In pochi ricordano che
Il Circolo Pickwick
segna l’esordio – prima su rivista, quindi in volume – del piú formidabile narratore mai apparso su questo pianeta, Charles Dickens.
Pubblicato a puntate tra il 1836 e il 1837 e concepito in divenire, questo irresistibile romanzo fu di conseguenza una duplice rivelazione: per i lettori, certo, che iniziarono immediatamente ad amarlo e a decretare un successo stratosferico, tanto da farne diventare proverbiali le situazioni e i personaggi; ma per l’autore stesso, che dopo alcuni brevi abbozzi scopriva – probabilmente con sgomento esaltato, con sublime piacere – di essere nato per raccontare. Con Il Circolo Pickwick ci abbeveriamo dunque al primo purissimo zampillo di una sorgente che non si sarebbe mai prosciugata: estrose, rocambolesche, allegre, romantiche, venate infine di un’ombra di malinconia, mai noiose o prevedibili, le peripezie tragicomiche del signor Pickwick, del poeta Snodgrass, del donnaiolo Tupman, del maldestro Winkle e soprattutto del fido Sam Weller, vero protagonista occulto della storia, costituiscono un’avventura picaresca per ogni età , uno scrigno di storie strabilianti e argute, dolciastre e gotiche, ancora oggi tutte da godere.
Nel corso degli anni Charles Dickens avrebbe trovato architetture piú complesse, personaggi piú sfaccettati e tinte piú cupe, ma forse mai piú la penna di questo amatissimo scrittore sarebbe stata cosà fresca e spensierata.
Rubrica a cura di Ramona