Seguire i profumi e gli odori lasciandosi guidare in un tour immersivo alla scoperta di nuove sensazioni.
È questo quello che viene definito “turismo olfattivo” che per il 2023 si piazza in cima ai nuovi trend viaggio.
Perché puntare così tanto sull’olfatto? Perché è l’unico dei cinque sensi che è collegato direttamente all’apprendimento, sia dal punto di vista della memoria che delle emozioni. I profumi come gli odori permettono di conoscere ed imparare cose nuove, ma nello stesso tempo anche di riportare alla memoria ricordi ed emozioni che attraverso l’olfatto si risvegliano e tornano a vivere. Secondo gli studiosi gli odori sono in grado di raccontare delle vere e proprie storie, ma offrono anche una via nuova e poco sperimentata di conoscere il mondo che ci circonda.
Mostre d’arte profumate, tour che conducono alla scoperta degli odori di una città, esperienze di viaggio immersive che invitano a seguire il proprio naso. Ma che cos’è davvero il “turismo olfattivo”?
Il Museo di Ulm, Germania, lo scorso anno ha realizzato la mostra “Follow Your Nose” (Segui il tuo naso) per permettere ai visitatori di immergersi in profondità nell’ampia e ricca collezione associando le opere che ritraggono elementi quali, ad esempio, tavole imbandite, boccette di profumo, giardini fioriti, a profumi appositamente ricreati.
É anche il caso del dipinto del XVI secolo “Cristo nel Limbo” di Martin Schaffner: grazie ai diffusori di profumo, i turisti hanno la possibilità di percepire gli odori di zolfo e fumo suggeriti dai cancelli tra le fiamme dell’inferno.
I profumi e gli odori della mostra sono stati realizzati dai profumieri di International Flavors and Fragrances (IFF) mescolando ricostruzioni autentiche degli odori dal punto di vista chimico con oli e materiali che non recano alcun danno alle opere d’arte.
Seguendo il trend, per il 2023 il Museo del Louvre ha previsto una serie di “tour olfattivi” collegati alle collezioni di nature morte, mentre il Museo del Prado di Madrid ha già inaugurato una “mostra olfattiva” che si ispira alla serie “I cinque sensi” dipinta, nel Seicento, dalla coppia di pittori fiamminghi Jan Brueghel il Vecchio e Peter Paul Rubens.
L’artista e docente Kate McLean, ad esempio, ha dato vita a una pratica che ha battezzato “smellwalking” (dall’unione delle due parole inglesi “smell”, olfatto, e “walking”, camminare) basandosi su quanto i profumi e gli odori giochino un ruolo chiave sui primi ricordi e impressioni di un posto: organizza tour a piedi in varie città del mondo e “traduce” gli odori scoperti dai partecipanti in “mappe dei paesaggi olfattivi” che disegna a mano.
Nel 2022, invece, il Museo di Amsterdam aveva lanciato un tour autoguidato, “City Sniffers: A Smell Tour of Amsterdam’s Ecohistory”, che comprendeva una mappa da grattare per annusare alcuni odori storici tra cui quello della tradizionale pomander (o pomo d’ambra), sfera profumata che si pensava potesse proteggere dalla peste.
A questi esempi si possono aggiungere l’esistenza di veri e propri percorsi olfattivi, da sempre noti. Come non citare infatti la Provenza, luogo simbolo dei profumi. L’idea allora potrebbe essere quella di un bel viaggio on the road tra cittadine e infinite distese di lavanda, in direzione del Parco naturale regionale del Luberon, patrimonio Unesco e riserva naturale di 120mila ettari dove si alternano montagne calcaree, colline, boschi e valli coltivate. Imperdibili i villaggi di Lourmarin (in cui fare tappa alla fattoria Gerbaud, produttrice di erbe aromatiche), Menerbes, Coustellet e Gordes. Da inserire nel tour anche l’Orto botanico del Castello Lauris dedicato alle piante da tinture, Coustellet, dove si visita il Museo della lavanda e infine la celebre Abbazia di Senanques circondata dalle fioriture.
Se avete invece la possibilità di partire tra aprile e maggio, perché non scegliere il Marocco? Qui, nel deserto della valle del Dadès va in scena la raccolta dei profumatissimi boccioli. La destinazione potrebbe essere Kelaat M’gouna, cittadina capitale dell’essenza nota come Rosa di maggio, dove il rito della raccolta dei petali color rosa pallido è una cosa serissima, tanto che si organizzano grandi feste in stile berbero. Intorno al villaggio troverete una distesa di oltre 50 km di campi con i cespugli di rose, languidamente sparpagliati lungo le rive del Dadès e del M’Goun.
Esperienze di viaggio e di scoperta che ci suggeriscono di seguire il nostro naso!