Commosso fino alle lacrime, lo sguardo della rivincita e del riscatto, Brendan Fraser vince il premio come miglior attore protagonista nella recente notte degli oscar, per il drammatico The Whale presentato in concorso alla Mostra del cinema di Venezia, diretto da Darren Aronofsky da una pièce di Samuel D. Hunter.
Nel film Fraser è Charlie, un professore d’inglese chiuso nel suo piccolissimo appartamento, imprigionato in un corpo da trecento chili che lo tradisce ogni giorno di più. Ha tentato senza riuscirci di soffocare il dolore insopportabile per la morte dell’uomo che amava, sotto una quantità di cibo senza limiti. Ora che il suo cuore sta arrivando al capolinea ha un ultimo desiderio: riallacciare il rapporto con la figlia adolescente che ha abbandonato dieci anni prima per vivere il suo amore libero.
E a far brillare il film sono sicuramente la superlativa performance di Brendan Fraser, che domina con maiuscolo talento una gamma emotiva vastissima, e quella della giovane Sadie Sink (Max in Stranger Things, Fear Street), la figlia, che arricchisce di mille sfumature una parte non facile da gestire.
Il titolo di The Whale, la cui traduzione è «la balena», fa riferimento in modo figurato alla mole del protagonista ma anche al romanzo Moby Dick di Herman Melville, più volte citato in modo diretto e indiretto nella pellicola.
Che The Whale sia sostanzialmente un one-man show è piuttosto evidente, la struttura stessa della pellicola ruota attorno al fulcro del protagonista.
Brendan Fraser è stato lontano dalle scene per anni a causa di una sfortunata serie di problemi, con la pellicola di Aronofsky arriva quindi la sua occasione di riscatto ed è evidente come colga con grazia e intensità la rara opportunità di un ruolo che lo spinge ben oltre ogni sfida attoriale precedente, al punto da regalargli un oscar come miglior attore protagonista.