1984 – George Orwell

Oggi esploriamo le pagine di un altro grande romanzo di formazione, davvero illuminante dal punto di vista dell'interpretazione delle criticità della società contemporanea: il libro di oggi è la grande opera di George Orwell
 
1984
 
1984 racconta di un mondo controllato da un governo fortemente totalitario: nel romanzo la società è dominata dal Grande Fratello, un misterioso personaggio che nessuno ha mai incontrato di persona e che tiene costantemente sotto controllo la vita dei cittadini, mediante l’uso di speciali teleschermi. In questo mondo in cui la libertà è stata del tutto abolita, il protagonista del romanzo, Winston Smith, decide di ribellarsi e inizia a scrivere un diario: già questo è un gesto molto pericoloso, che, se scoperto, può portare all’arresto, alla tortura e alla soppressione.
Pur appartenendo al Partito Esterno (organizzazione politica che collabora col Grande Fratello falsificando i documenti a favore del governo), Winston è deciso a fare di tutto per rovesciare la società e inizia a indagare sul passato nella speranza di poter analizzare più chiaramente il suo nemico. Durante le ricerche Winston troverà alcune persone che lo aiuteranno nel suo proposito. La prima è Julia, descritta come “una ragazza dall’aria risoluta, di circa ventisette anni, con una gran capigliatura nera, faccia lentigginosa e movimenti svelti e atletici” che, come Winston, lavora nel Partito Esterno. Julia è intelligente, costretta a fingere come Winston, intenzionata a ribellarsi al sistema che la opprime e che le ruba la libertà. Tra Julia e Winston nasce subito una storia d’amore che resterà segreta e i due si incontreranno solo di nascosto. Entrambi entreranno nella “Fratellanza”, un’associazione segreta che vuole distruggere il Grande Fratello; saranno contattati da O’Brien, che Winston ritiene essere uno dei membri di questa confraternita, ma che invece si rivelerà uno dei massimi dirigenti del regime.
 
Il messaggio che vuole mandare Orwell è molto chiaro: il dito è puntato contro quell'indifferenza che fa sì che le repressioni alla libertà e alla dignità appartenente ad ognuno di noi vengano apertamente tollerate, e che possono degenerare in sentimenti di fanatismo nazionalista e religioso; se non si combattono le ingiustizie, gli abusi e le sopraffazioni mentali da parte di persone senza scrupoli, queste possono rappresentare una seria minaccia alla libertà di ogni uomo, che finirebbe costantemente sotto l'occhio di un Grande Fratello.
 
Buona lettura!

Rubrica a cura di: Ramona

David Copperfield – Charles Dickens

Questa settimana ripropongo un altro classico della narrativa, uno dei tanti romanzi di successo di Charles Dickens: ho già parlato di Oliver Twist, oggi vi parlo di 
 
David Copperfield
 
Si tratta di un romanzo di formazione in quanto racconta la storia della vita di David dall’infanzia fino alla maturità e alla sua crescita interiore.
 
David Copperfield è un ragazzo orfano, che ha perso il padre quando era ancora in fasce. Trascorre la sua infanzia serenamente con sua madre e la governante Peggotty. La madre però si sente sola e con la grossa responsabilità di crescere un bambino pertanto decide di sposare Mr. Murdstone quando David aveva sette anni. Il patrigno è una persona molto severa e non perde occasione per picchiarlo ed umiliarlo, inoltre porta a vivere con se anche la sorella zitella Miss Jane, dal carattere ancora peggiore. A causa dell’esuberanza infantile di David, il ragazzo viene mandato in collegio, ambiente altrettanto ostile ma dove conosce tanti amici tra cui Steerforth, che gli resterà sempre accanto.
Purtroppo la madre di David muore anche per colpa delle pressioni subite dal marito e da Miss Jane e David si ritrova solo al mondo. Il suo patrigno decide di mandarlo a lavorare in una fabbrica a Blackfriars, dove il ragazzo è costretto ad una vita durissima, fatta di dura fatica e stenti. Il ragazzo decide di scappare e si rifugia a Dover, dove vive la zia Betsey Trotwhood, che lo aiuta a sistemarsi presso l’avvocato Wickfield e a terminare gli studi.

David Copperfield venne pubblicato prima a puntate mensili su una rivista, di proprietà dello stesso autore, tra il 1849 e il 1850. Successivamente è diventato un grande best seller e uno dei libri più consigliati per ragazzi, non solo in Inghilterra ma in tutta Europa.
 
Dickens ha spesso scritto libri a tema sociale, questo genere si diffuse particolarmente nella prima metà dell’Ottocento, in piena Rivoluzione Industriale: volontà dell’autore era infatti quella di raccontare le storie delle persone appartenenti agli strati sociali più umili denunciando le situazioni di maltrattamento e sfruttamento. Infatti questo filone veniva considerato anche un’industrial novel; obiettivo di questo tipo di romanzi era di denunciare lo sfruttamento di bambini e ragazzi messi a lavorare nelle fabbriche, per di più sottopagati. 
 
La storia è ispirata alla stessa vita dell’autore: è considerato infatti il più autobiografico dei suoi scritti.
 
Buona lettura!

Rubrica a cura di: Ramona

Jane Eyre – Charlotte Bronte

Nel nostro angolo dedicato ai libri, questa settimana ho scelto di parlarvi di uno dei romanzi più famosi e rielaborati anche in chiave cinematografica: è il capolavoro scritto da una delle sorelle Bronte, Charlotte, e il romanzo è
 
Jane Eyre
 
Il romanzo narra la storia di Jane Eyre, una bambina orfana che viene cresciuta da alcuni zii. Qui però viene derisa dai suoi cugini e maltrattata dalla zia. L’unico ad amarla è lo zio, che muore prematuramente. La zia pertanto la affida ad una sorta di collegio, dove vengono ospitate tutte bambine senza genitori.
È tenuta a dare una mano e a fare tanti sacrifici, crescendo in fretta, affrontando ogni giorno un’ ambiente difficile e soprattutto la morte della migliore amica, avvenuta per tubercolosi a causa delle pessime condizioni igieniche della struttura. Qui però continua i suoi studi e riesce anche a diventare insegnante.
Da donna indipendente trova un lavoro presso Thornfield Hall, come istitutrice della figlia adottiva di Mr. Rochester, la piccola Adele.
Jane lavora molto bene in questo clima fino all’arrivo di Mr. Rochester, un uomo arrogante che però viene subito colpito dalla ragazza. Egli le chiede la mano ma c’è un segreto nascosto tra quelle mura…

In questo romanzo la Bronte sembra quasi distaccarsi completamente dalla realtà per calarsi totalmente nel personaggio di Jane: passionale, indipendente, ma allo stesso tempo non dimentica quelle che sono le integrità morali dell'epoca vittoriana, e che sa regalare un romanzo che lascia pienamente soddisfatti a lettura conclusa.

Pubblicato nel 1847 con lo pseudonimo di Currer Bell, Jane Eyre è il capolavoro opera della scrittrice inglese Charlotte Bronte sorella maggiore delle altrettanto famose Emily e Anne, autrici rispettivamente di Cime tempestose e La signora di Wildfell Hall.
 
Considerato un romanzo di formazione, ovvero una storia che mette al centro l'evoluzione della protagonista da un punto di vista morale, emotivo e sentimentale.
 
Buona lettura!

Rubrica a cura di: Ramona

Mary Poppins – Pamela Lyndon Travers

Buon mercoledì! Oggi parlo di un romanzo che tutti conosciamo…o per avcerlo letto, o per aver visto (e rivisto, come nel mio caso) la trasposizione cinematografica chissà quante volte…
Il romanzo di cui parlo è stato scritto da Pamela Lyndon Travers, e ha come protagonista la tata più famosa del mondo
 
Mary Poppins

Londra, primi anni del XX secolo. La famiglia Banks è in crisi poiché i figli maggiori, Jane e Michael, fanno fuggire tutte le tate assunte dai genitori, che non hanno tempo per dedicarsi ai figli.
Un giorno, una strana donna arriva volando dal cielo attaccata ad un ombrello e si presenta alla loro porta, con l'intento di essere la nuova governante dei quattro bambini. Ella si presenta come Mary Poppins, e la signora Winifred Banks, la madre, la assume subito. La strana donna si rivela essere severa ed austera, ma con un cuore buono ed un pizzico di magia: sa infatti far levitare gli oggetti e parlare con gli animali.
Mary ha un amico, Bert, venditore di fiammiferi ma anche disegnatore di strada, che incontra per il tè nel suo giorno libero: uno dei quali entrano in un disegno di Bert per vivere una fantastica avventura. Mary Poppins porta i bambini a vivere avventure incredibili, come una festa sul soffitto con suo zio Albert, il quale fluttua in aria quando ride di gusto, e una passeggiata fino al negozio di pan pepato della signora Corry, una strana signora anziana che lavora con le sue due figlie, Anne e Fanny. La donna ha le dita fatte di dolciumi e dice di essere antica come la storia. La sera, quando i bambini dovrebbero dormire, Mary Poppins incontra la signora Corry, Fanny ed Anne nel parco, e tutte insieme mettono le stelle presenti sul pan pepato in cielo, sotto gli occhi increduli di Jane e Michael. Durante una giornata di capricci da parte di Michael, i bambini e Mary Poppins viaggiano intorno al mondo grazie a una magica bussola d'oro, portandoli anche al Polo Nord.
Durante il periodo natalizio, i bambini e Mary Poppins si recano a fare compere per i regali di Natale, e incontrano Maya, una stella appartenente alle Pleiadi, della costellazione del sagittario, che è sulla terra per comprare regali alle sue sei sorelle stelle. Alla fine, Maya vola in cielo, con i regali e i guanti regalati da Mary Poppins.
Ma appena cambia il vento, Mary Poppins vola in cielo con il suo ombrello, non saluta i bambini ma lascia a ognuno un ricordo di sé.
 
La frase più ripetuta da Mary è "non giudicare le cose dal loro aspetto", e deve essere da monito per ciascuno di noi, per non cadere nei facili pregiudizi.
 
Tante sono le differenze tra libro e film, per questo vi consiglio di leggerlo, anche per trovare quella che si può definire una perla di saggezza, da parte di un animale non proprio "domestico" anzi, spesso viene associato a tentazione e avvenimenti negativi, e forse proprio per questo le sue parole risultano ancora più efficaci: un serpente.
Nel decimo capitolo, intitolato “Luna Piena“, Mary Poppins, Jane e Michael si trovano all’interno dello zoo per festeggiare il compleanno di Mary Poppins. È in questa occasione che appare il Cobra Reale, che nel racconto prende il posto del Leone, diventando così il re degli animali.
Il Cobra Reale, appare saggio e buono e proferisce le seguenti parole:
“(…) Può essere che mangiare ed essere mangiati siano la stessa cosa, in fondo. La mia saggezza mi dice che probabilmente è così. Siamo tutti fatti della stessa materia, ricordatevi, noi della giungla, voi della città. Siamo composti della stessa sostanza – l’albero sopra di noi, la pietra sotto di noi, l’uccello, la bestia, la stella -, siamo tutti un’unica cosa, tutti ci muoviamo verso la medesima fine (…)”
 
Forse quello che non sapete è che Mary Poppins è il primo romanzo della serie di libri per ragazzi dedicata alla bambinaia magica, protagonista assieme a Jane, Michael John e Barbara Banks, i bambini che deve sorvegliare. La collana completa di romanzi è:
Mary Poppins
Mary Poppins ritorna
Mary Poppins apre la porta
Mary Poppins nel parco
Mary Poppins dalla A alla Z
Mary Poppins in cucina
Mary Poppins in Cherry Tree Lane
Mary Poppins e i vicini di casa
 
Buona lettura!

Rubrica a cura di: Ramona

Il nome della Rosa – Umberto Eco

Buon mercoledì! Oggi parliamo insieme di un altro grande classico, un romanzo del quale è impossibile non abbiate sentito parlare almeno una volta, anche perché è considerata la punta di diamante nel vasto bagaglio che ci ha regalato un vero e proprio pilastro della cultura italiana: Umberto Eco.
Il libro è
 
Il nome della Rosa
 
Il benedettino Adso da Melk ormai vecchio racconta le vicende di cui fu testimone nel novembre del 1327 in un grande monastero benedettino del Nord Italia dove giunse come segretario del dotto francescano Guglielmo da Baskerville, incaricato di una delicata missione diplomatica.
Dopo il loro arrivo, l'abbazia viene sconvolta da una serie di morti inspiegabili: prima il miniaturista Adelmo, poi il monaco Venanzio, quindi l'aiuto bibliotecario Berengario, il monaco erborista e il bibliotecario Malachia. Durante i sette giorni di permanenza all'abbazia Guglielmo conduce le ricerche attraverso colloqui, interrogatori e osservando il comportamento dei frati.
Ben presto comprende che i delitti muovono dalla biblioteca, la più grande della cristianità, costruita come un labirinto il cui accesso è noto solo al bibliotecario. Nella biblioteca esiste poi una sezione finis Afrìcae a tutti inaccessibile. Guglielmo e Adso riescono a penetrarvi e sciolgono il mistero.
 
Il nome della Rosa è un romanzo storico, pubblicato nel 1980, ed ha vinto il Premio Strega l'anno successivo. Ne sono stati tratti adattamenti per il cinema e la tv.
 
Umberto Eco in questo romanzo miscela molti registri, dal comune all'arcaico, e all'interno si trovano punti di riflessioni filosofiche e molte figure retoriche; Eco ricostruisce l’Italia medievale delle controversie religiose e degli scontri tra Papato e Impero, inserendo oltre a personaggi inventati, anche figure storiche, come l’imperatore Ludovico il Bavaro o fra Dolcino.
 
Non è certamente un libro semplicissimo da leggere, ma vale la pena fare un tentativo! 
Buona lettura!

Rubrica a cura di: Ramona

Hunger Games – Suzanne Collins

Buon mercoledì! Pronti per immergervi tra le pagine di un buon libro?? Ecco il mio consiglio per questa settimana. Un romanzo molto adatto per ragazzi adolescenti: è la trilogia di Suzanne Collins

Hunger Games.
 
Hunger Games è il primo libro dell’omonima trilogia, una serie di romanzi distopici ambientata in un’America post-apocalittica.
Qui le persone vivono suddivise in 12 Distretti, controllati da Capitol City, che ogni anno organizza gli Hunger Games, un reality show dove 24 giovani concorrenti, due per ogni Distretto e di un’età compresa tra i 12 e i 18 anni, si sfidano in un’arena finché non ne resta in vita solo uno.
Katniss vive nel Distretto 12 e, il giorno della mietitura, cioè dell’estrazione dei nomi dei partecipanti agli Hunger Games, si offre volontaria per salvare la sorellina.
Katniss sa di avere pochissime possibilità di vittoria, perché il vincitore degli Hunger Games non è solo il più forte, il più abile e il più bravo, ma anche quello che si rivela in grado di conquistare il pubblico e gli sponsor, ma si impegnerà al massimo per poter tornare dalla sorella.
Con lei c’è anche Peeta, un ragazzo gentile e mite, che si rivela innamorato di Katniss.
Eppure questo non importa negli Hunger Games, dove non contano nemmeno le amicizie o gli affetti e l’umanità di ognuno viene messa a tacere in nome di uno spettacolo truculento.
Riuscirà Katniss a farcela?
 
Una storia semplice, dal punto di vista narrativo, ma allo stesso tempo ha un sapore di inquietudine… perché? semplicemente perché in un clima di spettacolarizzazione ci viene mostrato che, a mero fine di audience, tutto può essere messo sul piatto, pronto ad essere sacrificato: anche la propria vita.
E' certamente una critica ad una società che annienta quelli che sono i valori dell'uomo, solidarietà, empatia, il rispetto: tutto è annullato, allo scopo di beneficare solo la sopravvivenza del singolo.
 
Ma non tutto è perduto, se si ha la forza di non lasciare che la nostra coscienza venga sopraffatta dalle paure e dalle logiche di potere imposte dalla società.
 
La trilogia è composta dai libri Hunger games, La ragazza di fuoco e Il canto della rivolta, seguita da un prequel di recentissima uscita, Ballata dell'usignolo e del serpente, in cui si narrano gli antefatti che hanno dato origine alle vicende magistralmente descritte nei primi tre volumi.
 
Buona lettura!

Rubrica a cura di: Ramona

Storia di una ladra di libri – Markus Zusak

Ben ritrovati al nostro angolo dedicato alla lettura. Domani, 27 Gennaio, ricorre la "Giornata della memoria", istituita per commemorare le vittime dell'olocausto, tenere vivo il ricordo di un periodo che ha segnato indelebilmente la storia dell'umanità, purtroppo nel peggiore dei modi.
A tal proposito, oggi scelgo di parlarvi del romanzo di Markus Zusak

Storia di una ladra di libri
 
Trama: La protagonista della storia è Liesel Meminger, una bella bambina di nove anni in viaggio con il fratello e la loro mamma in treno ed durante questo viaggio il fratello minore della ragazzina muore tragicamente. Liesel entra in contatto con l’esperienza della morte già da molto giovane e, proprio al funerale del suo piccolo fratello, Liesel ruba un libro riguardante il lavoro del becchino.
Ma un’altra separazione è dietro l’angolo: la madre di Liesel, membro del partito comunista, con l’arrivo del nazismo si vede costretta a fuggire dalla Germania. Successivamente, la bambina viene data in adozione alla famiglia Hubermann: Liesel vive con una madre adottiva molto severa ed un padre molto affettuoso ma che non può lavorare perché non è iscritto al partito nazista.
Il primo giorno di scuola Liesel fa amicizia con un ragazzino vicino di casa della sua nuova famiglia ma durante la lezione rivela di esser analfabeta ovvero di non sapere né leggere e né scrivere e per questo viene derisa dai suoi nuovi compagni di classe. Per tutta risposta Liesel ottiene il loro rispetto picchiando colui che era capo del gruppo che la derideva. 
Quella sera, tornata a casa, anche il padre adottivo Hans Hubermann scopre che la bambina è analfabeta e inizia ad insegnarle l’alfabeto attraverso il libro dei becchini che Liesel aveva rubato il giorno del funerale del suo fratellino. Da quel momento nasce in Liesel una vera passione per la lettura. Un giorno Liesel si ritrova ad assistere ad una funzione hitleriana durante la quale vengono bruciati tutti i libri considerati contaminanti per il popolo nazista e durante il rito la ragazza ruba un libro sopravvissuto alle fiamme. Il padre la scopre e prega la figlia di non rivelare a nessuno quanto fatto.
Il tempo passa, il nazismo mette le radici e Liesel fa amicizia con Max Vandemburg, un giovane ebreo che viene nascosto in cantina dalla famiglia Hansmann e che contribuisce alla formazione di Liesel; il ragazzo è amico del padre adottivo con cui ha fatto la prima guerra mondiale.
 
Quella sera, tornata a casa, anche il padre adottivo Hans Hubermann scopre che la bambina è analfabeta e inizia ad insegnarle l’alfabeto attraverso il libro dei becchini che Liesel aveva rubato il giorno del funerale del suo fratellino. Da quel momento nasce in Liesel una vera passione per la lettura. Un giorno Liesel si ritrova ad assistere ad una funzione hitleriana durante la quale vengono bruciati tutti i libri considerati contaminanti per il popolo nazista e durante il rito la ragazza ruba un libro sopravvissuto alle fiamme. Il padre la scopre e prega la figlia di non rivelare a nessuno quanto fatto.
Il tempo passa, il nazismo mette le radici e Liesel fa amicizia con Max Vandemburg, un giovane ebreo che viene nascosto in cantina dalla famiglia Hansmann e che contribuisce alla formazione di Liesel; il ragazzo è amico del padre adottivo con cui ha fatto la prima guerra mondiale.
 
La voce narrante di questo piccolo capolavoro è assai particolare, si tratta infatti della Morte e questo, oltre a spiazzare inizialmente il lettore, regala uno stile narrativo diverso dal solito a questo emozionante capolavoro di narrativa.
In questo romanzo si condensano perfettamente la sofferenza che il conflitto mondiale ha portato nella vita di milioni di persone, e l'amore per i libri, per le parole, per la letture che possono essere salvifiche per ognuno di noi. E' una storia struggente, ma allo stesso tempo realistica, di una famiglia "qualunque" in cui non mancano personaggi stravaganti che daranno un'aria frizzante a tutta la vicenda.
Il libro narra di un periodo storico per nulla facile, e lo fa con un grande impatto emotivo, e che saprà regalare al lettore delle sensazioni molto forti.
 
Buona lettura!

Rubrica a cura di: Ramona

Cent’anni di solitudine – Gabriel Garcia Màrquez

Ciao a tutti! Questa settimana rispolveriamo un grande classico della letteratura: un romanzo avvincente, a tratti complicato, ma capace di toccare nel profondo ognuno di noi. L'autore è Gabriel Garcia Màrquez, il libro è
Cent'anni di solitudine.

Trama: La storia dei Buendía ha inizio quando il patriarca Jose Arcadio Buendía fonda l’immaginaria città di Macondo, in Colombia. Dunque sette generazioni, infiniti personaggi dai nomi tutti uguali e il realismo magico che mescola aspetti magici e mistici alla storia dell’epoca rendono questo libro davvero unico. Tramite Buendía abbiamo modo anche di osservare un ’interpretazione metaforica e allegorica della storia colombiana. In un intreccio di vicende favolose, secondo il disegno premonitore tracciato nelle pergamene dell’ indovino Melquiades, si compie il destino della città e della famiglia stessa. L’ immensa parabola della famiglia segue la parabola di solitudine e di sconfitta che sta scritta nel destino di Macondo. L’atmosfera è straordinaria, i personaggi indimenticabili (a volte potrete confonderli, ma anche questo fa parte del gioco), lo stile narrativo magistrale.
Da quando José Arcadio Buendía fonda Macondo, e Ursula, sua moglie darà alla luce Aureliano, avrà inizio una lunga e turbolenta storia, con tanto di rivoluzioni, guerre, eventi grandi della vita e abitudini piccole, come quella di fabbricare pesciolini d’oro per poi fonderli e ricominciare daccapo, assecondando il vizio ereditario della famiglia di fare per disfare.
In questo tempo infinito e circolare si succederanno vari José Arcadio e vari Aureliano, tutti diversi eppure simili tra loro, e tutti ineluttabilmente condannati a un destino di solitudine.

Nonostante la complessità della trama, molto diluita nel tempo, Garcia Marquez lo ha scritto in soli 18 mesi.
Alcuni personaggi portano nomi e cognomi di persone reali della famiglia dello scrittore: Márquez, Gabriel, Iguáran, Cotes.
 
Il romanzo, pubblicato originariamente dalla casa editrice Sudamericana a Buenos Aires nel giugno 1967, vendette in 2 settimane ottomila copie. Da allora il successo di quest’opera non si è mai arrestato.
 
Buona lettura!

Rubrica a cura di: Ramona

Pattini d’argento – Mary Mapes Dogde

Bentrovati al nostro appuntamento con i libri! Voglio aprire il 2022 con un libro legato alla mia infanzia…
Qualche giorno fa, sono andata a fare un giro con un'amica e ci siamo imbattute in un mercatino di libri! Potevamo non curiosare?? Ovviamente no! Ed ecco che tra i tanti volumi ho trovato questo… l'ho subito acquistato, anche perché è uno dei romanzi preferiti di mia madre, e da piccola me ne parlava sempre!
 
Il romanzo, scritto da Mary Mapes Dogde e datato 1865 è
 
Pattini d'Argento.
 
Trama: In questo libro si parla di Hans e Gretel, i protagonisti, e dei loro numerosi compagni.Gretel e' una ragazzina povera, ma allegra, felice e gentile; anche Hans ha lo stesso carattere della sorella Gretel; accanto a lui tanti altri ragazzi: ci sono Peter, un ragazzo ricco, ma lo stesso gentile e generoso; Karl, un ragazzo altezzoso e anche un po' razzista nei confronti di Gretel e Hans; Ben, un ragazzino inglese molto curioso e molto fiero del suo paese; Jacob, piuttosto corpulento e un po' tonto. Ci sono anche le ragazze: Hilda, una ragazza ricca ma generosa e brava; Annie, la migliore amica di Gretel e Hans (del quale sembra essere leggermente innamorata); Katrinka, dolce e carina; Rychie, scontrosa e altera.Questi ragazzi vivono a Broek, in Olanda: il libro ne parla come di un paese splendido,pieno di canali sui quali si pattina l'inverno e dighe.Le avventure incominciano con l'annuncio di una gara di pattinaggio: il premio sarà un paio di pattini d'argento, uno con le frecce per i maschi e uno con i campanellini per le femmine.
 
Mary Mapes Dogde nacque a New York nel 1831 dove lavorò in parecchie riviste. A trentaquattro anni pubblicò questo romanzo che si rivelò subito un grande successo. Si spense sempre a New York nel 1905.
 
Un romanzo commovente, vista la vita dei due giovani protagonisti, che sono sicura entrerà subito nei vostri cuori, come è successo a me.
 
Buona lettura!

Rubrica a cura di: Ramona

Anima Bella – al cinema dal 28 aprile 2022

Gioia ha appena compiuto diciotto anni ma la sua vita, che dovrebbe essere caratterizzata dalle preoccupazioni e dai pensieri tipici dell’adolescenza, è invasa da un problema insormontabile: suo padre, l’unica persona cara che le resta al mondo, è soggiogato dal gioco d’azzardo.

Ancora una volta Dario Albertini decide di raccontare una storia adolescenziale, dopo il suo esordio Manuel presentato alla Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia, ci catapulta nella sacrificata vita di Gioia, interpretata da Madalina Di Fabio, ragazza solare e volenterosa che passa le sue giornate prendendosi cura del padre e della comunità che la circonda fin quando la ludopatia dell’uomo che più ama, dell’unico affetto che le rimane, non inquina la loro semplice esistenza.

Un gesto, una parola, abbracci sparsi, la dimensione umana e sociale di Gioia – orfana di madre – trova nel rapporto col “babbo” Bruno l’apice di uno stare al mondo che è votato al bene senza nulla a pretendere.
Ma un’ombra, il demone del gioco d’azzardo, infiniti debiti, costringeranno la ragazza a prendere in mano la vita di quell’amato padre.

Rubrica a cura di: Ilaria