Camminare fa bene..e questo si sa, ma il cammino come filosofia riesce a fare ancora di più: ci fa evadere dalla vita quotidiana troppo frenetica ormai, ci riallinea con i ritmi della nutura, mette alla prova noi e il nostro fisico.
E allora perchè non andare alla scoperta dell'Europa a piedi?
Percorrendo antiche strade dove sono passati mercanti, pellegrini, santi e briganti, per riscoprire le origini del nostro continente. Un viaggio con lentezza da fare per le più svariate ragioni, ma che emana un fascino irresistibile e un misticismo unico.
Di cammini di questo tipo ne esistono davvero tanti in giro per l’Europa, alcuni famossisimi come quello di Santiago de Compostela in Spagna, altri tutti da scoprire.
West Highland - Scozia - https://www.westhighlandway.org/ La West Highland Way è un cammino di 154 Km da Milngavie - appena fuori Glasgow - a Fort William, graziosa cittadina delle highlands scozzesi. Lungo tutto il tragitto sarete immersi in una varietà di scenari: dalle montagne delle highlands ai piccoli borghi passando per le ampie brughiere. Il cammino si struttura in otto tappe, da sud a nord della Scozia in ragione del fatto che le tappe al sud sono più facili e in grado di preparare per le tappe più impegnative del nord. Tra i luoghi più spettacolari si annoverano Loch Lomond, il lago più grande del Paese, la palude del Rannoch Moor e l’imponente Buachaille Etive Mor, una delle cime più fotografate del Paese.
Cammino 100 Torri- Sardegna https://www.cammino100torri.com/ È un cammino che percorre tutta la Sardegna: un percorso che si snoda lungo 8 vie e tappe da percorrere in senso antiorario. In un unico percorso potrete dedicarvi a tantissime attività tra cui trekking, hiking, escursioni, campeggio, percorsi in bici, potete godervi le spiagge o il silenzio in cima ad una collina. Principalmente si cammina su spiagge e sentieri, si cammina costeggiando il mare e non mancano le opportunità di inoltrarsi nelle foreste per scoprire una torre in cima ad una montagna. Il percorso è suddiviso in 8 vie che regalano storie e racconti per guidarti alla scoperta dell’isola attraverso un cammino sul mare, sulle spiagge più belle, tra macchia mediterranea e foreste selvagge. Ci saranno giorni in cui ci si troverà a camminare in città e giorni invece in mezzo a lunghe spiagge che dipingeranno davanti ai vostri occhi scenari da favola diversi con ogni stagione.
Via Dinarica - Balcani https://trail.viadinarica.com/bs/ Secondo il National Geographic, la Via Dinarica ha tutti i presupposti per candidarsi a diventare uno dei più celebri cammini al mondo, sicuramente il preferito dai chi ama i Balcani. La Via Dinarica si snoda infatti per ben 8 Paesi e quasi 2000 km: dalla Slovenia alla Macedonia passando per Croazia, Serbia, Bosnia-Erzegovina, Montenegro, Kosovo e Albania. Lungo la Via, potrete ammirare le case dei pastori, le memorie di guerra, le fortezze di pietra e i resti di tracce lasciate nei secoli dai popoli che hanno abitato quelle terre: Illiri, Romani, Slavi, Ottomani e Serbi. Incontrerete chiese Cattoliche, moschee Musulmane e monasteri Ortodossi, a testimonianza della ricchezza culturale che contraddistingue da sempre i Balcani.
Il Caminito del Rey - Spagna http://www.caminitodelrey.info/en/ Se alle lunghe camminate preferite le brevi tragitti, ma da fare con quella giusta dose di adrenalina,il Cammino del Re è il vostro cammino. Si trova nei pressi di Malaga,in Spagna,ed è chiamato così perché è stato proprio Re Alfonso XIII ad averlo inaugurato un secolo fa. Si sviluppa per circa 3km con lunghe rampe, larghe appena un metro, sospese fino a 100 metri di altezza sul fiume. Il sentiero, amato dagli escursionisti proprio per la sua spettacolarità, viene da molti definito come il sentiero più pericoloso del mondo, sicuramente non il più adatto a chi soffre di vertigini.
E' quello che letteralmente significa "backpacking", viaggiare con lo zaino.
Perché è proprio questo, che la parola va ad identificare: quella comunità di viaggiatori, in costante aumento, che scelgono di viaggiare zaino in spalla, alla scoperta di un territorio, dormendo negli ostelli, spostandosi a piedi e coi mezzi pubblici, risparmiando sul trasporto e su vitto e alloggio, non solo per un’esperienza di viaggio economica ma anche, e soprattutto, autentica.
Partire per periodi medio-lunghi e trascorrere mesi o anni in giro per il globo terrestre adottando uno stile di vita low cost; il che vuol dire soggiornare in ostelli, condividere spazi ed esperienze con tanti altri viaggiatori, utilizzare trasporti pubblici e acquistare biglietti di voli a basso costo per spostarsi da un luogo all’altro.
Il termine backpacking affonda le sue radici proprio nel tipo di “turismo” condotto da queste persone; ovvero una forma di viaggio internazionale (ma anche locale o nazionale) low-cost e indipendente. Questo fenomeno è molto diffuso nel Nord Europa, ma da alcuni anni ha preso piede anche in Italia, con la nascita di forum e siti web dedicati. In genere questo tipo di viaggio unisce l'escursionismo al campeggio. Una distinzione fondamentale dall'escursionismo di un giorno è la dimensione dello zaino: al suo interno è necessario portare tutti gli elementi essenziali per il viaggio, pertanto è importante scegliere quelli essenziali con cura, perchè peseranno sulla schiena!
Itinerario in progress
Il backpacker non pianifica il proprio viaggio o, se lo fa, lascia la porta aperta ad avventure improvvisate. La prima destinazione è solitamente ben definita per motivi puramente logistici. Dalla prima tappa in poi le strade da percorrere sono quasi infinite: ci sono deviazioni dell'ultimo secondo dovute a nuove ispirazioni o piani falliti, inedite destinazioni da scoprire assieme a nuovi compagni di viaggio... il mondo è a totale disposizione del backpacker, non ci sono limiti!
Spirito d'adattamento
Il viaggiatore con lo zaino è uno spirito libero che accetta l'esperienza del viaggio a 360°, difficoltà e ostacoli compresi. Quelli che potrebbero dunque essere enormi sacrifici per il turista da destinazione tropicale si trasformano in una normalissima routine per il backpacker.
Di seguito una serie di link utili per coloro che vogliono intraprendere un viaggio all’insegna del backpacking:
Il backpacker - Questo blog parla principalmente di viaggi economici e con lo zaino in spalla. È un luogo dove trovare consigli ed ispirazione per viaggiare in modo economico ed indipendente- https://ilbackpacker.it/.
Blog per i viaggiatori indipendenti: è un luogo di incontro tra viaggiatori e piccoli operatori locali in grado di fornire itinerari personalizzati e per tutte le tasche - https://www.viaggiare-low-cost.it.
L'iniziativa punterà i riflettori sull'importanza della gioventù europea nella costruzione di un futuro migliore: più verde, più inclusivo e più digitale.
L'Anno europeo dei giovani è il momento perfetto per avanzare con fiducia e speranza in una prospettiva post-pandemica. Avrai tantissime opportunità per formarti, condividere la tua visione, incontrare persone e partecipare ad attività in tutta Europa.
Quest'anno l'UE riserva un'attenzione particolare ai giovani. L'obiettivo è includere i giovani e le loro priorità nella definizione delle politiche e organizzare attività incentrate sui giovani in tutta l'UE.
L’Europa ha bisogno della visione, dell’impegno e della partecipazione di tutti i giovani per costruire un futuro migliore, più verde, più inclusivo e digitale. Organizzando l’Anno europeo dei giovani, l’UE vuole moltiplicare e migliorare le opportunità per il futuro delle nuove generazioni.
Su proposta del Parlamento, una particolare attenzione verrà prestata ai giovani con minori opportunità o con problemi di salute mentale. Nel corso dell'anno verrà lanciato un nuovo progetto “ALMA” (che sta per Aim, Learn, Master, Achieve, vale a dire Aspirare, Imparare, Conoscere, Conseguire) per promuovere la mobilità transfrontaliera dei giovani svantaggiati.
Ogni anno l'Unione europea pone l'accento su un tema importante, e il 2022 sarà proprio l'Anno europeo dei giovani, con l'obiettivo di infondere in tutti i ragazzi e le ragazze dell'Unione europea nuove speranze, forze e fiducia nel futuro!
➡ Attivo da oggi, giovedì 12 novembre, il call center dell’AUSL dedicato al coronavirus che risponde al numero 0521.393232 (non più allo 0521.396436). Non cambiano gli orari di risposta: dal lunedì al venerdì dalle 8.30 alle 13 e dalle 14 alle 18, il sabato dalle 8.30 alle 13. Il nuovo numero entra in funzione dopo un intervento tecnico che migliora la gestione delle chiamate.
Da domani, quindi, il vecchio numero - lo 0521.396436 – non sarà più attivo: per qualche tempo, comunque, una voce registrata ripeterà il nuovo numero da contattare.
Il DPCM 24 ottobre 2020 conferma l'obbligo di indossare le mascherine all’aperto e nei luoghi al chiuso diversi dalle abitazioni private (non solo nei luoghi chiusi accessibili al pubblico). Si fa eccezione a tali obblighi, sia in luogo chiuso che all’aperto, nei casi in cui, per le caratteristiche del luogo o per le circostanze di fatto, sia garantita in modo continuativo la condizione di isolamento rispetto a persone non conviventi.
Non sono soggetti all’obbligo di mascherina i bambini al di sotto dei sei anni, nonché le persone con patologie o disabilità non compatibili con l’uso continuativo della mascherina e chi li assiste/interagisce con loro.
L’uso della mascherina non è obbligatorio durante lo svolgimento dell’attività sportiva.
L'uso della mascherina aiuta a limitare la diffusione del virus, ma deve essere adottata in aggiunta ad altre misure di igiene respiratoria e delle mani.
Mascherine di comunità, mascherine chirurgiche, dispositivi di protezione individuale (DPI)
Mascherine di comunità Hanno lo scopo di ridurre la circolazione del virus nella vita quotidiana e non sono soggette a particolari certificazioni. Non devono essere considerate né dei dispositivi medici, né dispositivi di protezione individuale, ma una misura igienica utile a ridurre la diffusione del virus SARS-COV-2. Possono essere mascherine monouso o mascherine lavabili, anche auto-prodotte, in materiali multistrato idonei a fornire un’adeguata barriera e, al contempo, che garantiscano comfort e respirabilità, forma e aderenza adeguate per coprire dal mento fino al di sopra del naso.
L'uso della mascherina in comunità aiuta a limitare la diffusione del virus, ma deve essere adottata in aggiunta ad altre misure di protezione finalizzate alla riduzione del contagio (come il distanziamento fisico e l’igiene costante e accurata delle mani), che restano invariate e prioritarie. Non è utile indossare più mascherine sovrapposte.
Autoproduzione delle mascherine di comunità. L'Istituto superiore di sanità informa che anche l'uso di mascherine di comunità autoprodotte aiuta a contrastare la diffusione del virus, se usate bene e costantemente. Le mascherine di comunità possono essere realizzate a casa con materiali comuni a basso costo (come scampoli di stoffa). L'ISS precisa che le mascherine di comunità, sia autoprodotte, che commerciali, non sono dispositivi medici (come le mascherine chirurgiche) né dispositivi di protezione individuale.
Mascherine di comunità lavabili. È possibile lavare le mascherine di comunità se sono fatte con materiali che resistono al lavaggio a 60 gradi. Le mascherine di comunità commerciali (cioè non autoprodotte) sono lavabili se sulla confezione sono riportate indicazioni che possono includere anche il numero di lavaggi consentito senza che questo diminuisca la loro performance.
Mascherine chirurgiche Sono le mascherine a uso medico, sviluppate per essere utilizzate in ambiente sanitario o in particolari ambienti lavorativi e certificate in base alla loro capacità di filtraggio. Rispondono alle caratteristiche richieste dalla norma UNI EN ISO 14683-2019 e funzionano impedendo la trasmissione.
Anche nel caso in cui compaiano sintomi è necessario utilizzare le mascherine chirurgiche, certificate come dispositivi medici.
Dispositivi di protezione individuale L'Istituto superiore di sanità ha emanato un documento riguardante i DPI (come ad esempio i filtranti facciali FFP2 e FFP3) e i dispositivi medici raccomandati per la prevenzione del contagio da SARS-CoV-2 in contesto lavorativo (operatori sanitari, addetti alle pulizie, tecnici di laboratorio, pazienti con/senza sintomi, accompagnatori, ambulanzieri etc.) e destinatari dell’indicazione.
Per avere ulteriori informazioni, si può consultare il seguente link
Studio ECDC sull'uso delle mascherine di tipo medico e non medico
L’ECDC (European Centre for Disease Prevention and Control) ha pubblicato un Rapporto con le indicazioni sull’uso delle mascherine di tipo medico (per es. chirurgiche) e di tipo non medico nelle persone non malate per contrastare la diffusione del virus nella comunità da parte di chi è in fase presintomatica o asintomatica.
Nelle conclusioni in particolare si legge che:
- l'uso di mascherine facciali di tipo medico (chirurgiche o altro dispositivo medico) è prevalentemente riservato agli operatori sanitari e deve avere la priorità sull'uso delle mascherine nella comunità
- l'uso di mascherine facciali in pubblico può servire come mezzo di controllo per ridurre la diffusione dell'infezione minimizzando la diffusione di goccioline respiratorie da individui infetti che non hanno ancora sviluppato sintomi o che rimangono asintomatici ed è raccomandato soprattutto in spazi affollati e chiusi, come negozi, centri commerciali o quando si utilizzano i mezzi pubblici, ecc;
- si può prendere in considerazione l'uso di mascherine facciali non mediche realizzate con vari tessuti, specialmente se vi sono problemi di fornitura, ma ad oggi esistono evidenze scientifiche indirette e limitate e devono essere indossate in modo appropriato e corretto;
- l'uso di mascherine facciali nella comunità deve essere considerato solo come una misura complementare e nonin sostituzione delle misure preventive consolidate, come, ad esempio, il distanziamento fisico, l’igiene respiratoria (tra cui tossire o starnutire in un fazzoletto monouso o nella piega del gomito per evitare di trasmettere agli altri le goccioline con le secrezioni respiratorie), l’igiene meticolosa delle mani e l’evitare di toccarsi con le mani il viso, il naso, gli occhi e la bocca.
- le raccomandazioni sull'uso delle mascherine facciali nella comunità dovrebbero tenere attentamente conto delle lacune delle prove di efficacia, della situazione dell'offerta e dei potenziali effetti collaterali negativi.
Come usare e smaltire correttamente le mascherine
Il Ministero della Salute ha prodotto un video spot (http://www.salute.gov.it/portale/news/p3_2_1_1_1.jsp) che spiega quando indossarla e come usarla in sicurezza. Le principali raccomandazioni:
• prima di indossare la mascherina, lavati le mani con acqua e sapone (per almeno 40-60 secondi) o con una soluzione alcolica (per almeno 20-30 secondi);
• indossa, manipola e togli la mascherina toccando solo gli elastici o i legacci, avendo cura di non toccare la parte interna;
• accertati di aver indossato la mascherina nel versogiusto (ad esempio nelle mascherine chirurgiche la parta colorata è quella esterna);
• posiziona correttamente la mascherina, facendo aderire il ferretto superiore al naso e portandola sotto il mento;
• se durante l’uso si tocca la mascherina, si deve ripetere l’igiene delle mani;
• non riporre la mascherina in tasca e non poggiarla su mobili o ripiani;
• quando diventa umida, sostituisci la mascherina con una nuova e non riutilizzarla: sono maschere mono-uso;
• gettala immediatamente in un sacchetto chiuso e lavati le mani;
• in caso di mascherine lavabili, procedere alle operazioni di lavaggio a 60°C con comune detersivo o secondo le istruzioni del produttore (se disponibili); talvolta i produttori indicano anche il numero massimo di lavaggi possibili senza riduzione della performance della mascherina;
• dopo avere maneggiato una mascherina usata equando ci si toglie la mascherina, effettua il lavaggio o l’igiene delle mani.
Anche l'Istituto Superiore di Sanità ha prodotto alcuni materiali per mostrare come usarle e smaltirle correttamente
Smaltimento delle mascherine.
L'Istituto Superiore di Sanità precisa che mascherine e guanti vanno smaltiti con i rifiuti indifferenziati, ma per precauzione vanno sempre posti prima dentro un altro sacchetto chiuso, per evitare contatti da parte degli operatori ecologici. Al momento, come precisa il presidente dell’Istituto superiore di sanità Silvio Brusaferro, “non è noto il tempo di sopravvivenza dei coronavirus nei rifiuti”.
Uso della mascherina, indispensabile per contrastare il contagio da Coronavirus
#SPUNTIDIFANTASIA! - Salute e benessere
Questa settimana torniamo nuovamente a parlare del corretto USO DELLA MASCHERINA e del perchè è indispensabile per contenere il contagio da Corona Virus e come indossarla correttamente.
In questi mesi in cui stiamo convivendo con il Corona Virus, per proteggerci e per contenerne la diffusione abbiamo imparato a conoscere i vari tipi di mascherine e altri dispositivi di protezione individuale come guanti e calzari.
Abbiamo imparato che non tutte le mascherine hanno la stessa funzione, abbiamo visto la differenza tra la mascherina chirurgica e quelle professionali con valvole e quali sono consigliate e quali invece non ci proteggono.
Quali e come usarle: Le mascherine che ci permettono di proteggerci sono quelle chirurgiche che vanno però sostituite spesso. È possibile utilizzare anche mascherine autoprodotte in cotone o stoffa che devono essere lavate tutti i giorni in lavatrice. Quel che è certo è che per proteggerci l’unica arma è indossarla sempre nei luoghi chiusi e anche all’aperto se non siamo ad almeno un metro e mezzo di distanza dalla altre persone. Quando la indossiamo facciamo attenzione a coprire bene anche il naso e evitiamo di continuare ad aggiustarla o muoverla e di toccare gli occhi. L’altra regola è igienizzare spesso le mani con un gel a base alcolica per eliminare i batteri che si depositano su quello che tocchiamo.
In una situazione di emergenza sanitaria che richiede la massima serietà è necessario rimanere uniti ed avere una visione unica del bene comune, purtroppo c’è anche chi dice…no!
Cosa pensano i negazionisti? Una parte della popolazione sostiene che la mascherina faccia più male che bene perchè impedisce la corretta respirazione se non usata correttamente può addirittura portare ad una maggiore diffusione del virus. Questo genere di negazionismo è nocivo e pericoloso per la società perchè crea una discussione fine a se stessa quando l’unica cosa che noi tutti dovremmo fare sarebbe fare la nostra parte nel rispettare le regole che sono state stabilite dal governo in costante collaborazione con le autorità sanitarie.
Ormai ci siamo: mancano pochissimi giorni all'inizio della manifestazione canora italiana che rappresenta un verio e proprio caposaldo della nostra musica, e che puntualmente divide l'opinione pubblica, tra chi lo segue con interesse, chi con la curiosità di vedere la parte più "glamour", data da abiti e scenografia, e altri che si affannano ad affermare che assolutamente non lo guarderanno (ma sarà davvero così??): da martedì 1, con finalissima sabato 5 Febbraio, dal teatro AristonAmadeus condurrà il
72° Festival di Sanremo
Scopriamo alcune curiosità legate a quest'edizione...
Quest’anno l’unica categoria in gara al Festival si chiamerà “Artisti” (non ci sarà la gara delle Nuove Proposte: i Giovani si sono sfidati a dicembre e tre di loro hanno ottenuto un posto in gara tra i Big), ma non c’è dubbio che quelli selezionati da Amadeus siano davvero dei Big. Il cast di Sanremo 2022 è spettacolare e trasversale. Ci sono leggende della canzone come Morandi, Ranieri, Rettore e Zanicchi. Ma anche i veri casi discografici del momento: Blanco, Mahmood, Rkomi, Aka 7even, Sangiovanni. È una squadra dove convivono ben sette vincitori del Festival e nomi che il grande pubblico deve ancora scoprire, da Ditonellapiaga a Giovanni Truppi. Una cosa è certa: sarà una sfida aperta come non mai.
Per tutti e 25 sarà una gara senza eliminazioni per arrivare alla serata finale con la proclamazione del vincitore. Torna la serata speciale delle Cover di venerdì 4 febbraio, durante la quale gli artisti eseguiranno un brano degli Anni '60, '70, '80 o '90.
Ecco l'elenco dei cantanti in gara:
Achille Lauro - "Domenica" Aka 7even - "Perfetta così" Ana Mena - "Duecentomila ore" Dargen D'Amico - "Dove si balla" Ditonellapiaga con Rettore - "Chimica" Elisa - "O forse sei tu" Emma - “Ogni volta è così” Fabrizio Moro - "Sei tu" Gianni Morandi - "Apri tutte le porte" Giovanni Truppi - "Tuo padre, mia madre, Lucia" Giusy Ferreri - "Miele" Highsnob e Hu - "Abbi cura di te" Irama - "Ovunque sarai" Iva Zanicchi - "Voglio amarti" La Rappresentante di Lista - "Ciao ciao" Le Vibrazioni - "Tantissimo" Mahmood e Blanco - "Brividi" Massimo Ranieri - "Lettera di là dal mare" Matteo Romano - "Virale" Michele Bravi - "Inverno dei fiori" Noemi - "Ti amo non lo so dire" Rkomi - "Insuperabile" Sangiovanni - "Farfalle" Tananai - "Sesso occasionale" Yuman - “Ora e qui”
Ogni sera si alterneranno delle diverse co-conduttrici ad affiancare Amadeus, arrivato al suo 3° Festival, e sono:
Prima serata: Ornella Muti Seconda serata: Lorena Cesarini Terza serata: Drusilla Foer Quarta serata: Maria Chiara Giannetta Serata finale: Sabrina Ferilli
Chiudiamo con gli ospiti, quelli già annunciati, in attesa di scoprire se ci saranno sorprese durante lo svolgimento del Festival:
Checco Zalone Cesare Cremonini Måneskin, apriranno la prima serata del Festival Meduza, ospiti la prima serata Laura Pausini sarà ospite durante la seconda serata Luca Argentero Raoul Bova Lino Guanciale Anna Valle Gaia Girace e Margherita Mazzucco
Buona musica a tutti ragazzi...questa settimana la proposta è la canzone di Ultimo intitolata
22 Settembre
...l'avete già ascoltata? Fateci sapere...
Il testo: Io la vita la prendo com’è questo viaggio che parte da sé che non chiede il permesso mai a me io la vita la prendo com’è
Puoi lasciare adesso le vecchie convinzioni ne costruiremo altre con nuove mie parole ci penserò io a tutto tu dovrai un po’ affidarti e perdona la freddezza ma spero che mi salvi per starmene in silenzio in sere più autunnali ricordo me in un parco a dire “mostra quanto vali” e non essere mai affranto se un sogno non si svela ho visto gente esclusa ridere a squarciagola
Io la vita la prendo com’è questo viaggio che parte da sé che non chiede il permesso mai a me io la vita la prendo com’è
Non prenderò quel treno che porta nel futuro no, io voglio godere anche un semplice minuto e il 22 settembre io tornerò in quel posto tu sai che cosa intendo ma adesso io non posso non posso più permetterlo devo alzarmi e accendere non scriverò la musica ma la vita della gente io sento una missione e ti giuro che andrò alla meta cantare in pieno inverno per dar la primavera
Io la vita la prendo com’è questo viaggio che parte da sé che non chiede il permesso mai a me io la vita la prendo com’è
Significato del brano:
Sul brano, Ultimo ha dichiarato: “Qualche mese fa ho scritto una canzone….. l’ho chiamata ‘22 Settembre’. Ho pensato che sarebbe stato giusto farla uscire il 22 Settembre. E quindi dai, da mezzanotte sarà vostra!! A dopo!!” . Dal testo del brano si evincono la voglia e l’istinto che ha Ultimo, all’anagrafe Niccolò Moriconi, di scrivere e fare musica, musica che racconti della vita, della gente: “devo alzarmi e scendere, non scriverò la musica, ma vita della gente, io sento una missione..”
Dunque, si diceva a proposito del testo di 22 settembre di Ultimo: c'è tutto quello che ti aspetteresti, perché in fondo il nostro cuccioletto di drago lo si conosce da tempo. Vive nel suo mondo di musica, di cui non può fare a meno, crede che la vita vada affrontata di petto e con il senso dell'istinto e cerca la salvezza in che gli sta accanto, perché il suo cuore romantico prende sempre il sopravvento.
La canzone di oggi che vi propongo è il capolavoro di Lucio Dalla:
4 marzo 1943
L'avete ascoltata? Cosa ne pensate?
Il testo:
Dice che era un bell'uomo E veniva, veniva dal mare Parlava un'altra lingua però sapeva amare E quel giorno lui prese mia madre sopra un bel prato L'ora più dolce prima d'essere ammazzato
Così lei restò sola nella stanza, La stanza sul porto Con l'unico vestito, ogni giorno più corto E benchè non sapesse il nome E neppure il paese M'aspettò come un dono d'amore Fino dal primo mese
Compiva sedici anni Quel giorno la mia mamma Le strofe di taverna Le cantò la ninna nanna E stringendomi al petto che sapeva, Sapeva di mare, giocava a far la donna Con il bimbo da fasciare
E forse fu per gioco o forse per amore Che mi volle chiamare come Nostro Signore
Della sua breve vita il ricordo, Il ricordo più grosso, è tutto in questo nome Che io mi porto addosso
E ancora adesso che gioco a carte E bevo vino, Per la gente del porto Mi chiamo Gesù Bambino
E ancora adesso che gioco a carte E bevo vino, Per la gente del porto Mi chiamo Gesù Bambino
E ancora adesso che gioco a carte E bevo vino, Per la gente del porto Mi chiamo Gesù Bambino.
Il significato:
Doveva chiamarsi "Gesubambino", tutto attaccato, e invece a causa della censura che la colpì in più parti, una delle canzoni più amate del repertorio di Lucio Dalla prese il nome di "4 marzo 1943" lasciando alle parentesi, e comunque alla memoria storica, quello originale che non era adatto per essere portato a Sanremo, dove il cantante bolognese si sarebbe piazzato in terza posizione. Ma andiamo con ordine, perché dopo averlo ricordato, il 1 marzo – giorno in cui scomparve in un albergo di Losanna -, Lucio Dalla viene festeggiato ogni 4 marzo, giorno della sua nascita e di un titolo che gli è, giustamente, rimasto incollato addosso per una canzone che non era autobiografica e che ha avuto diverse modifiche, come ha spesso raccontato Paola Pallottino, che di quel pezzo fu coautrice.
L'incontro tra Dalla e Paola Pallottino
L'incontro tra i due fu casuale, alcuni amici comuni le consigliarono di proporre al cantante alcuni suoi testi, nati dall'amore per i francofoni Brel e Brassens e così cominciò la loro avventura che caratterizzò un pezzo della prima parte della carriera di Dalla, culminata proprio in quella "4 marzo 1943" che gli resterà cucita addosso a causa (o grazie) a quel titolo che riprendeva la sua data di nascita e che dovette essere cambiata a causa della censura.
Il significato di "4 marzo 1943"
"Gesubambino" "voleva essere un mio ideale risarcimento a Lucio per essere stato orfano dall’età di 7 anni. Doveva essere una canzone sull’assenza del padre, ma poi è diventata una canzone sull’assenza della madre. Lucio la cantò la prima volta dal vivo nel dicembre del ’70 al teatro Duse di Bologna. Piacque così tanto che i discografici della Rca decisero di portarla a Sanremo. Fu il suo primo grande successo, ma Lucio ne rimase anche un po’ prigioniero".
La censura e i versi modificati
Uno dei versi più controversi era quello che diceva: "E anche adesso che bestemmio e bevo vino, per ladri e puttane sono Gesù Bambino" che però diventò. come noto: "E ancora adesso che gioco a carte e bevo vino, per la gente del porto mi chiamo Gesù Bambino", in un cambiamento che non convinse l'amica così come non la convinse la partecipazione a Sanremo, ma la Storia avrebbe detto che in fondo le scelte del cantante erano state favorevoli.
#SPUNTIDIFANTASIA! Alla scoperta delle professioni
Chi è e cosa fa:
Ilfotografo è una persona che produce fotografie, per professione o per diletto, utilizzando la macchina fotografica. Per molto tempo a questa definizione è stata aggiunta un’altra fascia di fotografi, quelli titolari o responsabili di negozi di stampa fotografica: il fotografo di fiducia insomma, che dal nostro famoso rullino Kodak sviluppava e stampava le nostre preziose foto. Nonostante l’avvento del digitale abbia profondamente modificato e semplificato la vita a tutti anche in questo campo, il lavoro primario lo svolge ancora una volta la mente del fotografo: produrre una fotografia significa riconoscere in un’immagine del reale, lo scatto che stavamo cercando: creare fotografie implica una certa sensibilità d’animo e mentale, vuol dire spesso porre attenzione ai dettagli, all’azione nascosta, alla vita che accade e che ci parla proprio ad un palmo dal naso.
Una volta realizzato lo scatto, il fotografo si occupa in un secondo momento dello sviluppo e della stampa delle immagini, incluso se necessario, il ritocco fotografico.
Esistono due tipi di fotografo: fotografo professionista e fotografo amatoriale (o appassionato di fotografia): mentre il primo pratica la fotografia come professione, quindi per lavoro, con il compito di soddisfare chi commissiona il progetto, il secondo, cioè il fotoamatore o “fotografo dilettante” la pratica come hobby, come svago e divertimento, spesso come conseguenza di una forte passione per la fotografia.
I compiti del fotografo:
Conoscenza delle tecniche di fotografia
Capacità di realizzare fotografie di qualità professionale
Capacità di modificare le foto usando software di foto-ritocco
Creatività e sensibilità artistica
Attenzione al dettaglio
Adattabilità e flessibilità
Capacità comunicative
Disponibilità a spostarsi in base alle esigenze di lavoro
Formazione: La prima cosa da sapere per diventare fotografo è che non esiste un percorso di laurea univoco che ti porterà automaticamente alla professione dei tuoi sogni. Ci sono però corsi di formazione e scuole di fotografia, spazi aperti e pieni di luce, dove imparare la professione che farai domani. Senza ansie. Una fabbrica di talenti, dove respirare e crescere ogni giorno.
Le classi sono solitamente a numero chiuso con didattica diffusa, sia in presenza che a distanza, e un’offerta formativa di diversi percorsi per ogni esigenza (corsi accademici annuali e biennali, brevi corsi settimanali, serali e weekend).
Sbocchi professionali: lavorare con la fotografia non significa solo fare il fotografo: ci si può specializzare nel restauro di foto antiche, oppure diventare assistente digitale, il professionista che segue il fotografo sul set, cura la gestione digitale dell’immagine e la sua archiviazione. Un’altra opzione di carriera è diventare esperto di post produzione: la realizzazione di un lavoro di qualità è fondamentale nel mondo della fotografia. Infine, c’è la possibilità di proporsi come docente e insegnante di fotografia presso scuole ed enti di formazione: in questo modo si può trasmettere anche agli altri il proprio entusiasmo e la propria passione per questo strumento, così affascinante.