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Cercare lavoro all’estero

Lavorare all'estero è una grande sfida…che offre grandi opportunità.
In molti, giovani soprattutto, prendono in considerazione questa eventualità, sia per esperienze professionali a breve termine che con l’intenzione di un vero e proprio cambio di vita.
Per trovare lavoro all’estero però è bene tenere in considerazione alcuni fattori che differenziano il mercato del lavoro italiano da quello di altri paesi, ed è necessario sapere come muoversi in un contesto culturale diverso. La tua esperienza di lavoro all’estero inizia anche con un’adeguata preparazione e con gli strumenti quali curriculum e lettera di presentazione. Sei pronto?
 
Prima di cercare lavoro all'estero è necessario sapere che le cosiddette hard skill, ovvero le competenze “forti” quali titolo di studio ed esperienze lavorative pregresse, spesso non sono sufficienti.
Fondamentale, naturalmente, è possedere in parallelo una conoscenza fluente della lingua del Paese in cui ci si vuole trasferire e dell’inglese, da migliorare magari con corsi, letture, aggiornamenti e un training intensivo nei mesi che precedono la partenza. La lingua inglese è parlata in modo corrente in alcuni paesi, essendo adottata come lingua comune a livello internazionale. In questo caso potrebbe non essere indispensabile conoscere in modo approfondito la lingua locale (anche se certamente è un vantaggio).
 
Da dove iniziare?
 
Quali sono i primi passi da muovere per trovare lavoro oltre confine?
Naturalmente, per non lanciarti “alla cieca”, dovrai conoscere bene la tua futura destinazione professionale e munirti dei tuoi migliori alleati per risultare interessante alle aziende (ovvero CV e lettera di presentazione).
 

Ecco quali azioni ti consigliamo di intraprendere per trovare lavoro all’estero:
- studiare il mercato di riferimento per individuare in quali Paesi sia più appetibile e richiesto il proprio profilo. Se hai già una destinazione preferita, studia i trend di recruiting locali, cerca di capire quali informazioni vengono considerate come più rilevanti sul CV (skill, esperienze, formazione) e quali tipologie di colloquio sono più comuni.
- individuare le aziende in cerca di candidati e le opportunità di lavoro attive su siti aziendali, portali, siti di agenzie per il lavoro, sezioni dedicate sui siti degli atenei stranieri, senza trascurare la ricerca di lavoro tramite social e professional network. Non dimenticarti di curare la tua reputazione digitale.
- riprendere la rete di contatti personali, gli ex colleghi e i professionisti anche internazionali conosciuti nel corso di precedenti esperienze formative e professionali, perché possono costituire un importante bacino al quale attingere per conoscere offerte in linea con il proprio profilo.
- una volta individuate le offerte di lavoro attive e le aziende in cerca di candidati, occorre scrivere un Cv in inglese e una lettera di presentazione in inglese da allegare alle candidature. Ricordati di informarti sul format di curriculum più diffuso nel paese di destinazione.

Per cercare opportunità di lavoro all'estero ti consigliamo di consultare il portale Eures (https://ec.europa.eu/eures/public/index_it), il portale europeo della rete dei servizi per l'impiego. Lanciata nel 1994, EURES è una rete di cooperazione europea dei servizi per l’impiego, concepita per facilitare la libera circolazione dei lavoratori. La rete ha sempre lavorato duramente per permettere ai cittadini europei di godere delle stesse opportunità, nonostante le barriere linguistiche, le differenze culturali, le sfide burocratiche, le diverse leggi sul lavoro nonché il mancato riconoscimento dei certificati scolastici tra le varie regioni dell’Europa.

Oltre al lavoro potrebbe interessarti la ricerca di un'esperienza di stage all'estero: un ottimo modo per mettere alla prova le proprie competenze lavorative e linguistiche. Il vantaggio è anche un'apertura graduale verso le mille possibilità offerte dagli altri paesi, piuttosto che unicamente dall'Italia, nel settore che più ti appassiona.
Se stai cercando lavoro all’estero ed è la tua prima esperienza, potrebbe infatti essere utile valutare anche offerte di stage o di tirocinio all’estero post laurea o post diploma.

Nel portale stage4eu (http://stage4eu.it) puoi trovare informazioni, riferimenti e consigli utili per cercare, organizzare e affrontare uno stage in Europa presso istituzioni e soggetti pubblici nazionali ed internazionali, organizzazioni riconosciute a livello internazionale ed aziende multinazionali.

Social networking e ricerca attiva del lavoro

Cos'è il networking

Per molti uno strumento indispensabile in ambito professionale. Ma qual'è il suo significato? E come funziona?
Il termine networking può essere letto in 2 modi diversi, che però in sostanza rimandano allo stesso concetto.
Da un lato si può interpretare la parola come se fosse la somma dei termini inglesi net (rete) e working (lavorare), che tradotto letteralmente indicherebbe l’azione di lavorare all’interno di una rete. Dall’altro si potrebbe considerare come il presente progressivo del verbo colloquiale network, che in italiano significa formare relazioni.
Le relazioni sociali possono essere una fonte preziosa per trovare lavoro: un network fatto di contatti diversi e di differenti tipi di legami (amicali, professionali, occasionali).
“Fare networking” in ambito lavorativo vuol dire, infatti, creare una rete di conoscenze durature nel tempo, fondate sulla fiducia, con le quali è possibile scambiare idee e avviare, eventualmente, nuovi progetti.
I social network costituiscono una risorsa per accrescere la visibilità nel mercato del lavoro:
-agevolano le aziende nella ricerca dei profili professionali di interesse.
-aiutano l’utente a mantenersi in contatto ed accedere ad ulteriori opportunità di lavoro.
 
Un networking efficace, sia di persona che online attraverso i social network, sarà sempre un aspetto costante ed essenziale per il vostro avanzamento di carriera, da quando intraprendete i primi passi nel mercato del lavoro, fino alla pensione e oltre.

Social networking: consigli pratici
 
-Definire obiettivo professionale e ambito di interesse.
-Stilare una lista dei contatti utili, individuando tutti i possibili nominativi significativi (parenti; colleghi di lavoro attuali e passati; vicini di casa; ex compagni e docenti; …).
-Classificare i contatti in funzione del supporto che possono dare.
-Ampliare la rete.
-frequentare manifestazioni ed eventi tematici.
-iscriversi a siti specialistici o comunità virtuali.
-Scegliere con attenzione le #parole chiave collegate al proprio profilo, per incrementare la propria visibilità nel web.
-Partecipare alle discussioni di interesse per evidenziare le proprie competenze.
-Garantire la coerenza e l’aggiornamento dei propri profili sui diversi social network.
-Mostrarsi attivi, rispondendo alle mail ed ai messaggi ricevuti e verificando le richieste di connessione.
Inserire nel C.V. cartaceo il link al proprio profilo virtuale per rendere visibili le informazioni in esso contenute e le proprie reti professionali.

E quali gli errori da evitare?
 
-Trascurare i profili sui social network

-Pubblicare contenuti inappropriati: ciò che si pubblica sul web rimane online per molto tempo.
-Trascurare le impostazioni sulla privacy, anche per singolo post.
-Usare un linguaggio volgare: anche avendo l’impostazione privacy è possibile che un post venga letto da chi non vorremmo, rovinando la reputazione.
-Parlare male degli altri: le aziende cercano dipendenti professionali. Non parliamo male degli altri anche se non facciamo più parte di una determinata attività.

Canali e strumenti per la ricerca del lavoro

L’attività di ricerca del lavoro può richiedere l’investimento di una consistente quantità di tempo e, pertanto, risultare piuttosto impegnativa.

Ci sono diverse strade che si possono intraprendere, ma ciascuna ha delle peculiarità e delle particolarità che possono adattarsi a un certo profilo professionale o a una determinata tipologia di utenza:
- Agenzie di selezione del personale: sono agenzie private, finanziate da aziende che si avvalgono di questi servizi in fase di recruiting. Sfruttano una banca dati per selezionare il personale e sono solitamente orientate al reclutamento di profili molto specializzati.
- Agenzie per il lavoro: agenzie di collocamento al lavoro temporaneo, che fanno da tramite tra il lavoratore e l’azienda. Hanno una lista di aziende partner, presso le quali è possibile candidarsi. È consigliabile rivolgersi alle agenzie per il lavoro contattandole telefonicamente e prendendo un appuntamento per un colloquio di persona.
- Autocandidatura: un processo di candidatura che consiste nel proporsi spontaneamente alle aziende (attraverso l’invio del curriculum), sempre in relazione a uno specifico ramo di interesse, con l’obiettivo di ottenere un colloquio di lavoro. È molto utile stendere una lista delle aziende che maggiormente si avvicinano alle proprie aspirazioni lavorative, evitando così di inviare proposte in modo indiscriminato. 
- Centro per l’impiego: un ufficio della Pubblica Amministrazione che si occupa di gestire il mercato del lavoro a livello locale. Per candidarsi alle offerte di lavoro e di stage, è necessario soddisfare alcuni requisiti, tra cui un’iscrizione e la consegna del proprio CV.
- Concorsi pubblici: concorsi indirizzati al lavoro nella Pubblica Amministrazione. Per partecipare, bisogna innanzitutto verificare di essere in possesso dei requisiti espressi nel bando di proprio interesse. Molto spesso, oltre alla valutazione dei titoli, sono previste delle prove di selezione obbligatorie, scritte e orali.
- Enti di formazione: erogano corsi dedicati a una professione specifica, ma anche percorsi di orientamento professionale con l’obiettivo di favorire l’inserimento delle persone nel mondo del lavoro, fornendo corsi suddivisi tra attività di formazione in aula e stage all’interno di strutture convenzionate. Molti corsi sono completamente finanziati.
- Informagiovani : ufficio, presente in quasi ogni città e anche in alcuni comuni. Fornisce informazioni ai giovani dai 15 ai 35 anni riguardo percorsi di formazione, opportunità di lavoro, esperienze di mobilità internazionale, attività di volontariato e tempo libero. Offre anche servizi di revisione del CV e uno sportello di orientamento per opportunità all’estero.
- Motori di ricerca su internet: strumenti di ricerca online attraverso i quali è possibile trovare offerte di lavoro pubblicate sia da agenzie che da privati. Sono canali che permettono di accedere a una grande quantità di offerte ma, allo stesso tempo, possono essere molto dispersivi, poiché non tutti offrono un riscontro del proprio processo di candidatura. Per questi motivi, una strategia potenzialmente efficace prevede di contattare direttamente l’azienda inserzionista.
- Passaparola: può essere un canale molto utile per cercare lavoro. Per questo è importante curare e ampliare la propria rete di amicizie e di relazioni interpersonali, sia di conoscenze reali che del proprio network online.
- Social Network: esistono alcuni servizi web basati sulla rete sociale (ad esempio LinkedIn), indirizzati principalmente allo sviluppo di una rete professionale. Sono strumenti molto utili per creare un profilo lavorativo in maniera accurata e possono mettere in risalto competenze e motivazioni in modo interattivo, con la possibilità di creare una vera e propria rete di contatti professionali. Molto spesso, le aziende che ricevono una candidatura, tendono ad effettuare una ricerca sui social network del candidato per comprenderne meglio il profilo o le strategie di comunicazione e interazione con gli altri. Per questa ragione, è consigliabile evitare di condividere sui social network informazioni che possono andare contro i propri interessi professionali.
- Possibilità all’estero: se si cerca un’opportunità di formazione o di lavoro all’estero, è possibile rivolgersi a diversi portali, tra cui lo sportello Eurodesk di Progetto Giovani, un servizio di orientamento per conoscere molte iniziative comunitarie. Lo sportello si trova nelle città che aderiscono alla rete Eurodesk.

La ricerca attiva del lavoro

L’incontro tra azienda e chi è in cerca di lavoro passa attraverso criteri di scelta che uniscono razionalità, intelligenza emotiva ed esperienza. Conoscere e capire le esigenze del mercato del lavoro, la strada migliore per accedervi, definire una strategia (preparare un curriculum, affrontare un colloquio di lavoro, cercare offerte di lavoro mirate), sono solo alcuni dei momenti chiave del processo finalizzato ad individuare il percorso più adatto alle esigenze ed aspettative della persona. 
 
La scelta e l'utilizzo ottimale degli strumenti di candidatura e dei canali di ricerca del lavoro, sono estremamente importanti, poichè in grado di incrementare o inibire le possibilità di successo.
Il primo aspetto da tenere in considerazione, prima di procedere alla ricerca del lavoro vera e propria, è la motivazione: il motore che ci spinge ad agire e a ricercare in modo attivo tutte quelle opportunità che possono rispecchiare i nostri interessi e le nostre capacità.
 
Ciononostante, può capitare che alcuni tentativi di candidatura o esperienze lavorative passate non siano andati a buon fine, provocando sensazioni di sconforto e demotivazione.
Per evitare di ricadere in una situazione di costante frustrazione, le aspettative che riponiamo nel nostro lavoro dovranno essere realistiche e compatibili con le nostre effettive possibilità.
 
L’obiettivo di questa fase è fare il punto sulle proprie competenze e, in particolare, cercare di definire cosa conosciamo, cosa sappiamo fare e quali sono le nostre caratteristiche interpersonali.

Dal punto di vista professionale, maggiori sono le competenze acquisite, maggiori saranno le possibilità di aderire a differenti profili lavorativi e, quindi, di trovare effettivamente lavoro.
L’attività di ricerca del lavoro può richiedere l’investimento di una consistente quantità di tempo e, pertanto, risultare piuttosto impegnativa. Ci sono diverse strade che si possono intraprendere, ma ciascuna ha delle peculiarità e delle particolarità che possono adattarsi a un certo profilo professionale o a una determinata tipologia di utenza.
Diventa perciò importante a questo punto individuare i canali della ricerca (agenzie per il lavoro, agenzie di selezione del personale, autocandidatura, centri per l'impuego, enti di formazione, ecc.).
Come i canali di ricerca, anche le diverse fasi di selezione richiedono specifici strumenti di candidatura: maggiore sarà l’accuratezza nella preparazione di questi strumenti, tanto più alte saranno le probabilità di accedere ad un colloquio di lavoro. Sono due gli strumenti di base, da presentare contestualmente, che possono dare il via al processo di candidatura: il curriculum vitae e la lettera di presentazione.
 
Alcuni consigli utili per affrontare il percorso di ricerca attiva:
- La ricerca del lavoro richiede tempo e costanza: non ti abbattere di fronte a un eventuale fallimento.
- Abbi sempre fiducia nelle tue capacità: ognuno di noi ha delle peculiarità che possono essere determinanti per uno specifico lavoro.
- Le esperienze lavorative e formative precedenti non sono tutto. Cerca di curare e potenziare anche la tua comunicazione interpersonale, approfondendo qualche lingua straniera (soprattutto l’inglese!), magari attraverso attività di volontariato, sport o esperienze all’estero.
- Il mondo del lavoro è in continua evoluzione, quindi non smettere mai di aggiornarti e sfrutta tutte le occasioni di formazione che possono esserti utili.

Lettera di presentazione per il CV

Come scriverne una efficace

La lettera di presentazione che accompagna il tuo curriculum vitae ti consente in poche righe di raccontare chi sei, cosa cerchi e quali sono le tue motivazioni e le tue aspirazioni professionali.
Deve essere perciò essenziale ed efficace, non deve contenere errori di ortografia e/o di grammatica. Al selezionatore devi comunicare in modo chiaro che sei interessato alla posizione per la quale ti candidi, che sei la persona giusta, qual è il valore aggiunto che puoi rappresentare per l'azienda.
 
Come scriverla?

Innanzitutto deve essere personalizzata: è necessario modellarla in base all’azienda e alla posizione per la quale ci si candida.
 
Ecco alcuni consigli pratici:
 
-Informati in modo accurato sull'azienda e sulla posizione per cui ti candidi.
-Esprimi le motivazioni per cui ti stai candidando.
-Non scrivere troppo, cerca di essere sintetico e conciso e non commettere errori grammaticali e/o di ortografia.
-Non essere troppo formale, utilizza un linguaggio chiaro e semplice.
-Descrivi le tue qualità senza esagerare, sii onesto e trasparente, specialmente se non hai alcuna esperienza lavorativa.
-Evidenzia le tue unicità.
-Evita di ripetere le tue esperienze lavorative nel dettaglio, sono già scritte nel CV. La lettera di presentazione deve servire per catturare l'attenzione del selezionatore e motivarlo a leggere il tuo CV.
-Non dimenticare i saluti alla fine della lettera e di ringraziare per l'attenzione.
-Se inviata tramite posta elettronica, la lettera di presentazione va scritta nel corpo della mail.
 
Come strutturarla:

La lettera di presentazione si può strutturare in quattro parti:
 

  1. Intestazione: qui inserisci il tuo nome e i tuoi dati personali. Cerca di trovare il nome e il cognome del responsabile delle risorse umane (utilizzando il web o chiamando direttamente in azienda); se non è possibile, indica un generico: “Alla cortese attenzione del Direttore delle Risorse Umane”.
  2. Introduzione: specifica per quale posizione ti candidi e introduci quali sono le tue esperienze di lavoro o studio e le skills che ti rendono adatto alla posizione.
  3. Corpo: spiega perché sei interessato alla posizione, perché ti piacerebbe lavorare per quell’azienda e perché pensi di essere la persona adatta per quel ruolo. Questa è la parte più importante della lettera, dove deve trasparire tutta la tua motivazione.
  4. Conclusione: rimarca i tuoi punti di forza, ringrazia per l’attenzione e indica che resti a disposizione per un eventuale colloquio.

Le esperienze professionali nel CV

Come descrivere la tua esperienza lavorativa all'interno del curriculum

Un elemento fondamentale del proprio curriculum sono sicuramente le esperienze lavorative e professionali: ma come inserirle in maniera tale che risaltino e mettano in evidenza le nostre competenze?
 
Tra tutte le informazioni che dobbiamo inserire sul cv, le esperienze lavorative sono tra quelle fondamentali, è infatti buona pratica inserire quante più indicazioni possibili in questo senso per dare modo ai selezionatori di valutare la nostra professionalità in relazione al lavoro per il quale ci stiamo candidando.
 
Presentare le proprie esperienze lavorative sul curriculum in maniera specifica offre un vantaggio competitivo sugli altri.

Le esperienze professionali che menzioni sul tuo CV devono rappresentare una risorsa per la tua candidatura, per questo motivo devi decidere quali vuoi inserire e quali puoi omettere, ricordando sempre che ogni curriculum dovrebbe essere personalizzato in relazione all'offerta di lavoro.
La sezione dedicata alle esperienze professionali si concentra solitamente sugli ultimi 10-15 anni della tua carriera lavorativa per indicare a un datore di lavoro se hai o meno l'esperienza necessaria. È proprio la sezione relativa alla tua storia lavorativa a dare credibilità o meno alla tua domanda di lavoro e, pertanto, dovrebbe essere complementare a tutti gli altri aspetti della tua domanda di lavoro.
 
Specificare quali sono le tue competenze professionali, ti permetterà di:
- Dettagliare le varie esperienze in modo da mostrare come nel tempo la tua carriera si è evoluta, specificando il punto di partenza e il punto di arrivo attuale;
- Dimostrare di essere esperto nel settore specifico per il quale ci si sta candidando: come e perché hai acquisito queste competenze, quali sono stati i lavori che ti hanno portato a questo, ecc.;
- Dimostrare di essere adattabile, mettendo in evidenza i momenti in cui ti sei adattato e le specifiche circostanze.
 
Come scegliere le competenze professionali da inserire nel CV?
Non vale la pena menzionare tutte le esperienze lavorative e professionali che ci hanno portato dove siamo, mentre vale la pena citare solo le migliori o quelle collegate strettamente con la posizione per la quale ci stiamo proponendo.
 
Una volta deciso quali esperienze mettere in evidenza, devi fare in modo che la struttura del tuo documento sia logica e permetta di visualizzare velocemente il tuo cv per selezionarti o meno per un primo colloquio. 
Esiste una sola regola: inserimento in ordine cronologico, dalla più recente alla più vecchia, sempre tenendo conto del lavoro per il quale ti stai candidando.

Cosa succede se abbiamo dei vuoti professionali sul nostro cv?
Può capitare che in questa sezione del curriculum siano presenti dei vuoti, i cosiddetti "gaps" professionali che possono essere dovuti ad una pausa legata a motivi personali o anche relativi alla propria carriera.
Il gap è evidente e non passa inosservato, per cui, in casi del genere è bene cercare di inserire una spiegazione relativa al vuoto professionale tra un'esperienza e l'altra; se non si vuole inserire questa informazione sul cv, bisogna essere preparati ad affrontare le domande che sicuramente ti verranno poste relativamente a questo buco nel cv durante il colloquio.
 
Cosa fare se non si hanno esperienze professionali rilevanti?
Quando si entra nel mondo del lavoro per la prima volta, può capitare di non avere esperienze professionali da menzionare sul proprio curriculum.
Anche se questa situazione può causare imbarazzo quando si scrive un curriculum e ci si candida per un lavoro, in realtà può essere considerata anche un'opportunità in quanto offre all'azienda la possibilità di formare un candidato da zero e integrarlo perfettamente. Se ti trovi in questa situazione, alla voce "Esperienze Professionali" inserisci qualsiasi altra esperienza riconducibile in qualche modo al lavoro al quale aspiri: un lavoro stagionale, un lavoro da studente, uno stage, ma anche un'esperienza come volontario.
In questo modo darai la possibilità all'azienda di valutarti per quello che potenzialmente potrai portare e imparare in quella determinata posizione lavorativa.

Le competenze linguistiche sul CV

Perché inserire le lingue straniere sul curriculum vitae?

Saper parlare o scrivere in un'altra lingua è una delle cose che molte aziende si aspettano dai candidati per una determinata posizione, non necessariamente se ci si presenta per un lavoro internazionale.
La conoscenza di una lingua è fondamentale e, in fase di selezione, potrebbe fare la differenza.
Se l'inglese è la lingua che tutti si aspettano da un candidato, e che la maggior parte padroneggia più o meno correttamente, conoscere un'altra lingua straniera è un elemento distintivo che nel cv non può mancare.
 
Quali sono i vantaggi legati alla presenza delle lingue nel cv?
 
Ampliano le proprie competenze: una o più lingue aiutano a dare un'idea ancora più dettagliata relativamente alle competenze del candidato e contribuiscono a dare un'immagine più precisa e completa dello stesso;
Fanno la differenza in fase di selezione: dichiarare di conoscere una lingua mette in una posizione di vantaggio rispetto ad un altro candidato che non conosce nessuna lingua. Il livello di conoscenza di una lingua è un'altra variante da considerare, per cui il candidato che conosce più approfonditamente una lingua rispetto ad un altro candidato avrà più opportunità di emergere;
Permettono di ottenere incarichi internazionali o di respiro internazionale: non è necessario candidarsi per posizioni all'estero per beneficiare della conoscenza di una o più lingue perché anche un'azienda con base in Italia può avere bisogno di qualcuno che parli altre lingue a cui affidare incarichi particolarmente delicati o importanti.
 
Quando indicare le proprie conoscenze linguistiche sul cv?
 
Posto che tutti i candidati dovrebbero sempre indicare la conoscenza di una o più lingue sul cv, ci sono alcune posizioni per le quali non se ne può fare davvero a meno. Tra queste:
Tutte le professioni nel settore del turismo e dell'ospitalità
Posizioni come interprete/traduttore
Professioni che prevedono rapporti commerciali con clienti stranieri.
 
Indicare i livelli di conoscenza della lingua sul cv
 
Se è vero che indicare la conoscenza di una lingua straniera sul proprio curriculum è fondamentale per alcune posizioni e in linea di massima sempre importante anche per tutte le altre posizioni lavorative, esistono dei criteri da usare per indicare il proprio livello di conoscenza di una determinata lingua.
 
Ecco i livelli sui quali calibrare personalmente la propria conoscenza di una lingua:
 
Madrelingua: la lingua che si padroneggia perfettamente;
Bilingue: se padroneggi due o più lingue a livello madrelingua;
Eccellente: nessun problema a comprendere la lingua e a comunicare in maniera fluida;
Buono: conoscenza base della lingua e utilizzo di un vocabolario limitato ma comprensibile;
Elementare: nozioni base della lingua, sia a livello di comprensione che di pratica.
 
Se valutare la propria conoscenza linguistica può essere difficile, l'Unione Europea ha diramato un Quadro Comune (Il Quadro Comune Europeo di riferimento per lingue QCER/CEFR per la certitificazione delle lingue) che consente una valutazione oggettiva da usare per il proprio cv e che viene usata dai datori di lavoro in fase di selezione e colloquio.
 
Eccolo, nello specifico:
A1 – Principiante
A2 – Elementare
B1 – Pre-Intermedio
B2 – Intermedio
C1 – Post-Intermedio
C2 – Avanzato
 
Certificazioni linguistiche: quanto sono importanti?
 
Le certificazioni linguistiche possono essere l'elemento in più di un cv, in grado di certificare ufficialmente il grado di conoscenza specifico di una lingua. Per questa ragione vanno sempre menzionate, a patto che siano riconosciute a livello internazionale e siano state rilasciate da enti accreditati.

Come scrivere le competenze informatiche sul CV

Quali conoscenze informatiche inserire nel curriculum?

Quando si scrive un curriculum vitae, é importante attenzionare ogni sua singola parte e non tralasciare nessun elemento.

Nell'epoca in cui ci troviamo le conoscenze di base o Hard skills risultano di fondamentale importanza ed in base al lavoro per il quale ti stai candidando ricorda che un curriculum in cui non sono presenti le conoscenze informatiche, è probabile che non venga neanche preso in considerazione.

Nella sezione delle conoscenze informatiche puoi indicare:

  • sistemi operativi che conosci (Windows, Unix, Linux, etc.)
  • programmi di uso generale come il pacchetto Office
  • L'utilizzo di internet  e della posta elettronica (che costituiscono dei requisiti indispensabili)

Evita di citare però le abilità in chat, a meno che non ti stia candidando per posizioni particolari.

A tutto questo è bene aggiungere, se presenti nella tua esperienza:

  • corsi di formazione
  • patente informatica

A proposito degli attestati informatici, i più richiesti e riconosciuti a livello internazionale sono:

  • l'ECDL ( European Computer Driving Licence) che viene riconosciuto a livello internazionale e rilasciato in Italia dall'AICA, Associazione Italiana per l'Informatica e il Calcolo Automatico.
  • l'EIPASS (European Informatics Passport, ovvero Passaporto Informatico Europeo) è il programma di certificazione delle competenze informatiche oggettivo, standardizzato, riconosciuto su base internazionale, che attesta il sicuro possesso delle abilità e delle conoscenze digitali necessarie per utilizzare correttamente le risorse informatiche e tecnologiche, a vari livelli, in diversi settori e per specifiche professioni
  • il MOS(Microsoft Office Specialist) è una certificazione riconosciuta in tutto il mondo che attesta le capacità nell'uso degli applicativi di Microsoft Office.
  • l'IC3, (Internet and Computing Core Certification), è uno degli attestati informatici riconosciuto a livello internazionale e certifica le conoscenze di base di un utente.

Stage sul tuo curriculum: quando inserirlo?

Sei alle prese con la compilazione del tuo curriculum?
 
Non hai alcuna esperienza lavorativa alle spalle, ma solo stage o tirocini?
 
Niente panico…ora vedremo in quale sezione del vostro curriculum è meglio inserire le proprie esperienze di stage!
 
Quando non si specifica che formato di cv bisogna inviare, è consigliabile per gli studenti utilizzare un modello di curriculum per studenti sicuramente più chiaro, sintetico e conciso rispetto al modello europeo.
Ci sono tantissimi layout tra i quali poter scegliere.
In questo formato, è consigliabile inserire le proprie esperienze di stage e tirocinio nella sezione delle esperienze professionali.
Il motivo di questa scelta è semplice: quando le esperienze professionali vere e proprie mancano, non avrebbe senso inserire le esperienze di tirocinio in un altra sede, che non sia la sezione delle esperienze professionali.
Vi consigliamo di inserire una breve descrizione dell’esperienza compiuta, menzionando le capacità acquisite e le attività svolte. Ricordate di specificare sempre che si è trattato di stage e di tirocinio e di non farlo passare come un contratto di lavoro normale.
 
Cosa non deve mai mancare?
Date e durata dello stage
Nome dell’azienda e settore d’attività in cui opera
Se c’è spazio, un elenco di attività svolte
Elenco di competenze acquisite durante lo stage
 
In generale, si consiglia di inserire tutte le esperienze di stage nel curriculum vitae, anche quelle considerate diciamo più “insignificanti”. Tuttavia, ci sono alcune situazioni in cui si consiglia il contrario.
Ad esempio nel caso in cui si inizi uno stage, ma poi esso non venga regolamentato: in questo caso è meglio non inserirlo. Una cosa da non fare assolutamente è mentire sulle proprie esperienze. Infine, se avete molte esperienze di stage o di lavoro, evitate di inserire quelle più lontane alla posizione per la quale vi candidate.
 
Ricordatevi infine, che tutti hanno iniziato la propria carriera lavorativa con uno stage!

Come compilo la parte della formazione nel Cv?

E' il momento di parlare della sezione dedicata alla formazione…cosa inserire?
 
Innanzitutto molto dipende dal modello di cv utilizzato, ma soprattutto dall'annuncio per il quale ci si candida.
 
Se si risponde infatti ad un'offerta per un profilo più avanzato, allora è preferibile inserire le proprie esperienze lavorative prima della formazione; se invece si dispone di poche esperienze lavorative, o quelle che si hanno non corrispondono al profilo richiesto…allora è bene valorizzare e dare la giusta attenzione al percorso di studi, soprattutto se ricco di stage e esperienze formative importanti.
 
Allo stesso modo il posizionamento della sezione dedicata alla formazione nel cv dipende anche dalla data di quando è stato conseguito il titolo di studio: se recente la parte dedicata all'istruzione è bene porla nella parte alta del cv, per darle visibilità.
 
Quali informazioni non possono mancare?
Quando si descrive il percorso di studi è fondamentale indicare:
 
durata e data (partendo dal titolo di studio più alto e procedendo in ordine cronologico inverso)
 
nome e località dell'istituto
 
anno di conseguimento dell'attestato (diploma/laurea)
 
tesi e/o voto dell'attestato (se degno di merito)
 
Ricorda…se lo scopo è quello di dimostrare di essere in possesso di quelle capacità per affrontare la sfida lavorativa richiesta, è bene dare visibilità ad esperienze coerenti con quanto richiesto.
 
Se hai percorsi incompleti, iniziati e non portati a termine, inseriscili nel cv solo nel caso in cui l'esperienza acquisita sia rilevante per la posizione a cui si aspira.
 
Nel caso in cui il titolo di studio più alto corrisponda al diploma di scuola secondaria superiore, includerlo è la mossa giusta nel caso in cui ti sia diplomato negli ultimi 5/10 anni o sia sul punto di diplomarti.
 
Menzionare nel cv certificazioni recenti e rilevanti per la posizione lavorativa è una buona idea, ricordandoti di inserire il nome completo della certificazione e dell'istituto che l'ha rilasciata.
 
Se hai svolto tirocini, anche durante il periodo scolastico/universitario, possono essere inclusi anche nella sezione dedicata alle esperienze lavorative.
 
Nel caso in cui l'istruzione non sia il tuo punto forte…dedica maggior spazio e attenzione alla sezione relativa alle competenze.