpretazione di Mara Sattei del ritornello e la leggerezza della strofa di Tananai, c'è anche un altro racconto da parte di Fedez, che riporta alle origini del brano, come raccontato su Instagram: "Nel testo dico – La vita senza amore non mi farà mai bene – e mai come in quei giorni così come oggi questa frase potrebbe benissimo essere il mio piccolo mantra. Appena dimesso, lo stesso giorno sono tornato in studio con Leo. Ho condiviso con lui tutto il processo di arrangiamento e chiusura del brano proprio perché la vita senza amore dimmi tu che vita è. Avere lui al mio fianco riusciva a farmi dimenticare dei lancinanti dolori post operatori. La nascita di questa canzone mi ha fatto capire quanto sia importante la musica nella mia vita, di quanto sia quasi un bisogno vitale, la parte più profonda di me e voglio dedicarla a mia moglie, ai miei splendidi figli e a tutte le persone che ci hanno lavorato. Perché senza di loro non avrei mai trovato la forza di accendere quel microfono. Perché anche se sono solo canzoni, le storie che ci sono dentro sono profonde come le cicatrici della vita".

Bentornato Fedez!

Da grande farò…Correttore di bozze

Chi è il correttore di bozze? e cosa fa? Chiamato anche redattore, il correttore di bozze, altro non è che colui che è dedito a leggere le bozze, alla correzione bozze, eliminando tutti gli errori di battitura e di ortografia, ovvero quelli che vengono chiamati refusi. Questa figura professionale, dunque, si occupa di leggere le bozze di un documento, andando ad individuare l‘errore sulle bozze.

Il correttore di bozze, sostanzialmente, deve intervenire sull’intero contenuto del testo, facendo delle attente riletture su carta. Si occupa anche della revisione bozze, che altro non sono che documenti o stampe del lavoro, che devono essere rivisti prima della pubblicazione. In genere il correttore di bozze lavora presso una casa editrice, dalla quale dipende, occupandosi della revisione di errori ortografici e di battitura e non sintattici e/o grammaticali, di stile e punteggiatura. Si occupa anche della formattazione del testo, andando a sistemare le maiuscole, minuscole, grassetto, corsivi e sottolineature, spazi superflui, sottotitoli ecc.

Come diventare correttore di bozze: corsi e formazione
Tra i requisiti essenziali, citiamo:

  • essere particolarmente precisi e attenti ai dettagli
  • conoscere bene la lingua italiana
  • avere uno spiccato desiderio di approfondimento
  • avere occhio per le regole tipografiche
  • spiccata attitudine alla verifica


Ad ogni modo, per poter diventare un ottimo correttore di bozze è importante avere una grande passione per la buona scrittura. Tra le altre caratteristiche insite del correttore di bozze, citiamo una grande pazienza, attenzione e scrupolosità, tutti elementi davvero fondamentali che permettono a questa figura professionale di analizzare fino in fondo il testo ed individuarne gli errori nel più breve tempo possibile. Inoltre, sarà importante aver conseguito una laurea in lettere o in lingue, ovvero avere una formazione che possa dare tutti gli strumenti necessari per garantire una buona scrittura.

Questo, però, non è un requisito obbligatorio, ovvero si può diventare correttore di bozze, anche se non si è in possesso della laurea. La cosa più importante, è essere in grado di effettuare una perfetta correzione di bozze, individuando ogni tipo di errore sulle bozze. In altre parole, il correttore di bozze deve lavorare nel migliorare un testo.

Tuttavia, ci sono diversi modi per poter diventare un ottimo correttore di bozze e dunque per chi vuole lavorare nel web marketing. Ad esempio, è possibile seguire dei corsi di copywriting che possono tanto aiutare. Potete, dunque, decidere di frequentare un corso professionale che possa aiutare a conoscere meglio la professione e ad introdursi nel campo dell’editoria. In alternativa, se non si ha tanto tempo a disposizione, si può scegliere uno dei tanti corsi on line, che si possono facilmente seguire da casa con tutta comodità e nei momenti liberi.

Quali sono gli sbocchi professionali. Lavorare come correttore di bozze non è poi così tanto complicato, sia che si tratti di correttore bozze freelance o correttore di bozze dipendente. Sembra che, per poter diventare un ottimo correttore di bozze, sia importante fare esperienza. Dove? Sicuramente all’interno di un’agenzia o anche due, ovvero fare gavetta e imparare da chi già da tempo esercita questa professione. E’ importante anche studiare, anche se però non sembra bastare la teoria, perché determinante sarà la pratica. C’è però un fatto, ovvero che non tutte le aziende effettivamente hanno bisogno di un correttore di bozze, visto che in genere questa figura viene chiamata soltanto in caso di necessità. Sono davvero poche le case editrici che assumono in azienda dei correttori di bozze che svolgono soltanto questo compito. Spesso, si è soliti assumere più un copywriter flessibile o un web writer che, quando occorre, può anche intervenire e rivedere i testi. Lavorare da casa come correttore di bozze, è la scelta più comune al giorno d’oggi.

Questa figura professionale può decidere di lavorare come freelance, presso un’azienda o casa editrice. Tuttavia, trovare annunci di lavoro specifici per correttori di bozze è possibile e non bisogna mai arrendersi. La cosa migliore è scrivere una mail, raccontando il proprio percorso formativo e progetti, allegando un curriculum e inviarlo alle case editrici.

Correttore di bozze ed editor: differenze. Esiste una differenza tra correttore di bozze ed editor? La risposta è sì. Nello specifico il correttore di bozze si occupa principalmente degli errori di battitura, dell’ortografia e dei refusi in generale. L’editor, invece, lavora sulla creazione del testo. In cosa consiste il lavoro dell’editor? Generalmente questa figura professionale deve svolgere le seguenti mansioni, ovvero:

  • dare consigli sulla forma
  • cambiare frasi ed interi periodi modificandone anche forma e sostanza
  • proporre interventi non soltanto piuttosto evidenti ma anche importanti.

Il correttore di bozze, invece, come abbiamo ampiamente detto, si occupa di altro, ovvero lavora sui dettagli, sulle sviste ed anche sugli errori di digitazione, errori che in gran parte dipendono dalla scrittura veloce su tastiera.
Nonostante, dunque, le mansioni svolte da queste due figure professionali siano diverse, queste tendono ad essere confuse e coloro che correggono i testi, fanno anche dei lavori sull’editing e sulle bozze.

The Batman – al cinema dal 3 marzo

In testa alla classifica, The Batman, scritto, prodotto e diretto da Matt Reeves, vede Robert Pattinson nei panni di un giovane Bruce Wayne alle prime armi, che durante il suo secondo anno di attività tra le strade di Gotham City come vigilante 'Vendetta' viene trascinato nel caso più difficile della sua carriera quando un misterioso serial killer inizia ad uccidere le personalità più in vista dell'élite della città, lasciando degli indizi specificatamente rivolti a lui. Per trovarlo, Batman dovrà fare squadra con il tenente James Gordon e Catwoman, indagando per prima cosa nel sottobosco criminale dei bassifondi.

È un film divisivo questo The Batman e non poteva essere altrimenti, visto che si tratta di un cinecomic che però dura 3 ore e non è affatto per bambini.
Agli spettatori però il giudizio finale!

Rubrica a cura di: Ilaria