DA GRANDE FARO’…IL NEUROPSICHIATRA INFANTILE

Il neuropsichiatra infantile è un medico specializzato che si occupa di problematiche psichiatriche e neurologiche nell’infanzia e nell’adolescenza. Presso il poliambulatorio dell’Ospedale Maria Luigia è attivo un ambulatorio di neuropsichiatria infantile coordinato dalla dott.ssa Antonella Ciriaco. In questa breve intervista conosciamo meglio la neuropsichiatria infantile come branca della medicina e il professionista che se ne occupa: il neuropsichiatra infantile.

La neuropsichiatria infantile

“La neuropsichiatria infantile è una branca della medicina ed è considerata una disciplina mista, nel senso che si considera una specialità a ponte tra tre diverse aree della medicina: la pediatria, la neurologia e la psichiatria.”

“La pediatria, in quanto è una disciplina che si occupa di bambini e adolescenti, la neurologia in quanto si occupa di patologie che coinvolgono il sistema nervoso centrale e periferico e psichiatria in quanto si occupa di problematiche psichiche e psichiatriche specifiche di questo periodo della vita.”

“Ancora oggi, in Italia, la competenza neurologica infantile e quella psichiatrica infantile sono unite insieme in un’unica figura professionale: il neuropsichiatra infantile.”

“In altri paesi non è più così; ad esempio in Inghilterra esistono due figure differenti. Una specialità si dedica allo studio e alla cura delle malattie neurologiche dell’infanzia, l’altra si concentra invece su problematiche psicologiche e psichiatriche in età evolutiva.”

Il neuropsichiatra infantile

“Per diventare neuropsichiatra infantile c’è una strada lunga e perigliosa da percorrere. Bisogna innanzi tutto laurearsi in Medicina e Chirurgia e poi effettuare una specializzazione specifica in neuropsichiatria infantile (ora la specialità dura 4 anni).”

“Inoltre, una volta specializzati, la formazione deve costantemente continuare… Infatti in Italia i neuropsichiatri infantili si specializzano ulteriormente nel corso della loro carriera e scelgono se approfondire, attraverso la pratica clinica, lo studio e la ricerca, la parte di neurologia infantile oppure quella di psichiatria infantile.”

Neuropsichiatri infantili territoriali e ospedalieri

“C’è poi una ulteriore differenza da sottolineare. I neuropsichiatri infantili si dividono in territoriali e ospedalieri. In genere i neuropsichiatri infantili del territorio tendono ad avere una formazione un po’ più a 360 gradi.”

“Quindi, nonostante si specializzino in una delle due sottocategorie (neurologia o psichiatria), possono incontrare entrambe le tipologie di malattia nei bambini che seguono.”

“I neuropsichiatri infantili ospedalieri devono sempre continuare a mantenere la visione d’insieme dello sviluppo neuropsichico del bambino, ma si occupano in maniera maggiormente specializzata di patologie neurologiche o psichiatriche.”

“Ad esempio un bambino con una diagnosi di malattia rara verrà indirizzato presso un centro specialistico ospedaliero che tratta malattie neurologiche dell’infanzia. Al contrario, un bambino che presenta una diagnosi di autismo più facilmente arriverà all’attenzione di un neuropsichiatra infantile che lavora in un centro specializzato per l’autismo.”

Di cosa si occupa il neuropsichiatra infantile?

“L’ambito della neuropsichiatria infantile è davvero vasto. In passato si era ragionato sul far sparire questa branca facendone assorbire una parte dalla neuropediatria e un’altra parte dalla psichiatria. Ma poi è stato deciso di non farlo.”

“E da neuropsichiatra infantile sono molto d’accordo: la nostra specialità è l’unica che si occupa specificamente dello sviluppo neuropsichico fisiologico e patologico del bambino e dell’adolescente durante tutto il periodo di formazione.”

“Con il progresso della scienza e delle conoscenze mediche sono state individuate numerose patologie in più, sia neurologiche che psichiatriche tipiche dell’infanzia. Queste diagnosi sono diventate davvero tante e c’è bisogno di uno specialista che le riconosca e se ne occupi in modo specifico.”

“Il neuropsichiatra infantile lavora molto spesso a stretto contatto con i pediatri di libera scelta ma con competenze differenti. Il pediatra si occupa della crescita generale del bambino, del suo corretto sviluppo e delle malattie internistiche, come neuropsichiatri infantili ci specializziamo sulle problematiche neurologiche e psichiatriche.”

Quando portare un bambino dal Neuropsichiatra Infantile

“Molti genitori mi chiedono quando è necessario portare il proprio figlio ad una visita specialistica dal neuropsichiatra infantile. A volte infatti alcuni comportamenti dei nostri figli ci possono allarmare o far preoccupare anche se spesso ci troviamo di fronte a reazioni normali o comunque a normali passaggi evolutivi.”

“Sicuramente un aspetto da monitorare è l’intensità e la durata dei sintomi, nonché la compromissione del funzionamento nei diversi contesti di vita che ne può derivare.”

“Reazioni emotive negative ad eventi dolorosi della vita sono normali anche in età infantile. Per fare un esempio, se muore una persona cara e un bambino è triste, questa reazione è normale e fisiologica.”

“Non richiede in genere nessun intervento specialistico. Se invece l’emotività espressa dal bambino è intensa (ad esempio piange spesso), duratura ed inficia la possibilità di andare a scuola o stare con i pari diventa un‘ indicatore della necessità di richiedere un consulto ad un neuropsichiatra infantile.”

Neuropsichiatra infantile a Parma

L’approccio alla cura nell’ambulatorio di neuropsichiatria infantile che coordino presso il poliambulatorio dell’Ospedale Maria Luigia a Monticelli Terme, Parma…richiede un importante lavoro di equipe. Spesso infatti il neuropsichiatra infantile si trova a collaborare con altri professionisti della salute mentale come lo psicologo, l’educatore, il logopedista, il tecnico della riabilitazione psichiatrica e l’infermiere. L’approccio alle cure in neuropsichiatria infantile è infatti un approccio sistemico, complesso e multiprofessionale.

La salute psicologica di un bambino dipende soprattutto dai contesti relazionali che vive (la famiglia, la scuola, lo sport etc) e per questo la presa in carico spesso è dell’intero nucleo familiare. I genitori sono coinvolti nella presa incarico per la comprensione del disagio e la guida di eventuali evoluzioni positive.

Corpo Europeo di Solidarietà – ESC

Hai tra i 18 e i 30 anni e cerchi un'opportunità per aiutare la comunità in generale, in Europa e nel resto del mondo?
Potresti farlo grazie ai finanziamenti e al sostegno del Corpo europeo di solidarietà, che aiuta i giovani a partecipare a progetti che vanno a beneficio delle comunità, sia all'estero che nel proprio paese. 
Questi progetti ti offrono un'esperienza stimolante e che ti farà crescere, nonché l'opportunità di apportare cambiamenti, sviluppando nel contempo le tue abilità e competenze. 
 
Cos'è il Corpo Europeo di Solidarietà?
Il Corpo Europeo di Solidarietà (European Solidarity Corps - ESC) è il programma dell'Unione europea che offre ai giovani opportunità di volontariato, nel proprio paese o all'estero, nell'ambito di progetti destinati ad aiutare comunità o popolazioni in Europa.
Tutti i giovani che entrano a far parte del Corpo Europeo di Solidarietà ne accettano e condividono la missione e i principi. Il Programma rafforza la partecipazione dei giovani e delle organizzazioni ad attività di solidarietà, al fine di contribuire ad accrescere la coesione e la democrazia in Europa, con un particolare impegno a favore della promozione dell’inclusione sociale. Il Corpo europeo di solidarietà è stato istituito nel 2018 ed è gestito in Italia dall’Agenzia Nazionale per i Giovani.
 
Chi può partecipare
E' possibile aderire al Corpo Europeo di Solidarietà a partire dai 17 anni, ma è necessario averne almeno 18 per poter iniziare un progetto. I progetti saranno aperti a persone fino a 30 anni.

Come partecipare
Dopo aver completato una semplice procedura di registrazione, all'interno del Portale Europeo dei Giovani, i partecipanti al Corpo Europeo di Solidarietà potranno essere selezionati e invitati a unirsi a un'ampia gamma di progetti.
 
Quali sono le attività possibili con il Corpo Europeo di Solidarietà

 
Attività di volontariato 
La maggior parte delle opportunità offerte dal Corpo Europeo di Solidarietà sono attività di volontariato transfrontaliero.  Questi progetti rappresentano un'ottima opportunità per aiutare ove necessario, imparare nuove competenze, trascorrere un periodo all'estero, magari imparare una lingua - e tornare a casa con ricordi indimenticabili. Con l'ampia gamma di settori contemplati dai progetti (ambiente, salute, inclusione, tecnologie digitali, cultura, sport), i giovani troveranno sicuramente qualcosa che corrisponde ai loro interesse e alla loro formazione. E' possibile  scegliere fra volontariato individuale e di gruppo.
 
Progetti di solidarietà
Si tratta di progetti che devono essere sviluppati e realizzati da gruppi di almeno 5 giovani partecipanti al Corpo Europeo di Solidarietà, al fine di affrontare le principali problematiche e sfide della loro comunità locale. I progetti devono svolgersi nel Paese di residenza dei partecipanti al progetto.
 
Come funziona il Corpo Europeo di Solidarietà
Dopo essersi registrati nel portale del Corpo Europeo di Solidarietà i giovani avranno accesso a una dashboard personale, dove troveranno pubblicate le opportunità per fare volontariato, lavorare, seguire una formazione e svolgere altre attività. Inoltre, se si è taggati come disponibili, i ragazzi e le ragazze potranno essere contattati/e dalle organizzazioni hanno dei progetti attivi. In funzione del tipo di progetto e delle capacità ed esperienza, il Corpo Europeo di Solidarietà potrebbe proporre ai futuri volontari e volontarie attività di formazione prima di iniziare il progetto. Tutte le organizzazioni che propongono progetti sono sottoposte a controlli prima di essere autorizzate a realizzare progetti per conto del Corpo Europeo di Solidarietà e di poter cercare e ingaggiare i partecipanti.


 In quali ambiti è possibile svolgere il servizio
I progetti saranno connessi ai seguenti temi: istruzione e formazione, cittadinanza e partecipazione democratica, ambiente e protezione della natura, migrazione, cultura e molti altri ancora. 
 
Durata dei progetti
I progetti sostenuti dal Corpo Europeo di Solidarietà possono durare fino a dodici mesi a seconda della tipoligia. 
 
Contatti
Per chiedere informazioni: http://europa.eu/youth/ask-a-question_it Il servizio di informazione, su mandato della Commissione Europea, è a cura della rete europea Eurodesk tramite il Portale Europeo per i Giovani.

Europeers: siamo tutti europei

Hai già partecipato a un programma europeo fuori dall’Italia? Ti piacerebbe raccontare la tua esperienza ad altri giovani che sognano di farlo, promuovendo da protagonista la mobilità delle nuove generazioni? Entra nella rete degli Europeers.

EuroPeers è la rete italiana delle ambasciatrici e degli ambasciatori della mobilità Europea creata dall’Agenzia Nazionale per i Giovani (ANG).
La missione è quella di coinvolgere il maggior numero di ragazze e ragazzi che hanno partecipato a progetti europei con scambi giovanili, volontariato, programmi di lavoro o di dialogo con le istituzioni, fino alle iniziative per i giovani, come Erasmus+ ed ESC. Perché? Perché, una volta tornati in Italia, si arriva arricchiti di esperienze e conoscenze importanti, che sono altrettanto importanti da condividere.
Vivere, lavorare, studiare e collaborare in Europa infatti crea, soprattutto per i giovani, molte opportunità sotto tanti aspetti della vita, dalla sfera personale delle relazioni e delle amicizie, a quella delle competenze tecniche, linguistiche e civili. Per continuare a promuovere sempre meglio la bellezza dell’integrazione e della cittadinanza europea, l’ANG dà ai giovani un ruolo importante.
Entrando negli Europeers si possono raccontare le opportunità e le esperienze vissute ad altri giovani a cui piacerebbe partecipare a iniziative e programmi UE. (I programmi di scambio ti garantiscono di poter partire in sicurezza e di poter contare su una rete di supporto indispensabile durante le tue esperienze).

Dialogo tra pari
Se hai tra i 16 e i 30 anni e risiedi in Italia, potrai diventare protagonista della rete di Europeers.
Con Europeers potrai:
- Fare parte di una community italiana ed europea;
- Partecipare alle iniziative formative/informative dell’ANG;
- Parlare nelle radio locali Inradio per dare notizie e informazioni, e fare parte della digital radio istituzionale di ANG nel format dedicato agli Europeers;
- Partecipare a conferenze stampa o eventi di grande visibilità;
- Aggiornarti in linea diretta sui programmi dell’UE;
- Avere uno spazio web dedicato sul sito dell’Agenzia Nazionale per i Giovani;
- Partecipare a eventi di incontro e condivisione in tutta l’Unione Europea;
- Recitare in un video/spot sulla mobilità europea;
- Dialogare direttamente con istituzioni nazionali ed europee e contribuire a creare e programmare le nuove politiche giovanili in Italia.

Sito ufficiale: https://agenziagiovani.it/europeers/

Come trovare opportunità di tirocinio o stage

Per favorire l’incontro tra giovani e mondo del lavoro e consentire loro di acquisire un’esperienza diretta sul campo che integri il percorso di istruzione e formazione è possibile svolgere tirocini formativi e di orientamento e stage.
Il tirocinio o stage è un periodo di formazione on the job presso un'azienda o un ente. Non si tratta di un rapporto di lavoro, ma di una misura finalizzata a favorire l’orientamento al lavoro, l’arricchimento delle conoscenze, l’acquisizione di competenze professionali e l’inserimento o il reinserimento lavorativo.
Sono molti i canali attraverso i quali si possono trovare interessanti opportunità di stage, utili per completare il proprio curriculum formativo e per mettersi alla prova, a contatto con il mondo del lavoro.
 
Tipologia

Esistono diverse tipologie di tirocinio/stage a seconda delle finalità, delle categorie di soggetti interessati, degli enti proponenti.
 
Tirocinio curriculare previsto nei piani di studio degli istituti scolastici e delle università a favore dei propri studenti e allievi frequentanti, per realizzare momenti di alternanza tra studio e lavoro. I destinatari sono gli studenti che frequentano la scuola secondaria, gli studenti universitari, gli studenti che frequentano corsi di diploma universitario, dottorati di ricerca o corsi di perfezionamento e specializzazione post-secondari.
 
Tirocini formativi e di orientamento finalizzati ad agevolare le scelte professionali e l’occupabilità dei giovani nella transizione scuola lavoro mediante una formazione a contatto diretto con il mondo del lavoro.
I destinatari sono neodiplomati e neolaureati di I e di II livello. 
 
Tirocinio di inserimento/reinserimento nel mercato del lavoro finalizzato a percorsi di recupero occupazionale. In questo caso i destinatari sono inoccupati o disoccupati, inclusi lavoratori in mobilità, e lavoratori in cassa integrazione sulla base di specifici accordi.
 
Modalità di attivazione e svolgimento
Per attivare un tirocinio occorre una convenzione tra un soggetto promotore (università, scuola superiore, agenzia per l’impiego, centro di formazione ecc.) e un soggetto ospitante (azienda, studio professionale, cooperativa, ente pubblico ecc.), corredata da un piano formativo. Il promotore del tirocinio e il soggetto ospitante nominano un tutor ciascuno, che aiuterà il tirocinante nella stesura del piano formativo, nel suo inserimento nel nuovo contesto, nella definizione delle condizioni organizzative e didattiche, nel monitoraggio del percorso formativo e nell’attestazione dell’attività svolta.

Enti promotori
Tra i compiti principali affidati all’ente promotore c’è quello di individuare, insieme al tirocinante, l’azienda presso la quale svolgere il tirocinio. Quindi il primo riferimento importante per trovare un tirocinio formativo sono proprio gli enti promotori che stipulano convenzioni con imprese, associazioni di rappresentanza o altri enti disponibili ad accogliere i giovani interessati a questa esperienza.
In generale sono enti promotori, operanti a livello nazionale o locale:
 

  1. Ufficio stage dell’università. Il primo riferimento per trovare un tirocinio formativo sono gli uffici stage di università che stipulano convenzioni con imprese, associazioni di rappresentanza o altri enti disponibili ad accogliere i giovani interessati a questa esperienza. Sono enti promotori di tirocini anche gli uffici scolastici regionali/provinciali, istituzioni scolastiche statali e non statali che rilascino titoli di studio con valore legale e centri pubblici o a partecipazione pubblica di formazione professionale e/o orientamento ecc.
     
  2. Centri per l’impiego: sono uffici della pubblica amministrazione cui è demandata la funzione di gestire il mercato del lavoro a livello locale. Si tratta, quindi, di strutture pubbliche che puntano a far incontrare chi cerca lavoro con chi lo offre. Tra i servizi offerti dai CPI c’è anche la gestione di domande e offerte di tirocini formativi e di inserimento.
     
  3. Clic lavoro: è il portale del ministero del Lavoro che punta a far incontrare domanda e offerta di lavoro. Tra le proposte presenti ci sono annunci di occupazione, ma anche opportunità di stage e tirocini.
     
  4. Sportello Stage: è un servizio pubblico gratuito dell’Associazione per la Cultura e il Tempo Libero (ACTL), dal 1999 offre la possibilità a giovani tra i 18 e i 32 anni di effettuare stage presso aziende italiane ed estere: di volta in volta, gli interessati possono proporre la propria candidatura compilando l’applicazione sul sito. Sportello Stage effettua le selezioni dei tirocinanti sulla base delle offerte delle aziende, inserite nella banca dati online. In più, organizza incontri gratuiti di orientamento professionale rivolti a diplomati e laureati nelle proprie sedi in varie città.
  5. Repubblica degli Stagisti: è una testata giornalistica nata con l’obiettivo di dar voce agli stagisti. In pratica, una vera e propria piazza virtuale che si rivolge a neodiplomati e neolaureati e dedicata al mondo degli stage, dalle opportunità alla normativa vigente. 
  6.  Garanzia Giovani: è il Piano europeo per la lotta alla disoccupazione giovanile. I ragazzi tra i 15 e i 24 anni, residenti in Italia, non impegnati in un’attività lavorativa né inseriti in un corso scolastico o formativo possono partecipare al programma per trovare un’offerta formativa o di lavoro, inclusi tirocini.
  7.  Your first Eures job: è un progetto finanziato dal Programma europeo per l’occupazione e l’innovazione sociale (EaSI) che aiuta i giovani che desiderano svolgere un’esperienza lavorativa (lavoro o tirocinio) all’estero. Allo stesso tempo assiste i datori di lavoro che ricercano figure professionali con diverso profilo nel mercato europeo. Al programma possono partecipare tutti i giovani dai 18 ai 35 anni, cittadini e residenti in uno dei 28 Stati dell’UE, in Islanda o in Norvegia, a prescindere dalla qualifica professionale, dalle esperienze pregresse in ambito lavorativo e dal contesto economico o sociale, e le aziende legalmente costituite nei 28 Stati dell’UE, in Islanda o in Norvegia.

Cercare lavoro all’estero

Lavorare all'estero è una grande sfida…che offre grandi opportunità.
In molti, giovani soprattutto, prendono in considerazione questa eventualità, sia per esperienze professionali a breve termine che con l’intenzione di un vero e proprio cambio di vita.
Per trovare lavoro all’estero però è bene tenere in considerazione alcuni fattori che differenziano il mercato del lavoro italiano da quello di altri paesi, ed è necessario sapere come muoversi in un contesto culturale diverso. La tua esperienza di lavoro all’estero inizia anche con un’adeguata preparazione e con gli strumenti quali curriculum e lettera di presentazione. Sei pronto?
 
Prima di cercare lavoro all'estero è necessario sapere che le cosiddette hard skill, ovvero le competenze “forti” quali titolo di studio ed esperienze lavorative pregresse, spesso non sono sufficienti.
Fondamentale, naturalmente, è possedere in parallelo una conoscenza fluente della lingua del Paese in cui ci si vuole trasferire e dell’inglese, da migliorare magari con corsi, letture, aggiornamenti e un training intensivo nei mesi che precedono la partenza. La lingua inglese è parlata in modo corrente in alcuni paesi, essendo adottata come lingua comune a livello internazionale. In questo caso potrebbe non essere indispensabile conoscere in modo approfondito la lingua locale (anche se certamente è un vantaggio).
 
Da dove iniziare?
 
Quali sono i primi passi da muovere per trovare lavoro oltre confine?
Naturalmente, per non lanciarti “alla cieca”, dovrai conoscere bene la tua futura destinazione professionale e munirti dei tuoi migliori alleati per risultare interessante alle aziende (ovvero CV e lettera di presentazione).
 

Ecco quali azioni ti consigliamo di intraprendere per trovare lavoro all’estero:
- studiare il mercato di riferimento per individuare in quali Paesi sia più appetibile e richiesto il proprio profilo. Se hai già una destinazione preferita, studia i trend di recruiting locali, cerca di capire quali informazioni vengono considerate come più rilevanti sul CV (skill, esperienze, formazione) e quali tipologie di colloquio sono più comuni.
- individuare le aziende in cerca di candidati e le opportunità di lavoro attive su siti aziendali, portali, siti di agenzie per il lavoro, sezioni dedicate sui siti degli atenei stranieri, senza trascurare la ricerca di lavoro tramite social e professional network. Non dimenticarti di curare la tua reputazione digitale.
- riprendere la rete di contatti personali, gli ex colleghi e i professionisti anche internazionali conosciuti nel corso di precedenti esperienze formative e professionali, perché possono costituire un importante bacino al quale attingere per conoscere offerte in linea con il proprio profilo.
- una volta individuate le offerte di lavoro attive e le aziende in cerca di candidati, occorre scrivere un Cv in inglese e una lettera di presentazione in inglese da allegare alle candidature. Ricordati di informarti sul format di curriculum più diffuso nel paese di destinazione.

Per cercare opportunità di lavoro all'estero ti consigliamo di consultare il portale Eures (https://ec.europa.eu/eures/public/index_it), il portale europeo della rete dei servizi per l'impiego. Lanciata nel 1994, EURES è una rete di cooperazione europea dei servizi per l’impiego, concepita per facilitare la libera circolazione dei lavoratori. La rete ha sempre lavorato duramente per permettere ai cittadini europei di godere delle stesse opportunità, nonostante le barriere linguistiche, le differenze culturali, le sfide burocratiche, le diverse leggi sul lavoro nonché il mancato riconoscimento dei certificati scolastici tra le varie regioni dell’Europa.

Oltre al lavoro potrebbe interessarti la ricerca di un'esperienza di stage all'estero: un ottimo modo per mettere alla prova le proprie competenze lavorative e linguistiche. Il vantaggio è anche un'apertura graduale verso le mille possibilità offerte dagli altri paesi, piuttosto che unicamente dall'Italia, nel settore che più ti appassiona.
Se stai cercando lavoro all’estero ed è la tua prima esperienza, potrebbe infatti essere utile valutare anche offerte di stage o di tirocinio all’estero post laurea o post diploma.

Nel portale stage4eu (http://stage4eu.it) puoi trovare informazioni, riferimenti e consigli utili per cercare, organizzare e affrontare uno stage in Europa presso istituzioni e soggetti pubblici nazionali ed internazionali, organizzazioni riconosciute a livello internazionale ed aziende multinazionali.

Social networking e ricerca attiva del lavoro

Cos'è il networking

Per molti uno strumento indispensabile in ambito professionale. Ma qual'è il suo significato? E come funziona?
Il termine networking può essere letto in 2 modi diversi, che però in sostanza rimandano allo stesso concetto.
Da un lato si può interpretare la parola come se fosse la somma dei termini inglesi net (rete) e working (lavorare), che tradotto letteralmente indicherebbe l’azione di lavorare all’interno di una rete. Dall’altro si potrebbe considerare come il presente progressivo del verbo colloquiale network, che in italiano significa formare relazioni.
Le relazioni sociali possono essere una fonte preziosa per trovare lavoro: un network fatto di contatti diversi e di differenti tipi di legami (amicali, professionali, occasionali).
“Fare networking” in ambito lavorativo vuol dire, infatti, creare una rete di conoscenze durature nel tempo, fondate sulla fiducia, con le quali è possibile scambiare idee e avviare, eventualmente, nuovi progetti.
I social network costituiscono una risorsa per accrescere la visibilità nel mercato del lavoro:
-agevolano le aziende nella ricerca dei profili professionali di interesse.
-aiutano l’utente a mantenersi in contatto ed accedere ad ulteriori opportunità di lavoro.
 
Un networking efficace, sia di persona che online attraverso i social network, sarà sempre un aspetto costante ed essenziale per il vostro avanzamento di carriera, da quando intraprendete i primi passi nel mercato del lavoro, fino alla pensione e oltre.

Social networking: consigli pratici
 
-Definire obiettivo professionale e ambito di interesse.
-Stilare una lista dei contatti utili, individuando tutti i possibili nominativi significativi (parenti; colleghi di lavoro attuali e passati; vicini di casa; ex compagni e docenti; …).
-Classificare i contatti in funzione del supporto che possono dare.
-Ampliare la rete.
-frequentare manifestazioni ed eventi tematici.
-iscriversi a siti specialistici o comunità virtuali.
-Scegliere con attenzione le #parole chiave collegate al proprio profilo, per incrementare la propria visibilità nel web.
-Partecipare alle discussioni di interesse per evidenziare le proprie competenze.
-Garantire la coerenza e l’aggiornamento dei propri profili sui diversi social network.
-Mostrarsi attivi, rispondendo alle mail ed ai messaggi ricevuti e verificando le richieste di connessione.
Inserire nel C.V. cartaceo il link al proprio profilo virtuale per rendere visibili le informazioni in esso contenute e le proprie reti professionali.

E quali gli errori da evitare?
 
-Trascurare i profili sui social network

-Pubblicare contenuti inappropriati: ciò che si pubblica sul web rimane online per molto tempo.
-Trascurare le impostazioni sulla privacy, anche per singolo post.
-Usare un linguaggio volgare: anche avendo l’impostazione privacy è possibile che un post venga letto da chi non vorremmo, rovinando la reputazione.
-Parlare male degli altri: le aziende cercano dipendenti professionali. Non parliamo male degli altri anche se non facciamo più parte di una determinata attività.

Canali e strumenti per la ricerca del lavoro

L’attività di ricerca del lavoro può richiedere l’investimento di una consistente quantità di tempo e, pertanto, risultare piuttosto impegnativa.

Ci sono diverse strade che si possono intraprendere, ma ciascuna ha delle peculiarità e delle particolarità che possono adattarsi a un certo profilo professionale o a una determinata tipologia di utenza:
- Agenzie di selezione del personale: sono agenzie private, finanziate da aziende che si avvalgono di questi servizi in fase di recruiting. Sfruttano una banca dati per selezionare il personale e sono solitamente orientate al reclutamento di profili molto specializzati.
- Agenzie per il lavoro: agenzie di collocamento al lavoro temporaneo, che fanno da tramite tra il lavoratore e l’azienda. Hanno una lista di aziende partner, presso le quali è possibile candidarsi. È consigliabile rivolgersi alle agenzie per il lavoro contattandole telefonicamente e prendendo un appuntamento per un colloquio di persona.
- Autocandidatura: un processo di candidatura che consiste nel proporsi spontaneamente alle aziende (attraverso l’invio del curriculum), sempre in relazione a uno specifico ramo di interesse, con l’obiettivo di ottenere un colloquio di lavoro. È molto utile stendere una lista delle aziende che maggiormente si avvicinano alle proprie aspirazioni lavorative, evitando così di inviare proposte in modo indiscriminato. 
- Centro per l’impiego: un ufficio della Pubblica Amministrazione che si occupa di gestire il mercato del lavoro a livello locale. Per candidarsi alle offerte di lavoro e di stage, è necessario soddisfare alcuni requisiti, tra cui un’iscrizione e la consegna del proprio CV.
- Concorsi pubblici: concorsi indirizzati al lavoro nella Pubblica Amministrazione. Per partecipare, bisogna innanzitutto verificare di essere in possesso dei requisiti espressi nel bando di proprio interesse. Molto spesso, oltre alla valutazione dei titoli, sono previste delle prove di selezione obbligatorie, scritte e orali.
- Enti di formazione: erogano corsi dedicati a una professione specifica, ma anche percorsi di orientamento professionale con l’obiettivo di favorire l’inserimento delle persone nel mondo del lavoro, fornendo corsi suddivisi tra attività di formazione in aula e stage all’interno di strutture convenzionate. Molti corsi sono completamente finanziati.
- Informagiovani : ufficio, presente in quasi ogni città e anche in alcuni comuni. Fornisce informazioni ai giovani dai 15 ai 35 anni riguardo percorsi di formazione, opportunità di lavoro, esperienze di mobilità internazionale, attività di volontariato e tempo libero. Offre anche servizi di revisione del CV e uno sportello di orientamento per opportunità all’estero.
- Motori di ricerca su internet: strumenti di ricerca online attraverso i quali è possibile trovare offerte di lavoro pubblicate sia da agenzie che da privati. Sono canali che permettono di accedere a una grande quantità di offerte ma, allo stesso tempo, possono essere molto dispersivi, poiché non tutti offrono un riscontro del proprio processo di candidatura. Per questi motivi, una strategia potenzialmente efficace prevede di contattare direttamente l’azienda inserzionista.
- Passaparola: può essere un canale molto utile per cercare lavoro. Per questo è importante curare e ampliare la propria rete di amicizie e di relazioni interpersonali, sia di conoscenze reali che del proprio network online.
- Social Network: esistono alcuni servizi web basati sulla rete sociale (ad esempio LinkedIn), indirizzati principalmente allo sviluppo di una rete professionale. Sono strumenti molto utili per creare un profilo lavorativo in maniera accurata e possono mettere in risalto competenze e motivazioni in modo interattivo, con la possibilità di creare una vera e propria rete di contatti professionali. Molto spesso, le aziende che ricevono una candidatura, tendono ad effettuare una ricerca sui social network del candidato per comprenderne meglio il profilo o le strategie di comunicazione e interazione con gli altri. Per questa ragione, è consigliabile evitare di condividere sui social network informazioni che possono andare contro i propri interessi professionali.
- Possibilità all’estero: se si cerca un’opportunità di formazione o di lavoro all’estero, è possibile rivolgersi a diversi portali, tra cui lo sportello Eurodesk di Progetto Giovani, un servizio di orientamento per conoscere molte iniziative comunitarie. Lo sportello si trova nelle città che aderiscono alla rete Eurodesk.

La ricerca attiva del lavoro

L’incontro tra azienda e chi è in cerca di lavoro passa attraverso criteri di scelta che uniscono razionalità, intelligenza emotiva ed esperienza. Conoscere e capire le esigenze del mercato del lavoro, la strada migliore per accedervi, definire una strategia (preparare un curriculum, affrontare un colloquio di lavoro, cercare offerte di lavoro mirate), sono solo alcuni dei momenti chiave del processo finalizzato ad individuare il percorso più adatto alle esigenze ed aspettative della persona. 
 
La scelta e l'utilizzo ottimale degli strumenti di candidatura e dei canali di ricerca del lavoro, sono estremamente importanti, poichè in grado di incrementare o inibire le possibilità di successo.
Il primo aspetto da tenere in considerazione, prima di procedere alla ricerca del lavoro vera e propria, è la motivazione: il motore che ci spinge ad agire e a ricercare in modo attivo tutte quelle opportunità che possono rispecchiare i nostri interessi e le nostre capacità.
 
Ciononostante, può capitare che alcuni tentativi di candidatura o esperienze lavorative passate non siano andati a buon fine, provocando sensazioni di sconforto e demotivazione.
Per evitare di ricadere in una situazione di costante frustrazione, le aspettative che riponiamo nel nostro lavoro dovranno essere realistiche e compatibili con le nostre effettive possibilità.
 
L’obiettivo di questa fase è fare il punto sulle proprie competenze e, in particolare, cercare di definire cosa conosciamo, cosa sappiamo fare e quali sono le nostre caratteristiche interpersonali.

Dal punto di vista professionale, maggiori sono le competenze acquisite, maggiori saranno le possibilità di aderire a differenti profili lavorativi e, quindi, di trovare effettivamente lavoro.
L’attività di ricerca del lavoro può richiedere l’investimento di una consistente quantità di tempo e, pertanto, risultare piuttosto impegnativa. Ci sono diverse strade che si possono intraprendere, ma ciascuna ha delle peculiarità e delle particolarità che possono adattarsi a un certo profilo professionale o a una determinata tipologia di utenza.
Diventa perciò importante a questo punto individuare i canali della ricerca (agenzie per il lavoro, agenzie di selezione del personale, autocandidatura, centri per l'impuego, enti di formazione, ecc.).
Come i canali di ricerca, anche le diverse fasi di selezione richiedono specifici strumenti di candidatura: maggiore sarà l’accuratezza nella preparazione di questi strumenti, tanto più alte saranno le probabilità di accedere ad un colloquio di lavoro. Sono due gli strumenti di base, da presentare contestualmente, che possono dare il via al processo di candidatura: il curriculum vitae e la lettera di presentazione.
 
Alcuni consigli utili per affrontare il percorso di ricerca attiva:
- La ricerca del lavoro richiede tempo e costanza: non ti abbattere di fronte a un eventuale fallimento.
- Abbi sempre fiducia nelle tue capacità: ognuno di noi ha delle peculiarità che possono essere determinanti per uno specifico lavoro.
- Le esperienze lavorative e formative precedenti non sono tutto. Cerca di curare e potenziare anche la tua comunicazione interpersonale, approfondendo qualche lingua straniera (soprattutto l’inglese!), magari attraverso attività di volontariato, sport o esperienze all’estero.
- Il mondo del lavoro è in continua evoluzione, quindi non smettere mai di aggiornarti e sfrutta tutte le occasioni di formazione che possono esserti utili.

Lettera di presentazione per il CV

Come scriverne una efficace

La lettera di presentazione che accompagna il tuo curriculum vitae ti consente in poche righe di raccontare chi sei, cosa cerchi e quali sono le tue motivazioni e le tue aspirazioni professionali.
Deve essere perciò essenziale ed efficace, non deve contenere errori di ortografia e/o di grammatica. Al selezionatore devi comunicare in modo chiaro che sei interessato alla posizione per la quale ti candidi, che sei la persona giusta, qual è il valore aggiunto che puoi rappresentare per l'azienda.
 
Come scriverla?

Innanzitutto deve essere personalizzata: è necessario modellarla in base all’azienda e alla posizione per la quale ci si candida.
 
Ecco alcuni consigli pratici:
 
-Informati in modo accurato sull'azienda e sulla posizione per cui ti candidi.
-Esprimi le motivazioni per cui ti stai candidando.
-Non scrivere troppo, cerca di essere sintetico e conciso e non commettere errori grammaticali e/o di ortografia.
-Non essere troppo formale, utilizza un linguaggio chiaro e semplice.
-Descrivi le tue qualità senza esagerare, sii onesto e trasparente, specialmente se non hai alcuna esperienza lavorativa.
-Evidenzia le tue unicità.
-Evita di ripetere le tue esperienze lavorative nel dettaglio, sono già scritte nel CV. La lettera di presentazione deve servire per catturare l'attenzione del selezionatore e motivarlo a leggere il tuo CV.
-Non dimenticare i saluti alla fine della lettera e di ringraziare per l'attenzione.
-Se inviata tramite posta elettronica, la lettera di presentazione va scritta nel corpo della mail.
 
Come strutturarla:

La lettera di presentazione si può strutturare in quattro parti:
 

  1. Intestazione: qui inserisci il tuo nome e i tuoi dati personali. Cerca di trovare il nome e il cognome del responsabile delle risorse umane (utilizzando il web o chiamando direttamente in azienda); se non è possibile, indica un generico: “Alla cortese attenzione del Direttore delle Risorse Umane”.
  2. Introduzione: specifica per quale posizione ti candidi e introduci quali sono le tue esperienze di lavoro o studio e le skills che ti rendono adatto alla posizione.
  3. Corpo: spiega perché sei interessato alla posizione, perché ti piacerebbe lavorare per quell’azienda e perché pensi di essere la persona adatta per quel ruolo. Questa è la parte più importante della lettera, dove deve trasparire tutta la tua motivazione.
  4. Conclusione: rimarca i tuoi punti di forza, ringrazia per l’attenzione e indica che resti a disposizione per un eventuale colloquio.

Le esperienze professionali nel CV

Come descrivere la tua esperienza lavorativa all'interno del curriculum

Un elemento fondamentale del proprio curriculum sono sicuramente le esperienze lavorative e professionali: ma come inserirle in maniera tale che risaltino e mettano in evidenza le nostre competenze?
 
Tra tutte le informazioni che dobbiamo inserire sul cv, le esperienze lavorative sono tra quelle fondamentali, è infatti buona pratica inserire quante più indicazioni possibili in questo senso per dare modo ai selezionatori di valutare la nostra professionalità in relazione al lavoro per il quale ci stiamo candidando.
 
Presentare le proprie esperienze lavorative sul curriculum in maniera specifica offre un vantaggio competitivo sugli altri.

Le esperienze professionali che menzioni sul tuo CV devono rappresentare una risorsa per la tua candidatura, per questo motivo devi decidere quali vuoi inserire e quali puoi omettere, ricordando sempre che ogni curriculum dovrebbe essere personalizzato in relazione all'offerta di lavoro.
La sezione dedicata alle esperienze professionali si concentra solitamente sugli ultimi 10-15 anni della tua carriera lavorativa per indicare a un datore di lavoro se hai o meno l'esperienza necessaria. È proprio la sezione relativa alla tua storia lavorativa a dare credibilità o meno alla tua domanda di lavoro e, pertanto, dovrebbe essere complementare a tutti gli altri aspetti della tua domanda di lavoro.
 
Specificare quali sono le tue competenze professionali, ti permetterà di:
- Dettagliare le varie esperienze in modo da mostrare come nel tempo la tua carriera si è evoluta, specificando il punto di partenza e il punto di arrivo attuale;
- Dimostrare di essere esperto nel settore specifico per il quale ci si sta candidando: come e perché hai acquisito queste competenze, quali sono stati i lavori che ti hanno portato a questo, ecc.;
- Dimostrare di essere adattabile, mettendo in evidenza i momenti in cui ti sei adattato e le specifiche circostanze.
 
Come scegliere le competenze professionali da inserire nel CV?
Non vale la pena menzionare tutte le esperienze lavorative e professionali che ci hanno portato dove siamo, mentre vale la pena citare solo le migliori o quelle collegate strettamente con la posizione per la quale ci stiamo proponendo.
 
Una volta deciso quali esperienze mettere in evidenza, devi fare in modo che la struttura del tuo documento sia logica e permetta di visualizzare velocemente il tuo cv per selezionarti o meno per un primo colloquio. 
Esiste una sola regola: inserimento in ordine cronologico, dalla più recente alla più vecchia, sempre tenendo conto del lavoro per il quale ti stai candidando.

Cosa succede se abbiamo dei vuoti professionali sul nostro cv?
Può capitare che in questa sezione del curriculum siano presenti dei vuoti, i cosiddetti "gaps" professionali che possono essere dovuti ad una pausa legata a motivi personali o anche relativi alla propria carriera.
Il gap è evidente e non passa inosservato, per cui, in casi del genere è bene cercare di inserire una spiegazione relativa al vuoto professionale tra un'esperienza e l'altra; se non si vuole inserire questa informazione sul cv, bisogna essere preparati ad affrontare le domande che sicuramente ti verranno poste relativamente a questo buco nel cv durante il colloquio.
 
Cosa fare se non si hanno esperienze professionali rilevanti?
Quando si entra nel mondo del lavoro per la prima volta, può capitare di non avere esperienze professionali da menzionare sul proprio curriculum.
Anche se questa situazione può causare imbarazzo quando si scrive un curriculum e ci si candida per un lavoro, in realtà può essere considerata anche un'opportunità in quanto offre all'azienda la possibilità di formare un candidato da zero e integrarlo perfettamente. Se ti trovi in questa situazione, alla voce "Esperienze Professionali" inserisci qualsiasi altra esperienza riconducibile in qualche modo al lavoro al quale aspiri: un lavoro stagionale, un lavoro da studente, uno stage, ma anche un'esperienza come volontario.
In questo modo darai la possibilità all'azienda di valutarti per quello che potenzialmente potrai portare e imparare in quella determinata posizione lavorativa.