Da grande farò… Il Giornalista

La scrittura ti appassiona e vorresti farne il tuo lavoro? Sei alla ricerca di una professione che sappia coniugare le tue abilità espressive ad un lavoro in continua evoluzione e che promette di non annoiare mai? Se entrambe queste domande hanno colto nel segno avrai sicuramente pensato di diventare giornalista.
 
Quella del giornalista è infatti una professione che fa gola a molti, soprattutto ora che con l'esplosione del web e con la sempre maggiore diffusione delle testate online ci sono numerosi posti da ricoprire all'interno del giornalismo. Questa professione, infatti, è molto cambiata nell'ultimo periodo e offre nuove possibilità che vanno colte al volo da chiunque voglia davvero fare della scrittura il proprio lavoro.
 
Chi è e che cosa fa:
Il giornalista si occupa di raccogliere, riportare e commentare notizie che saranno poi diffuse dai vari media come la televisione, la radio, la stampa o internet. Il lavoro del giornalista consiste quindi sia nel riportare i fatti, sia nel commentarli, oltre che nello svolgimento di interviste.
Il Giornalista è quindi colui che scrive articoli, reportage, commenti o recensioni per quotidiani e riviste (cartacei e on-line), o chi elabora servizi, interviste e approfondimenti per emittenti televisive o radiofoniche, o ancora chi modera incontri per queste stesse emittenti.
 
I compiti del giornalista
Tra i compiti del giornalista troviamo:
• realizzare servizi giornalistici
• condurre o intervenire in trasmissioni radio televisive
• identificare, definire e confezionare la notizia
• condurre o intervenire in trasmissioni radio televisive
• illustrare gli eventi in modo oggettivo
• svolgere attività redazionale
• curare i rapporti con le redazioni dislocate sul territorio
Insomma, quello del giornalista è un lavoro che si dipana sui diversi media e che è ad oggi molto richiesto!
 
Le competenze del giornalista
Per diventare un buon giornalista ti saranno indispensabili alcune importanti competenze tra cui:
• ottima conoscenza della lingua italiana
• ottima esprezzione orale e scritta
• perfetta comprensione orale e scritta
• abilità di scrittura di alto profilo
• conoscenze di alto profilo nell'ambito della comunicazione e dei media
• conoscenza di almeno una lingua straniera
• capacità di ascolto attivo
• ottimo senso critico
• capacità di apprendimento attivo e di problem solving
• ottima adattabilità
• capacità di gestire il proprio ed altrui tempo
 
Dove lavora:
Generalmente, i Giornalisti sono specializzati in un determinato settore, come per esempio:
• la cronaca nera o rosa
• la politica interna o estera
• lo sport
• il cinema
 
Il Giornalista può appartenere alla redazione di uno o più giornali e riviste (o di programmi televisivi e radiofonici), e dunque esserne dipendente, oppure può lavorare come freelance, presentando di volta in volta il proprio lavoro a chi ne è interessato.
 
Esistono due principali specifici profili di Giornalista:
• il Giornalista pubblicista, ossia chi svolge attività giornalistica in maniera continuativa e retribuita avendo altri impieghi o occupazioni
• il Giornalista professionista, ossia chi svolge attività giornalistica in maniera esclusiva, senza avere nessun’altra occupazione

Formazione:
La prima cosa da sapere per diventare giornalista è che non esiste un percorso di laurea univoco che ti porterà automaticamente alla professione dei tuoi sogni. Ci sono però facoltà che più di altre ti avvicineranno al mondo del giornalismo e che sapranno darti solide basi per la tua carriera.
 
I migliori corsi universitari per diventare giornalista sono i seguenti:

  • Scienze della Comunicazione: questo è probabilmente il corso più indicato per diventare giornalista. Suddiviso nel classico 3+2 (Laurea Triennale + Laurea Specialistica), il percorso in Scienze della Comunicazione saprà introdurti allo studio del processo comunicativo, delle sue sfaccettature e dei media che vengono utilizzati nella comunicazione.
    Inoltre sia durante il corso di Laurea Triennale che durante quello Magistrale potrai avvicinarti al linguaggio giornalistico, preso in grandissima considerazione all'interno di questo percorso. Le materie che studierai, inoltre, ti daranno un'ampia cultura adatta a fronteggiare con agilità gli argomenti più interessanti del giornalismo. Tra queste ricordiamo: marketing, comunicazione, sociologia, psicologia, antropologia, economia e lingue e linguistica.
  • Lettere: il secondo percorso che ti consiglio è quello di Lettere. Questo corso ti permetterà infatti di ottenere abilità di altissimo profilo nell'ambito della scrittura, oltre a sviluppare insieme un pensiero sia analitico che creativo, indispensabile a qualsiasi giornalista. Riportare le notizie vuol dire infatti saper analizzare ciò che accade intorno a te e riproporlo nero su bianco in maniera accattivante ed efficace, azione in cui queste due tipologie di pensiero si fondono profondamente! Anche qui vige la solita divisione 3+2.
  • Lingue: anche il percorso in lingue saprà esserti utile, soprattutto se hai intenzione in futuro di spostarti all'estero e svolgere il tuo lavoro su più fronti. Oltre alla conoscenza delle lingue questo corso ti porterà all'apprendimento di alte competenze espressive sia orali che scritte, cosa imprescindibile per un buon giornalista!
    Un piccolo consiglio che inoltre posso darti è di pensare a quale ambito del giornalismo ti potrebbe interessare di più in futuro ed, in base a quello, scegliere poi il corso di Laurea migliore. Se ad esempio vorrai scrivere di giornalismo finanziario il percorso di laurea in economia sarà sicuramente la scelta migliore per te!
     
    Percorso di studi dopo l'università
    Lo step successivo per diventare giornalista prevede due soluzioni.
  • Iscrizione ad una scuola di giornalismo. Potrai scegliere di iscriverti ad una Scuola di Giornalisco e seguire uno dei Corsi di Giornalismo attivi in Italia. Questi corsi dalla durata di due anni sono strutturati come dei Master e ti permetteranno di acquisire tutte le competenze pratiche per il lavoro di giornalista.
  • Il praticantato. In alternativa potrai svolgere 18 mesi di praticantato i quali dovranno essere continuativi ed in una redazione il cui direttore, alla fine, dovrà rilasciare una dichiarazione di avvenuta collaborazione.
     
    Come diventare giornalista: il corso dell'Ordine
    Entrambi questi percorsi ti permetteranno di partecipare ai corsi di giornalismo erogati dall'Ordine dei Giornalisti. Questi sono corsi obbligatori della durata di 45 ore e sono organizzati in tutta Italia dagli ordini delle diverse regioni o a Fiuggi dal Consiglio Nazionale dei Giornalisti.
     
    Come diventare giornalista: l'esame di idoneità
    L'esame in questione è diviso in due prove:
    • Prova scritta, suddivisa in tre verifiche ovvero sintesi di un articolo, test di attualità e redazione di un testo giornalistico.
    • Prova orale, sui temi della deontologia professionale, delle tecniche giornalistiche e delle leggi che regolano la professione.
     
    Come diventare giornalista: l'iscrizione all'albo
    A questo punto potrai finalmente iscriverti all'Albo dei Giornalisti e diventare un giornalista pubblicista o professionista. Come ben saprai, infatti, i ruoli del giornalista possono essere differenti. Scopriamo quindi le tue possibilità lavorative!
     
    Come diventare giornalista professionista
    A questo punto ti sarà possibile iscriverti all'albo dei giornalisti professionisti potrai quindi diventare giornalista professionista a patto che tu abbia non meno di 21 anni. In questo caso svolgerai la professione giornalistica in modo esclusivo e continuativo. Ciò vuol dire che quello del giornalista dovrà essere la tua unica occupazione professionale.
     
    Come diventare giornalista pubblicista
    Il giornalista pubblicista è invece colui che può esercitare altre professioni, oltre a quella del giornalista, ma svolge comunque la prestazione giornalistica in modo non occasionale. Per iscriverti all'albo dei pubblicisti ci sono alcune condizioni necessarie:
    • avere più di 18 anni
    • aver svolto per due anni il lavoro di giornalista in modo non occasionale
    • avere all'attivo almeno 60 - 70 articoli pubblicati su giornali e periodici
     
    Come diventare giornalista freelance
    In ultimo il giornalista freelance è colui che lavora come giornalista in modo autonomo e indipendente. Non sarai vincolato ad orari di lavoro e potrai ovviamente svolgere altre professioni in contemporanea alla tua carriera di giornalista!

Il giornalino di Gian Burrasca – Vamba

Vi siete mai sentiti dare del "Gian Burrasca"?? A me qualche volta sì...ma non le combinavo così grosse come lui!

Il giornalino di Gian Burrasca

di Vamba, è uno dei primi libri che ho letto, adatto per i ragazzi perché è una storia molto divertente, con tutti i guai che Giannino combina, ma anche per il significato morale di fondo.

Ogni giorno Giannino Stoppani, detto Gian Burrasca, annota in un diario gli avvenimenti della sua vita e della vita della sua famiglia. Naturalmente, poiché è stato educato a non mentire mai, dice sempre la verità, anche quella che non dovrebbe o potrebbe dire, o che le sorelle e i loro fidanzati, poi mariti, non vorrebbero si sapesse. E, certo, combina un sacco di guai per merito dei quali viene chiuso nel collegio Pierpaoli dove non solo non si educa, bensì diviene l'anima di una ribellione contro la falsa e tirannica disciplina che vi è imposta da una ridicola ma prepotente coppia di proprietari-direttori. Il diario diviene così la protesta e la rivolta di un ragazzo contro il mondo conformista e soffocante dei ''grandi''.

L’umorismo pungente e l’ironia velata rendono “Il giornalino di Gian Burrasca” un classico della letteratura per ragazzi, ma il sarcasmo politico, i riferimenti storici e un’analisi delle dinamiche sociali conferiscono al libro uno spessore più maturo. Vamba regala al suo protagonista – e ai suoi lettori – la coscienza tranquilla di chi sa di non avere agito per malizia, ma solo per esuberanza o addirittura a fin di bene, sicché il motto di Gian Burrasca, dopo gli esiti catastrofici di ognuna delle tante sue burle, è sempre lo stesso: «Io vorrei sapere che gran male ho fatto alla fin fine».

Buona lettura!

Rubrica a cura di: Ramona

House of Cards – Michael Dobbs

Facciamo un gioco: io dico
 
House of Cards
 
… che mi rispondete??
il 99% di voi sono sicura che dirà "la popolare serie tv con Kevin Spacey e Robin Wright". Ok, corretto ma… la serie è tratta da un libro!
 
Si tratta di un romanzo di Michael Dobbs pubblicato nel 1989.
Nella prima edizione italiana del 1990 il titolo era stato tradotto con Castello di carte, ma è poi stato adottato quello originale nella successiva riedizione del 2014.
È il primo libro di una trilogia che comprende House of Cards 2: Scacco al re e House of Cards 3: Atto finale.
 
Dopo la fine del governo di Margaret Thatcher e le successive elezioni, Francis Urquhart è il chief whip del Partito Conservatore alla Camera dei comuni. Quando però il primo ministro non gli dà lo spazio che lui crede di meritare, Urquhart decide di mettere anima e corpo per fargliela pagare cara e prenderne il posto.
 
"La politica richiede sacrificio. Il sacrificio degli altri, ovviamente. Per quanto un uomo possa ottenere, sacrificandosi per il suo paese, è comunque più conveniente lasciare che siano gli altri a farlo per primi. Il tempismo, come dice sempre mia moglie, è tutto". Questa è una delle massime di Francis Urquhart, per alcuni semplicemente FU, una specie di patrizio solitario, aristocratico molto vecchio stile, che ha passato l'età della maturità, dopo aver dedicato la propria vita alla politica, all'ombra di Westminster. E arrivato ai vertici del suo partito, pur incarnando un ruolo in apparenza lontano dai riflettori. E il più stretto consigliere del primo ministro e anche il custode dei segreti degli uomini che gli siedono accanto. Segreti molto personali, debolezze, fragilità, vizi: parole che nella carriera di un uomo politico rappresentano pericoli mortali, perché incompatibili con il ruolo di potere che riveste. Ed è questo materiale che Francis decide di sfruttare per raggiungere la sua vetta personale. Da dietro le quinte di una fase politica difficile e incerta, questo regista impeccabile riesce a muovere tutti, pedine di un gioco spietato, dove il ricatto diventa un raffinato intreccio narrativo. Di quale materia siano fatti potere e ambizione, quali siano i legami tra l'informazione e i destini politici di un paese, lo scoprirà Mattie Storin, tagliente cronista politica, decisa a stanare la verità su una crisi di governo in cui nulla sembra accadere per caso.
 
(Nella serie Netflix, il protagonista prende il nome di Frank Underwood, ed è ambientato negli Stati Uniti).
 
Se avete amato questa serie, non potete non leggere da quale romanzo è stata ispirata…non ve ne pentirete.
 
Buona lettura!

Rubrica a cura di: Ramona

La fiera della vanità – William Makepeace Thackeray

Il libro che propongo questa settimana è il romanzo simbolo che ben rappresenta la fragilità e la vacuità dei sentimenti materiali che in alcune persone hanno il sopravvento, e talvolta rappresentano l'unico obiettivo, e che li rende disposti a tutto: si tratta del libro di tutto William Makepeace Thackeray
 
La fiera della vanità
 
La trama del libro presenta vari personaggi, delle più alte sfere sociali come delle più basse ma due spiccano sugli altri: Rebecca (Becky) Sharp e Amelia Sedley . La prima è la figlia di un pittore e di una ballerina francese, decisa e pronta a tutto pur di conquistarsi un posto al sole nell'aristocrazia inglese; la seconda invece è figlia di borghesi benestanti, dolce, remissiva, il cui unico interesse è sposarsi con George Osborne, un giovane a cui è stata promessa fin dalla più tenera età.

La fiera della vanità è un famoso romanzo di William Makepeace Thackeray, adattato per il grande in diverse versioni, l'ultima delle quali è del 2004. Ambientato nel periodo Regency inglese, contrappone due figure femminili completamente diverse (e altrettanto antieroiche agli occhi del lettore) impegnate l'una nella scalata sociale e l'altra in una passiva ricerca dell'amore.
Attento analista e cinico letterato, William Makepeace Thackeray ha inventato la parola “ snob ”, un termine che si adatta perfettamente a La fiera della vanità.
 
L'autore propone i ritratti di due donne accomunate da essere entrambe “ antieroine ”: lontane, lontanissime dalle protagoniste dei romanzi quasi coevi di Jane Austen, donne pronte a lottare contro la società per i propri princìpi (la lealtà, l'onore, l 'amore), Becky e Amelia sono pieni di punti oscuri, contraddizioni e vizi profondamente umani. Ecco perché La fiera della vanità è un romanzo interessante e anomalo, in quanto non ha un vero e proprio protagonista “positivo positivo” in cui identificarsi ma preferisce rappresentare la meschinità, l'ambizione e l'inutile affanna dei propri dell'uomo alla ricerca traguardi. Quello che fa Thackeray è “semplicemente” restituirci uno spaccato di quella stessa società entro la quale ha vissuto, snob e arrivista, dell'Inghilterra coloniale.

“Sarà pur maligna la vendetta, ma almeno è naturale. Io non sono un angelo".
 
Buona lettura!

Rubrica a cura di: Ramona

Il Mastino dei Baskerville – Arthur Conan Doyle

Nel nostro angolo dedicato alla lettura, questa settimana dedico uno spazio ad uno dei romanzi più belli e avvincenti scritti dal creatore del personaggio di Sherlock Holmes, sir Arthur Conan Doyle
 
Il Mastino dei Baskerville
 
Nella brughiera del Devonshire c’è un edificio chiamato Baskerville Hall. Questa è la residenza della famiglia Baskerville, sulla quale grava una strana maledizione legata ad una leggenda che racconta di un cane che assassinò un antenato, Hugo Baskerville. Sir Charles viveva solo a Baskerville Hall e, ultimamente, era terrorizzato dalla leggenda. Una notte, mentre aspettava qualcuno sulla porta della sua casa, fu trovato morto con il volto deformato dal terrore. Poco distanti dal cadavere c’erano le impronte gigantesche di un cane. Il dottor Mortimer, essendo esecutore testamentario, avrebbe il compito di condurre l’erede sir Henry a Baskerville Hall ma egli ha il sospetto che la leggenda del cane sia fondata, quindi decide di recarsi da Sherlock Holmes, che gli consiglia di ritornare il giorno successivo con l’erede.
A sir Henry Baskerville, durante la sua permanenza a Londra, gli viene recapitata una lettera minatoria, scritta ritagliando le parole del Times, in cui lo si avverte di restare lontano dalla brughiera…
 
Che altro aggiungere su questo romanzo? E' sicuramente uno dei più apprezzati di tutte le vicende che hanno come protagonista l'investigatore Sherlock Holmes e del suo fido Watson. 
E' molto scorrevole, fin dall prime pagine, e con un finale mozzafiato, che ti tiene in tensione fino all'ultima riga: in questo ambito Conan Doyle è uno dei migliori.
 
Buona lettura!

Rubrica a cura di: Ramona

Storia di una gabbianella e del gatto che le insegnò a volare – Luis Sepùlveda

Questa settimana rispolvero un libro che a mio avviso non dovrebbe mai mancare in una libreria: è il bellissimo romanzo di Luis Sepùlveda
 
Storia di una gabbianella e del gatto che le insegnò a volare
 
Questo libro narra la storia di una gabbiana che per sbaglio finì in una macchia di petrolio scaricato nel mare.
La gabbiana facendo fatica a volare decise di fermarsi su un balcone di una casa vicina.
Su questo balcone c’era un gatto di nome Zorba che vedendo subito la gabbiana si allarmò.
La gabbiana non riuscì a sopravvivere a causa del petrolio tossico.
Prima di morire depose un uovo e fece promettere al gatto che non l’avrebbe mangiato, che se ne sarebbe preso cura e infine che gli avrebbe insegnato a volare.
Zorba impressionato dall’accaduto si andò a confrontare con i suoi amici gatti che decisero di aiutarlo a mantenere la sua promessa.
Quando l’uovo si schiuse la piccola fù chiamata Fortunata.
Quando la gabbiana crebbe i gatti incominciarono a prepararla per volare ma ancora senza successo.
Quindi Zorba decise di chiedere aiuto ad un umano.
L’umano scelto fù il padrone della gatta di nome Bubulina.
Quando Zorba chiese aiuto all’uomo che accettò di aiutare la gabbiana a volare, esso decise che avrebbero dovuto incontrarsi a mezzanotte al campanile di San Michele.
Arrivati in cima al campanile la gabbiana riuscì a spiccare il volo e in quel momento lei ringraziò Zorba per quello che aveva fatto per lei e, se ne andò.
 
E’ una dolcissima “favola” che lascia a tutti – bambini e adulti – alcuni insegnamenti. Insegnamenti che, pur nella loro apparente semplicità, sono molto preziosi e sempre attuali.
Il libro, pubblicato da Sepúlveda nel 1986, affronta grandi temi esistenziali sotto forma di storiella o favola. Per questo è un piacere leggerlo a tutte le età. Si parla di amicizia, integrazione, coraggio…

Amicizia al di là delle evidenti differenze, quindi pura, priva di pregiudizi, che supera ogni forma di diversità.
Il coraggio viene evidenziato dal fatto che i protagonisti non si lasciano affliggere dalle avversità incontrate nel loro cammino.
E poi, il tema dell'ambiente: purtroppo proprio a causa dell'inquinamento la gabbiana Kengah muore, e questo ahinoi, succede ancora oggi, in ogni parte del mondo, colpendo ogni specie vivente.
 
Il messaggio conclusivo è che ogni atto d'amore verso il prossimo, diverso da noi, ci restituirà sempre qualcosa di bello, di prezioso, e cioè l'affetto e il ringraziamento da parte di chi abbiamo aiutato in un momento di difficoltà.
 
Buona lettura!

Rubrica a cura di: Ramona

Il Principe e il Povero – Mark Twain

Il romanzo che ho scelto questa settimana è un altro grande classico, spesso riadattato in chiave cinematografica, teatrale…e anche in versione cartone animato! E' il capolavoro di Mark Twain
 
Il Principe e il Povero
 
Un giorno a Londra in una povera famiglia nacque un figlio maschio indesiderato. Nello stesso giorno nacque dalla famiglia Reale il primogenito maschio, tanto desiderato da tutta l’Inghilterra. L’altro bambino, Tom Canty, fu abituato fin da piccolo a mendicare come le sorelle Nan e Bet, la madre, il padre e la nonna. Vi era anche un buon e anziano prete che aveva insegnato a Tom un po’ di latino, a leggere e a scrivere e tutti i giorni Tom leggeva delle favole riguardanti i principi, sperando di vederne uno vero. Nel frattempo però non si lamentava delle sue condizioni pensando che fossero normali. Un giorno arrivò a mendicare fino alla residenza Reale, spinto dal suo desiderio, che fu colmato quando vide il principe Edoardo; una guardia però maltrattò il povero Tom, ma egli fu salvato dal principe in persona che lo condusse nella residenza.
Qui si raccontarono brevemente il loro modo di vivere e ne furono attratti l’uno dall’altro; decisero allora di scambiarsi gli abiti e si accorsero di assomigliarsi…
 
Inutile dire che il filo conduttore sia inevitabilmente legato allo stato sociale in cui si nasce, e al desiderio di vivere, anche solo per un periodo di tempo, in un contesto diverso da quello abituale: perfino chi è nato e cresciuto tra gli agi, spesso quella vita gli sta stretta, dati anche gli obblighi ai quali deve attenersi; in fondo, ognuno sogna soltanto di vivere la propria vita secondo i propri desideri.
 
Nel romanzo comunque non mancano i passaggi umoristici, di parodia, che prendono di mira usi e costumi nobiliari. C'è però da sottolineare che non si tratta di una lettura semplice, perché lo stile narrativo non è semplicissimo da interpetare, visti anche i continui ricorsi ad espressioni gergali, ma anche burocratiche; bisogna dunque prendersi il tempo per leggerlo con la dovuta calma.
 
Buona lettura!

Rubrica a cura di: Ramona

1984 – George Orwell

Oggi esploriamo le pagine di un altro grande romanzo di formazione, davvero illuminante dal punto di vista dell'interpretazione delle criticità della società contemporanea: il libro di oggi è la grande opera di George Orwell
 
1984
 
1984 racconta di un mondo controllato da un governo fortemente totalitario: nel romanzo la società è dominata dal Grande Fratello, un misterioso personaggio che nessuno ha mai incontrato di persona e che tiene costantemente sotto controllo la vita dei cittadini, mediante l’uso di speciali teleschermi. In questo mondo in cui la libertà è stata del tutto abolita, il protagonista del romanzo, Winston Smith, decide di ribellarsi e inizia a scrivere un diario: già questo è un gesto molto pericoloso, che, se scoperto, può portare all’arresto, alla tortura e alla soppressione.
Pur appartenendo al Partito Esterno (organizzazione politica che collabora col Grande Fratello falsificando i documenti a favore del governo), Winston è deciso a fare di tutto per rovesciare la società e inizia a indagare sul passato nella speranza di poter analizzare più chiaramente il suo nemico. Durante le ricerche Winston troverà alcune persone che lo aiuteranno nel suo proposito. La prima è Julia, descritta come “una ragazza dall’aria risoluta, di circa ventisette anni, con una gran capigliatura nera, faccia lentigginosa e movimenti svelti e atletici” che, come Winston, lavora nel Partito Esterno. Julia è intelligente, costretta a fingere come Winston, intenzionata a ribellarsi al sistema che la opprime e che le ruba la libertà. Tra Julia e Winston nasce subito una storia d’amore che resterà segreta e i due si incontreranno solo di nascosto. Entrambi entreranno nella “Fratellanza”, un’associazione segreta che vuole distruggere il Grande Fratello; saranno contattati da O’Brien, che Winston ritiene essere uno dei membri di questa confraternita, ma che invece si rivelerà uno dei massimi dirigenti del regime.
 
Il messaggio che vuole mandare Orwell è molto chiaro: il dito è puntato contro quell'indifferenza che fa sì che le repressioni alla libertà e alla dignità appartenente ad ognuno di noi vengano apertamente tollerate, e che possono degenerare in sentimenti di fanatismo nazionalista e religioso; se non si combattono le ingiustizie, gli abusi e le sopraffazioni mentali da parte di persone senza scrupoli, queste possono rappresentare una seria minaccia alla libertà di ogni uomo, che finirebbe costantemente sotto l'occhio di un Grande Fratello.
 
Buona lettura!

Rubrica a cura di: Ramona

David Copperfield – Charles Dickens

Questa settimana ripropongo un altro classico della narrativa, uno dei tanti romanzi di successo di Charles Dickens: ho già parlato di Oliver Twist, oggi vi parlo di 
 
David Copperfield
 
Si tratta di un romanzo di formazione in quanto racconta la storia della vita di David dall’infanzia fino alla maturità e alla sua crescita interiore.
 
David Copperfield è un ragazzo orfano, che ha perso il padre quando era ancora in fasce. Trascorre la sua infanzia serenamente con sua madre e la governante Peggotty. La madre però si sente sola e con la grossa responsabilità di crescere un bambino pertanto decide di sposare Mr. Murdstone quando David aveva sette anni. Il patrigno è una persona molto severa e non perde occasione per picchiarlo ed umiliarlo, inoltre porta a vivere con se anche la sorella zitella Miss Jane, dal carattere ancora peggiore. A causa dell’esuberanza infantile di David, il ragazzo viene mandato in collegio, ambiente altrettanto ostile ma dove conosce tanti amici tra cui Steerforth, che gli resterà sempre accanto.
Purtroppo la madre di David muore anche per colpa delle pressioni subite dal marito e da Miss Jane e David si ritrova solo al mondo. Il suo patrigno decide di mandarlo a lavorare in una fabbrica a Blackfriars, dove il ragazzo è costretto ad una vita durissima, fatta di dura fatica e stenti. Il ragazzo decide di scappare e si rifugia a Dover, dove vive la zia Betsey Trotwhood, che lo aiuta a sistemarsi presso l’avvocato Wickfield e a terminare gli studi.

David Copperfield venne pubblicato prima a puntate mensili su una rivista, di proprietà dello stesso autore, tra il 1849 e il 1850. Successivamente è diventato un grande best seller e uno dei libri più consigliati per ragazzi, non solo in Inghilterra ma in tutta Europa.
 
Dickens ha spesso scritto libri a tema sociale, questo genere si diffuse particolarmente nella prima metà dell’Ottocento, in piena Rivoluzione Industriale: volontà dell’autore era infatti quella di raccontare le storie delle persone appartenenti agli strati sociali più umili denunciando le situazioni di maltrattamento e sfruttamento. Infatti questo filone veniva considerato anche un’industrial novel; obiettivo di questo tipo di romanzi era di denunciare lo sfruttamento di bambini e ragazzi messi a lavorare nelle fabbriche, per di più sottopagati. 
 
La storia è ispirata alla stessa vita dell’autore: è considerato infatti il più autobiografico dei suoi scritti.
 
Buona lettura!

Rubrica a cura di: Ramona

Jane Eyre – Charlotte Bronte

Nel nostro angolo dedicato ai libri, questa settimana ho scelto di parlarvi di uno dei romanzi più famosi e rielaborati anche in chiave cinematografica: è il capolavoro scritto da una delle sorelle Bronte, Charlotte, e il romanzo è
 
Jane Eyre
 
Il romanzo narra la storia di Jane Eyre, una bambina orfana che viene cresciuta da alcuni zii. Qui però viene derisa dai suoi cugini e maltrattata dalla zia. L’unico ad amarla è lo zio, che muore prematuramente. La zia pertanto la affida ad una sorta di collegio, dove vengono ospitate tutte bambine senza genitori.
È tenuta a dare una mano e a fare tanti sacrifici, crescendo in fretta, affrontando ogni giorno un’ ambiente difficile e soprattutto la morte della migliore amica, avvenuta per tubercolosi a causa delle pessime condizioni igieniche della struttura. Qui però continua i suoi studi e riesce anche a diventare insegnante.
Da donna indipendente trova un lavoro presso Thornfield Hall, come istitutrice della figlia adottiva di Mr. Rochester, la piccola Adele.
Jane lavora molto bene in questo clima fino all’arrivo di Mr. Rochester, un uomo arrogante che però viene subito colpito dalla ragazza. Egli le chiede la mano ma c’è un segreto nascosto tra quelle mura…

In questo romanzo la Bronte sembra quasi distaccarsi completamente dalla realtà per calarsi totalmente nel personaggio di Jane: passionale, indipendente, ma allo stesso tempo non dimentica quelle che sono le integrità morali dell'epoca vittoriana, e che sa regalare un romanzo che lascia pienamente soddisfatti a lettura conclusa.

Pubblicato nel 1847 con lo pseudonimo di Currer Bell, Jane Eyre è il capolavoro opera della scrittrice inglese Charlotte Bronte sorella maggiore delle altrettanto famose Emily e Anne, autrici rispettivamente di Cime tempestose e La signora di Wildfell Hall.
 
Considerato un romanzo di formazione, ovvero una storia che mette al centro l'evoluzione della protagonista da un punto di vista morale, emotivo e sentimentale.
 
Buona lettura!

Rubrica a cura di: Ramona