Rubrica a cura di: Silvia

Coronavirus e mascherine: come e quando usarle

#SPUNTIDIFANTASIA! - Salute e benessere

Quando è obbligatorio indossare le mascherine

Il DPCM 24 ottobre 2020 conferma l'obbligo di indossare le mascherine all’aperto e nei luoghi al chiuso diversi dalle abitazioni private (non solo nei luoghi chiusi accessibili al pubblico). Si fa eccezione a tali obblighi, sia in luogo chiuso che all’aperto, nei casi in cui, per le caratteristiche del luogo o per le circostanze di fatto, sia garantita in modo continuativo la condizione di isolamento rispetto a persone non conviventi.

Non sono soggetti all’obbligo di mascherina i bambini al di sotto dei sei anni, nonché le persone con patologie o disabilità non compatibili con l’uso continuativo della mascherina e chi li assiste/interagisce con loro.

L’uso della mascherina non è obbligatorio durante lo svolgimento dell’attività sportiva.

L'uso della mascherina aiuta a limitare la diffusione del virus, ma deve essere adottata in aggiunta ad altre misure di igiene respiratoria e delle mani.

Mascherine di comunità, mascherine chirurgiche, dispositivi di protezione individuale (DPI)

Mascherine di comunità Hanno lo scopo di ridurre la circolazione del virus nella vita quotidiana e non sono soggette a particolari certificazioni. Non devono essere considerate né dei dispositivi medici, né dispositivi di protezione individuale, ma una misura igienica utile a ridurre la diffusione del virus SARS-COV-2. Possono essere mascherine monouso o mascherine lavabili, anche auto-prodotte, in materiali multistrato idonei a fornire un’adeguata barriera e, al contempo, che garantiscano comfort e respirabilità, forma e aderenza adeguate per coprire dal mento fino al di sopra del naso.

L'uso della mascherina in comunità aiuta a limitare la diffusione del virus, ma deve essere adottata in aggiunta ad altre misure di protezione finalizzate alla riduzione del contagio (come il distanziamento fisico e l’igiene costante e accurata delle mani), che restano invariate e prioritarie. Non è utile indossare più mascherine sovrapposte.

Autoproduzione delle mascherine di comunità. L'Istituto superiore di sanità informa che anche l'uso di mascherine di comunità autoprodotte aiuta a contrastare la diffusione del virus, se usate bene e costantemente. Le mascherine di comunità possono essere realizzate a casa con materiali comuni a basso costo (come scampoli di stoffa). L'ISS precisa che le mascherine di comunità, sia autoprodotte, che commerciali, non sono dispositivi medici (come le mascherine chirurgiche) né dispositivi di protezione individuale.

Mascherine di comunità lavabili. È possibile lavare le mascherine di comunità se sono fatte con materiali che resistono al lavaggio a 60 gradi.
Le mascherine di comunità commerciali (cioè non autoprodotte) sono lavabili se sulla confezione sono riportate indicazioni che possono includere anche il numero di lavaggi consentito senza che questo diminuisca la loro performance.

Mascherine chirurgiche Sono le mascherine a uso medico, sviluppate per essere utilizzate in ambiente sanitario o in particolari ambienti lavorativi e certificate in base alla loro capacità di filtraggio. Rispondono alle caratteristiche richieste dalla norma UNI EN ISO 14683-2019 e funzionano impedendo la trasmissione.

Anche nel caso in cui compaiano sintomi è necessario utilizzare le mascherine chirurgiche, certificate come dispositivi medici.

Dispositivi di protezione individuale L'Istituto superiore di sanità ha emanato un documento riguardante i DPI (come ad esempio i filtranti facciali FFP2 e FFP3) e i dispositivi medici raccomandati per la prevenzione del contagio da SARS-CoV-2 in contesto lavorativo (operatori sanitari, addetti alle pulizie, tecnici di laboratorio, pazienti con/senza sintomi, accompagnatori, ambulanzieri etc.) e destinatari dell’indicazione.

Per avere ulteriori informazioni, si può consultare il seguente link 

Studio ECDC sull'uso delle mascherine di tipo medico e non medico

L’ECDC (European Centre for Disease Prevention and Control) ha pubblicato un Rapporto con le indicazioni sull’uso delle mascherine di tipo medico (per es. chirurgiche) e di tipo non medico nelle persone non malate per contrastare la diffusione del virus nella comunità da parte di chi è in fase presintomatica o asintomatica.

Nelle conclusioni in particolare si legge che:

- l'uso di mascherine facciali di tipo medico (chirurgiche o altro dispositivo medico) è prevalentemente riservato agli operatori sanitari e deve avere la priorità sull'uso delle mascherine nella comunità

- l'uso di mascherine facciali in pubblico può servire come mezzo di controllo per ridurre la diffusione dell'infezione minimizzando la diffusione di goccioline respiratorie da individui infetti che non hanno ancora sviluppato sintomi o che rimangono asintomatici ed è raccomandato soprattutto in spazi affollati e chiusi, come negozi, centri commerciali o quando si utilizzano i mezzi pubblici, ecc;

- si può prendere in considerazione l'uso di mascherine facciali non mediche realizzate con vari tessuti, specialmente se vi sono problemi di fornitura, ma ad oggi esistono evidenze scientifiche indirette e limitate e devono essere indossate in modo appropriato e corretto;

- l'uso di mascherine facciali nella comunità deve essere considerato solo come una misura complementare e non in sostituzione delle misure preventive consolidate, come, ad esempio, il distanziamento fisico, l’igiene respiratoria (tra cui tossire o starnutire in un fazzoletto monouso o nella piega del gomito per evitare di trasmettere agli altri le goccioline con le secrezioni respiratorie), l’igiene meticolosa delle mani e l’evitare di toccarsi con le mani il viso, il naso, gli occhi e la bocca.

- le raccomandazioni sull'uso delle mascherine facciali nella comunità dovrebbero tenere attentamente conto delle lacune delle prove di efficacia, della situazione dell'offerta e dei potenziali effetti collaterali negativi.

Come usare e smaltire correttamente le mascherine

Il Ministero della Salute ha prodotto un video spot (http://www.salute.gov.it/portale/news/p3_2_1_1_1.jsp) che spiega quando indossarla e come usarla in sicurezza. Le principali raccomandazioni:

• prima di indossare la mascherina, lavati le mani con acqua e sapone (per almeno 40-60 secondi) o con una soluzione alcolica (per almeno 20-30 secondi);

• indossa, manipola e togli la mascherina toccando solo gli elastici o i legacci, avendo cura di non toccare la parte interna;

• accertati di aver indossato la mascherina nel verso giusto (ad esempio nelle mascherine chirurgiche la parta colorata è quella esterna);

• posiziona correttamente la mascherina, facendo aderire il ferretto superiore al naso e portandola sotto il mento;

• se durante l’uso si tocca la mascherina, si deve ripetere l’igiene delle mani;

• non riporre la mascherina in tasca e non poggiarla su mobili o ripiani;

• quando diventa umida, sostituisci la mascherina con una nuova e non riutilizzarla: sono maschere mono-uso;

• gettala immediatamente in un sacchetto chiuso e lavati le mani;

• in caso di mascherine lavabili, procedere alle operazioni di lavaggio a 60°C con comune detersivo o secondo le istruzioni del produttore (se disponibili); talvolta i produttori indicano anche il numero massimo di lavaggi possibili senza riduzione della performance della mascherina;

• dopo avere maneggiato una mascherina usata equando ci si toglie la mascherina, effettua il lavaggio o l’igiene delle mani.

Anche l'Istituto Superiore di Sanità ha prodotto alcuni materiali per mostrare come usarle e smaltirle correttamente

Smaltimento delle mascherine.

L'Istituto Superiore di Sanità precisa che mascherine e guanti vanno smaltiti con i rifiuti indifferenziati, ma per precauzione vanno sempre posti prima dentro un altro sacchetto chiuso, per evitare contatti da parte degli operatori ecologici. Al momento, come precisa il presidente dell’Istituto superiore di sanità Silvio Brusaferro, “non è noto il tempo di sopravvivenza dei coronavirus nei rifiuti”.

ubrica a cura di: Michela

Uso della mascherina, indispensabile per contrastare il contagio da Coronavirus

#SPUNTIDIFANTASIA! - Salute e benessere

Questa settimana torniamo nuovamente a parlare del corretto USO DELLA MASCHERINA
e del perchè è indispensabile per contenere il contagio da Corona Virus e come indossarla correttamente.

In questi mesi in cui stiamo convivendo con il Corona Virus, per proteggerci e per contenerne la diffusione abbiamo imparato a conoscere i vari tipi di mascherine e altri dispositivi di protezione individuale come guanti e calzari.

Abbiamo imparato che non tutte le mascherine hanno la stessa funzione, abbiamo visto la differenza tra la mascherina chirurgica e quelle professionali con valvole e quali sono consigliate e quali invece non ci proteggono.

Quali e come usarle:
Le mascherine che ci permettono di proteggerci sono quelle chirurgiche che vanno però sostituite spesso. È possibile utilizzare anche mascherine autoprodotte in cotone o stoffa che devono essere lavate tutti i giorni in lavatrice.
Quel che è certo è che per proteggerci l’unica arma è indossarla sempre nei luoghi chiusi e anche all’aperto se non siamo ad almeno un metro e mezzo di distanza dalla altre persone.
Quando la indossiamo facciamo attenzione a coprire bene anche il naso e evitiamo di continuare ad aggiustarla o muoverla e di toccare gli occhi.
L’altra regola è igienizzare spesso le mani con un gel a base alcolica per eliminare i batteri che si depositano su quello che tocchiamo.

In una situazione di emergenza sanitaria che richiede la massima serietà è necessario rimanere uniti ed avere una visione unica del bene comune, purtroppo c’è anche chi dice…no!

Cosa pensano i negazionisti?
Una parte della popolazione sostiene che la mascherina faccia più male che bene perchè impedisce la corretta respirazione se non usata correttamente può addirittura portare ad una maggiore diffusione del virus.
Questo genere di negazionismo è nocivo e pericoloso per la società perchè crea una discussione fine a se stessa quando l’unica cosa che noi tutti dovremmo fare sarebbe fare la nostra parte nel rispettare le regole che sono state stabilite dal governo in costante collaborazione con le autorità sanitarie.

Rubrica a cura di: Ramona

72° Festival di Sanremo - dal 1 al 5 febbraio

#SPUNTIDIFANTASIA! Musica e parole

Ormai ci siamo: mancano pochissimi giorni all'inizio della manifestazione canora italiana che rappresenta un verio e proprio caposaldo della nostra musica, e che puntualmente divide l'opinione pubblica, tra chi lo segue con interesse, chi con la curiosità di vedere la parte più "glamour", data da abiti e scenografia, e altri che si affannano ad affermare che assolutamente non lo guarderanno (ma sarà davvero così??): da martedì 1, con finalissima sabato 5 Febbraio, dal teatro Ariston Amadeus condurrà il

72° Festival di Sanremo

Scopriamo alcune curiosità legate a quest'edizione...

Quest’anno l’unica categoria in gara al Festival si chiamerà “Artisti” (non ci sarà la gara delle Nuove Proposte: i Giovani si sono sfidati a dicembre e tre di loro hanno ottenuto un posto in gara tra i Big), ma non c’è dubbio che quelli selezionati da Amadeus siano davvero dei Big. Il cast di Sanremo 2022 è spettacolare e trasversale. Ci sono leggende della canzone come Morandi, Ranieri, Rettore e Zanicchi. Ma anche i veri casi discografici del momento: Blanco, Mahmood, Rkomi, Aka 7even, Sangiovanni. È una squadra dove convivono ben sette vincitori del Festival e nomi che il grande pubblico deve ancora scoprire, da Ditonellapiaga a Giovanni Truppi. Una cosa è certa: sarà una sfida aperta come non mai.

Per tutti e 25 sarà una gara senza eliminazioni per arrivare alla serata finale con la proclamazione del vincitore. Torna la serata speciale delle Cover di venerdì 4 febbraio, durante la quale gli artisti eseguiranno un brano degli Anni '60, '70, '80 o '90.

Ecco l'elenco dei cantanti in gara:


Achille Lauro - "Domenica"
Aka 7even - "Perfetta così"
Ana Mena - "Duecentomila ore"
Dargen D'Amico - "Dove si balla"
Ditonellapiaga con Rettore - "Chimica"
Elisa - "O forse sei tu"
Emma - “Ogni volta è così”
Fabrizio Moro - "Sei tu"
Gianni Morandi - "Apri tutte le porte"
Giovanni Truppi - "Tuo padre, mia madre, Lucia"
Giusy Ferreri - "Miele"
Highsnob e Hu - "Abbi cura di te"
Irama - "Ovunque sarai"
Iva Zanicchi - "Voglio amarti"
La Rappresentante di Lista - "Ciao ciao"
Le Vibrazioni - "Tantissimo"
Mahmood e Blanco - "Brividi"
Massimo Ranieri - "Lettera di là dal mare"
Matteo Romano - "Virale"
Michele Bravi - "Inverno dei fiori"
Noemi - "Ti amo non lo so dire"
Rkomi - "Insuperabile"
Sangiovanni - "Farfalle"
Tananai - "Sesso occasionale"
Yuman - “Ora e qui”

Ogni sera si alterneranno delle diverse co-conduttrici ad affiancare Amadeus, arrivato al suo 3° Festival, e sono:

Prima serata: Ornella Muti
Seconda serata: Lorena Cesarini
Terza serata: Drusilla Foer
Quarta serata: Maria Chiara Giannetta
Serata finale: Sabrina Ferilli

Chiudiamo con gli ospiti, quelli già annunciati, in attesa di scoprire se ci saranno sorprese durante lo svolgimento del Festival:


Checco Zalone
Cesare Cremonini
Måneskin, apriranno la prima serata del Festival
Meduza, ospiti la prima serata
Laura Pausini sarà ospite durante la seconda serata
Luca Argentero
Raoul Bova
Lino Guanciale
Anna Valle
Gaia Girace e Margherita Mazzucco

Buon Festival a tutti!

Rubrica a cura di: Daniela

22 Settembre - Ultimo

#SPUNTIDIFANTASIA! - Musica e parole

Buona musica a tutti ragazzi...questa settimana la proposta è la canzone di Ultimo intitolata

22 Settembre

...l'avete già ascoltata?
Fateci sapere...

Il testo:
Io la vita la prendo com’è
questo viaggio che parte da sé
che non chiede il permesso mai a me
io la vita la prendo com’è

Puoi lasciare adesso le vecchie convinzioni
ne costruiremo altre con nuove mie parole
ci penserò io a tutto tu dovrai un po’ affidarti
e perdona la freddezza ma spero che mi salvi
per starmene in silenzio in sere più autunnali
ricordo me in un parco a dire “mostra quanto vali”
e non essere mai affranto se un sogno non si svela
ho visto gente esclusa ridere a squarciagola

Io la vita la prendo com’è
questo viaggio che parte da sé
che non chiede il permesso mai a me
io la vita la prendo com’è

Non prenderò quel treno che porta nel futuro
no, io voglio godere anche un semplice minuto
e il 22 settembre io tornerò in quel posto
tu sai che cosa intendo ma adesso io non posso
non posso più permetterlo devo alzarmi e accendere
non scriverò la musica ma la vita della gente
io sento una missione e ti giuro che andrò alla meta
cantare in pieno inverno per dar la primavera


Io la vita la prendo com’è
questo viaggio che parte da sé
che non chiede il permesso mai a me
io la vita la prendo com’è

Significato del brano:

Sul brano, Ultimo ha dichiarato: “Qualche mese fa ho scritto una canzone….. l’ho chiamata ‘22 Settembre’. Ho pensato che sarebbe stato giusto farla uscire il 22 Settembre. E quindi dai, da mezzanotte sarà vostra!! A dopo!!” . Dal testo del brano si evincono la voglia e l’istinto che ha Ultimo, all’anagrafe Niccolò Moriconi, di scrivere e fare musica, musica che racconti della vita, della gente: “devo alzarmi e scendere, non scriverò la musica, ma vita della gente, io sento una missione..

Dunque, si diceva a proposito del testo di 22 settembre di Ultimo: c'è tutto quello che ti aspetteresti, perché in fondo il nostro cuccioletto di drago lo si conosce da tempo. Vive nel suo mondo di musica, di cui non può fare a meno, crede che la vita vada affrontata di petto e con il senso dell'istinto e cerca la salvezza in che gli sta accanto, perché il suo cuore romantico prende sempre il sopravvento.

Buon ascolto!!!

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Rubrica a cura di: Daniela

4 Marzo 1943 - Lucio Dalla

#SPUNTIDIFANTASIA! - Musica e parole

La canzone di oggi che vi propongo è il capolavoro di Lucio Dalla:

4 marzo 1943

L'avete ascoltata? Cosa ne pensate?

Il testo:

Dice che era un bell'uomo
E veniva, veniva dal mare
Parlava un'altra lingua però sapeva amare
E quel giorno lui prese mia madre sopra un bel prato
L'ora più dolce prima d'essere ammazzato

Così lei restò sola nella stanza,
La stanza sul porto
Con l'unico vestito, ogni giorno più corto
E benchè non sapesse il nome
E neppure il paese
M'aspettò come un dono d'amore
Fino dal primo mese

Compiva sedici anni
Quel giorno la mia mamma
Le strofe di taverna
Le cantò la ninna nanna
E stringendomi al petto che sapeva,
Sapeva di mare, giocava a far la donna
Con il bimbo da fasciare

E forse fu per gioco o forse per amore
Che mi volle chiamare come Nostro Signore

Della sua breve vita il ricordo,
Il ricordo più grosso, è tutto in questo nome
Che io mi porto addosso

E ancora adesso che gioco a carte
E bevo vino,
Per la gente del porto
Mi chiamo Gesù Bambino

E ancora adesso che gioco a carte
E bevo vino,
Per la gente del porto
Mi chiamo Gesù Bambino

E ancora adesso che gioco a carte
E bevo vino,
Per la gente del porto
Mi chiamo Gesù Bambino.

Il significato:

Doveva chiamarsi "Gesubambino", tutto attaccato, e invece a causa della censura che la colpì in più parti, una delle canzoni più amate del repertorio di Lucio Dalla prese il nome di "4 marzo 1943" lasciando alle parentesi, e comunque alla memoria storica, quello originale che non era adatto per essere portato a Sanremo, dove il cantante bolognese si sarebbe piazzato in terza posizione. Ma andiamo con ordine, perché dopo averlo ricordato, il 1 marzo – giorno in cui scomparve in un albergo di Losanna -, Lucio Dalla viene festeggiato ogni 4 marzo, giorno della sua nascita e di un titolo che gli è, giustamente, rimasto incollato addosso per una canzone che non era autobiografica e che ha avuto diverse modifiche, come ha spesso raccontato Paola Pallottino, che di quel pezzo fu coautrice.

L'incontro tra Dalla e Paola Pallottino

L'incontro tra i due fu casuale, alcuni amici comuni le consigliarono di proporre al cantante alcuni suoi testi, nati dall'amore per i francofoni Brel e Brassens e così cominciò la loro avventura che caratterizzò un pezzo della prima parte della carriera di Dalla, culminata proprio in quella "4 marzo 1943" che gli resterà cucita addosso a causa (o grazie) a quel titolo che riprendeva la sua data di nascita e che dovette essere cambiata a causa della censura.

Il significato di "4 marzo 1943"

"Gesubambino" "voleva essere un mio ideale risarcimento a Lucio per essere stato orfano dall’età di 7 anni. Doveva essere una canzone sull’assenza del padre, ma poi è diventata una canzone sull’assenza della madre. Lucio la cantò la prima volta dal vivo nel dicembre del ’70 al teatro Duse di Bologna. Piacque così tanto che i discografici della Rca decisero di portarla a Sanremo. Fu il suo primo grande successo, ma Lucio ne rimase anche un po’ prigioniero".

La censura e i versi modificati

Uno dei versi più controversi era quello che diceva: "E anche adesso che bestemmio e bevo vino, per ladri e puttane sono Gesù Bambino" che però diventò. come noto: "E ancora adesso che gioco a carte e bevo vino, per la gente del porto mi chiamo Gesù Bambino", in un cambiamento che non convinse l'amica così come non la convinse la partecipazione a Sanremo, ma la Storia avrebbe detto che in fondo le scelte del cantante erano state favorevoli.

Buon ascolto!!

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Da grande farò… Il Fotografo

#SPUNTIDIFANTASIA! Alla scoperta delle professioni

Chi è e cosa fa:

Il fotografo è una persona che produce fotografie, per professione o per diletto, utilizzando la macchina fotografica.  Per molto tempo a questa definizione è stata aggiunta un’altra fascia di fotografi, quelli titolari o responsabili di negozi di stampa fotografica: il fotografo di fiducia insomma, che dal nostro famoso rullino Kodak sviluppava e stampava le nostre preziose foto. Nonostante l’avvento del digitale abbia profondamente modificato e semplificato la vita a tutti anche in questo campo, il lavoro primario lo svolge ancora una volta la mente del fotografo: produrre una fotografia significa riconoscere in un’immagine del reale, lo scatto che stavamo cercando: creare fotografie implica una certa sensibilità d’animo e mentale, vuol dire spesso porre attenzione ai dettagli, all’azione nascosta, alla vita che accade e che ci parla proprio ad un palmo dal naso.

Una volta realizzato lo scatto, il fotografo si occupa in un secondo momento dello sviluppo e della stampa delle immagini, incluso se necessario, il ritocco fotografico.

Esistono due tipi di fotografo: fotografo professionista e fotografo amatoriale (o appassionato di fotografia): mentre il primo pratica la fotografia come professione, quindi per lavoro, con il compito di soddisfare chi commissiona il progetto, il secondo, cioè il fotoamatore o “fotografo dilettante” la pratica come hobby, come svago e divertimento, spesso come conseguenza di una forte passione per la fotografia.

I compiti del fotografo:

  • Conoscenza delle tecniche di fotografia
  • Capacità di realizzare fotografie di qualità professionale
  • Capacità di modificare le foto usando software di foto-ritocco
  • Creatività e sensibilità artistica
  • Attenzione al dettaglio
  • Adattabilità e flessibilità
  • Capacità comunicative
  • Disponibilità a spostarsi in base alle esigenze di lavoro

Formazione: La prima cosa da sapere per diventare fotografo è che non esiste un percorso di laurea univoco che ti porterà automaticamente alla professione dei tuoi sogni. Ci sono però corsi di formazione e scuole di fotografia, spazi aperti e pieni di luce, dove imparare la professione che farai domani. Senza ansie. Una fabbrica di talenti, dove respirare e crescere ogni giorno.

Le classi sono solitamente a numero chiuso con didattica diffusa, sia in presenza che a distanza, e un’offerta formativa di diversi percorsi per ogni esigenza (corsi accademici annuali e biennali, brevi corsi settimanali, serali e weekend).

Sbocchi professionali: lavorare con la fotografia non significa solo fare il fotografo: ci si può specializzare nel restauro di foto antiche, oppure diventare assistente digitale, il professionista che segue il fotografo sul set, cura la gestione digitale dell’immagine e la sua archiviazione. Un’altra opzione di carriera è diventare esperto di post produzione: la realizzazione di un lavoro di qualità è fondamentale nel mondo della fotografia. Infine, c’è la possibilità di proporsi come docente e insegnante di fotografia presso scuole ed enti di formazione: in questo modo si può trasmettere anche agli altri il proprio entusiasmo e la propria passione per questo strumento, così affascinante.

Da grande farò… Il Giornalista

#SPUNTIDIFANTASIA! Alla scoperta delle professioni

La scrittura ti appassiona e vorresti farne il tuo lavoro? Sei alla ricerca di una professione che sappia coniugare le tue abilità espressive ad un lavoro in continua evoluzione e che promette di non annoiare mai? Se entrambe queste domande hanno colto nel segno avrai sicuramente pensato di diventare giornalista.

Quella del giornalista è infatti una professione che fa gola a molti, soprattutto ora che con l'esplosione del web e con la sempre maggiore diffusione delle testate online ci sono numerosi posti da ricoprire all'interno del giornalismo. Questa professione, infatti, è molto cambiata nell'ultimo periodo e offre nuove possibilità che vanno colte al volo da chiunque voglia davvero fare della scrittura il proprio lavoro.

Chi è e che cosa fa:

Il giornalista si occupa di raccogliere, riportare e commentare notizie che saranno poi diffuse dai vari media come la televisione, la radio, la stampa o internet. Il lavoro del giornalista consiste quindi sia nel riportare i fatti, sia nel commentarli, oltre che nello svolgimento di interviste.

Il Giornalista è quindi colui che scrive articoli, reportage, commenti o recensioni per quotidiani e riviste (cartacei e on-line), o chi elabora servizi, interviste e approfondimenti per emittenti televisive o radiofoniche, o ancora chi modera incontri per queste stesse emittenti.

I compiti del giornalista

Tra i compiti del giornalista troviamo:

  • realizzare servizi giornalistici
  • condurre o intervenire in trasmissioni radio televisive
  • identificare, definire e confezionare la notizia
  • condurre o intervenire in trasmissioni radio televisive
  • illustrare gli eventi in modo oggettivo
  • svolgere attività redazionale
  • curare i rapporti con le redazioni dislocate sul territorio

Insomma, quello del giornalista è un lavoro che si dipana sui diversi media e che è ad oggi molto richiesto!

Le competenze del giornalista

Per diventare un buon giornalista ti saranno indispensabili alcune importanti competenze tra cui:

  • ottima conoscenza della lingua italiana
  • ottima esprezzione orale e scritta
  • perfetta comprensione orale e scritta
  • abilità di scrittura di alto profilo
  • conoscenze di alto profilo nell'ambito della comunicazione e dei media
  • conoscenza di almeno una lingua straniera
  • capacità di ascolto attivo
  • ottimo senso critico
  • capacità di apprendimento attivo e di problem solving
  • ottima adattabilità
  • capacità di gestire il proprio ed altrui tempo

Dove lavora:

Generalmente, i Giornalisti sono specializzati in un determinato settore, come per esempio:

  • la cronaca nera o rosa
  • la politica interna o estera
  • lo sport
  • il cinema

Il Giornalista può appartenere alla redazione di uno o più giornali e riviste (o di programmi televisivi e radiofonici), e dunque esserne dipendente, oppure può lavorare come freelance, presentando di volta in volta il proprio lavoro a chi ne è interessato.

Esistono due principali specifici profili di Giornalista:

  • il Giornalista pubblicista, ossia chi svolge attività giornalistica in maniera continuativa e retribuita avendo altri impieghi o occupazioni
  • il Giornalista professionista, ossia chi svolge attività giornalistica in maniera esclusiva, senza avere nessun’altra occupazione

Formazione:

La prima cosa da sapere per diventare giornalista è che non esiste un percorso di laurea univoco che ti porterà automaticamente alla professione dei tuoi sogni. Ci sono però facoltà che più di altre ti avvicineranno al mondo del giornalismo e che sapranno darti solide basi per la tua carriera.

I migliori corsi universitari per diventare giornalista sono i seguenti:

- Scienze della Comunicazione: questo è probabilmente il corso più indicato per diventare giornalista. Suddiviso nel classico 3+2 (Laurea Triennale + Laurea Specialistica), il percorso in Scienze della Comunicazione saprà introdurti allo studio del processo comunicativo, delle sue sfaccettature e dei media che vengono utilizzati nella comunicazione.

Inoltre sia durante il corso di Laurea Triennale che durante quello Magistrale potrai avvicinarti al linguaggio giornalistico, preso in grandissima considerazione all'interno di questo percorso. Le materie che studierai, inoltre, ti daranno un'ampia cultura adatta a fronteggiare con agilità gli argomenti più interessanti del giornalismo. Tra queste ricordiamo: marketing, comunicazione, sociologia, psicologia, antropologia, economia e lingue e linguistica.

- Lettere: il secondo percorso che ti consiglio è quello di Lettere. Questo corso ti permetterà infatti di ottenere abilità di altissimo profilo nell'ambito della scrittura, oltre a sviluppare insieme un pensiero sia analitico che creativo, indispensabile a qualsiasi giornalista. Riportare le notizie vuol dire infatti saper analizzare ciò che accade intorno a te e riproporlo nero su bianco in maniera accattivante ed efficace, azione in cui queste due tipologie di pensiero si fondono profondamente! Anche qui vige la solita divisione 3+2.

- Lingue: anche il percorso in lingue saprà esserti utile, soprattutto se hai intenzione in futuro di spostarti all'estero e svolgere il tuo lavoro su più fronti. Oltre alla conoscenza delle lingue questo corso ti porterà all'apprendimento di alte competenze espressive sia orali che scritte, cosa imprescindibile per un buon giornalista!

Un piccolo consiglio che inoltre posso darti è di pensare a quale ambito del giornalismo ti potrebbe interessare di più in futuro ed, in base a quello, scegliere poi il corso di Laurea migliore. Se ad esempio vorrai scrivere di giornalismo finanziario il percorso di laurea in economia sarà sicuramente la scelta migliore per te!

Percorso di studi dopo l'università

Lo step successivo per diventare giornalista prevede due soluzioni.

- Iscrizione ad una scuola di giornalismo. Potrai scegliere di iscriverti ad una Scuola di Giornalisco e seguire uno dei Corsi di Giornalismo attivi in Italia. Questi corsi dalla durata di due anni sono strutturati come dei Master e ti permetteranno di acquisire tutte le competenze pratiche per il lavoro di giornalista.

- Il praticantato. In alternativa potrai svolgere 18 mesi di praticantato i quali dovranno essere continuativi ed in una redazione il cui direttore, alla fine, dovrà rilasciare una dichiarazione di avvenuta collaborazione.

Come diventare giornalista: il corso dell'Ordine

Entrambi questi percorsi ti permetteranno di partecipare ai corsi di giornalismo erogati dall'Ordine dei Giornalisti. Questi sono corsi obbligatori della durata di 45 ore e sono organizzati in tutta Italia dagli ordini delle diverse regioni o a Fiuggi dal Consiglio Nazionale dei Giornalisti.

Come diventare giornalista: l'esame di idoneità

L'esame in questione è diviso in due prove:

  • Prova scritta, suddivisa in tre verifiche ovvero sintesi di un articolo, test di attualità e redazione di un testo giornalistico.
  • Prova orale, sui temi della deontologia professionale, delle tecniche giornalistiche e delle leggi che regolano la professione.

Come diventare giornalista: l'iscrizione all'albo

A questo punto potrai finalmente iscriverti all'Albo dei Giornalisti e diventare un giornalista pubblicista o professionista. Come ben saprai, infatti, i ruoli del giornalista possono essere differenti. Scopriamo quindi le tue possibilità lavorative!

Come diventare giornalista professionista

A questo punto ti sarà possibile iscriverti all'albo dei giornalisti professionisti potrai quindi diventare giornalista professionista a patto che tu abbia non meno di 21 anni. In questo caso svolgerai la professione giornalistica in modo esclusivo e continuativo. Ciò vuol dire che quello del giornalista dovrà essere la tua unica occupazione professionale.

Come diventare giornalista pubblicista

Il giornalista pubblicista è invece colui che può esercitare altre professioni, oltre a quella del giornalista, ma svolge comunque la prestazione giornalistica in modo non occasionale. Per iscriverti all'albo dei pubblicisti ci sono alcune condizioni necessarie:

  • avere più di 18 anni
  • aver svolto per due anni il lavoro di giornalista in modo non occasionale
  • avere all'attivo almeno 60 - 70 articoli pubblicati su giornali e periodici

Come diventare giornalista freelance In ultimo il giornalista freelance è colui che lavora come giornalista in modo autonomo e indipendente. Non sarai vincolato ad orari di lavoro e potrai ovviamente svolgere altre professioni in contemporanea alla tua carriera di

Da grande farò…il vivaista

#SPUNTIDIFANTASIA! Alla scoperta delle professioni

Chi è e cosa fa: Se sei appassionato di piante, fiori, semi, bulbi, ami il verde ti piace lavorare all'aria aperta con mansioni manuali e concrete….. questo è l'articolo che fa per te.
Il vivaista è quella figura professionale che si colloca a metà tra l'agricoltura e la vendita al dettaglio. Il vivaista è colui che gestisce il vivaio, si occupa della coltivazione e produzione su scala industriale di alberi, fiori, piante, semi e bulbi destinati alla vendita. Le piante vengono prodotte in maniera intensiva in strutture specifiche come vivai e serre, ovvero degli ambienti protetti che permettono di svolgere l'attività durante ogni periodo dell'anno e con qualsiasi condizione climatica.

Esistono diverse tipologie di vivaisti: Molto spesso i vivai si specializzano in alcuni ambiti definiti di coltivazioni, e generalmente possono essere raggruppati in quattro categorie:
vivaismo ornamentale, specializzato nella coltivazione di piante ornamentali.

• Vivaismo frutticolo: vivai in cui si producono le varie piante da frutto, delle viti e degli olivi.
• Vivaismo orticolo: in cui si sviluppano le piantine delle varie specie orticole, che poi vanno trapiantate in campo o in serra.
• Vivaismo forestale: vivai in cui si producono varie essenze e piante forestali, spesso auctoctone. per la loro specializzazione si trovano normalmente in zone di collina, montane e/o parchi.


I compiti del vivaista: I compiti di un vivaista consistono principalmente nel seguire la crescita di fiori, piante e alberi, partendo dallo stato di semi o bulbi, ma anche attraverso innesti e talee fino ad arrivare allo sviluppo completo, ovvero fino al momento in cui può passare alla vendita del prodotto.
I compiti possono essere riassunti in:
• Svolgere giorno per giorno le operazioni di cura delle piante che crescono nel vivaio innaffiarle, somministrare il fertilizzante ecc..
• Effettuare gli interventi di potatura, innesto, trapianto, invasamento e quant’altro per la propagazione delle piante.
• Eseguire i trattamenti antiparassitari e fitosanitari per salvaguardare le piante dai danni di insetti e parassiti.
• Seguire il calendario dei lavori, assecondando per tutti i tipi di coltivazione i naturali cicli di crescita e sviluppo.
• Mantenere sotto controllo le condizioni ambientali del vivaio e della serra, intervenendo per correggerle quando necessario.
• Effettuare le operazioni finalizzate alla vendita, all’ingrosso oppure al dettaglio, dei vari prodotti del vivaio.
• Eseguire le normali operazioni di manutenzione dei macchinari e delle attrezzature di lavoro.


Formazione: Per chi intende gestire il vivaio deve essere in possesso di un diploma tecnico a indirizzo agraria, agroalimentare e agroindustria.
Come:
I.T.A.S.Bocchialini | Parma I.T.I.S.Galilei | S.Secondo Parmense

Per una migliore preparazione è possibile frequentare dei corsi di specializzazione oppure conseguire una laurea tra le seguenti:
• Scienze e tecnologie agro-alimentari
• Scienze e tecnologie agrarie e forestali
• Scienze e tecnologie alimentari
• Scienze e tecnologie agrarie
• Biotecnologie agrarie
per chi intende lavorare presso un vivaio è sufficiente la qualifica di operatore agricolo di tre o cinque anni presso un istituto professionale come:
IIS Zappa-Fermi | Bedonia IIS Magnaghi-Solari | Fidenza
È possibile anche frequentare degli specifici corsi professionali in vivaismo e giardinaggio.

Sbocchi professionali: Se si è in possesso di una certa indole imprenditoriale e si ha la possibilità di reperire risorse, può considerare l'idea di lavorare autonomamente. Conviene però sempre prima fare un po di esperienza cercando lavoro nei diversi vivai, intraprendendo un percorso che parte dal ricoprire posizioni come aiutante, in maniera da ricevere una formazione direttamente sul lavoro. In questa maniera si può subito iniziare a svolgere quelle mansioni che richiedono meno specializzazione.
Altri compiti che vengono affidati a chi ha meno esperienza sono quelli di accoglienza della clientela, ricoprendo le mansioni da commesso.

Rubrica a cura di: Ramona

L'Ombra del Vento - Carlos Ruiz Zafòn

#IORESTOACASA...con Fantasia! - Consigli di lettura

Ciao a tutti, ecco il mio consiglio di lettura per questa settimana. Ci tengo a sottolineare che i libri da me suggeriti non sono dettati da numero di copie vendute, successo o altro; semplicemente sono letture che mi hanno emozionato, appassionato, e mi piace pensare che quello che ho provato io leggendoli lo possiate sentire anche voi. Quindi, procedo a parlarvi del libro della settimana!

Questa volta voglio parlarvi de L'Ombra del Vento, romanzo di Carlos Ruiz Zafòn, pubblicato circa 20 anni fa.

Trama:

Barcellona, 1945. Una mattina il propietario di un negozio di libri usati conduce il figlio undicenne Daniel in un luogo segreto, il Cimitero dei Libri Dimenticati, dove vengono sottratti all'oblìo migliaia di volumi di cui il tempo ha cancellato il ricordo. E qui Daniel entrerà in possesso di un libro "maledetto", che lo porterà in un mondo di misteri e intrighi legati alla figura di Juliàn Carax, autore del volume. Da quel momento emergono storie di amicizie, amori impossibili, e un segreto custodito in una villa abbandonata; e Daniel è totalmente coinvolto, anche perchè molti di questi fatti coincidono perfettamente con ciò che sta accadendo a lui...

Lo stile narrativo di Zafòn riesce a conquistarti piano piano, accompagnandoti in una Barcellona cupa e ricca di mistero, e per questo motivo tremendamente affascinante; ti ritrovi totalmente immerso nella lettura della vita dei personaggi della storia, sempre più incuriosito di venire a capo di tutti i misteri che si nascondono nel Cimitero dei Libri Dimenticati. 

Ideale per chi ama i romanzi che miscelano amore, amicizia, mistero e avventura.

Buona lettura!

Rubrica a cura di: Ramona

La verità sul caso Harry Quebert - Joel Dicker

#IORESTOACASA...con Fantasia! - Consigli di lettura

Ciao a tutti, in questo spazio voglio condividere con voi qualche consiglio su libri da leggere nel tempo libero; in particolare suggerirò dei libri che ho letto e che mi sono rimasti nel cuore, e che spero possano piacere anche a voi!

Oggi vi parlerò di un libro uscito già da qualche anno, il titolo è La verità sul caso Harry Quebert  di Joel Dicker.

Trama:

Estate, 1975. Nola Kellergan, una ragazzina di 15 anni, scompare misteriosamente nella tranquilla cittadina di Aurora, New Hampshire. Le ricerche della polizia non danno alcun esito.

Primavera 2008, New York. Marcus Goldman, giovane scrittore di successo, sta vivendo uno dei rischi del suo mestiere: è bloccato, non riesce a scrivere una sola riga del romanzo che da lì a poco dovrebbe consegnare al suo editore. Ma qualcosa di imprevisto accade nella sua vita: il suo amico e professore universitario Harry Quebert, uno degli scrittori più stimati d'America, viene accusato di avere ucciso la giovane Nora Kellergan. Il cadavere della ragazza viene infatti ritrovato nel giardino della villa dello scrittore, a Goose Cove, poco fuori Aurora, sulle rive dell'oceano. Convinto dell'inncoenza di Harry Quebert, Marcus Goldman abbandona tutto e va nel New Hampshire per condurre la sua personale inchiesta. Marcus, dopo oltre trent'anni deve dare risposta a una domanda: chi ha ucciso Nora Kellergan? E, naturalmente, deve scrivere un romanzo di grande successo. 

Il romanzo è incalzante, ricco di colpi di scena, tanto che non riesci a orientarti su un colpevole; la lettura è molto scorrevole, di quelle che ti tengono attaccata alle pagine fino all'ultima riga del racconto, tanta è l'adrenalina di scoprire anche tu, come Marcus, la verità sul caso Harry Quebert. E il finale è davvero sensazionale!

Joel Dicker ha uno stile di scrittura davvero fresco e piacevole; sempre dello stesso autore sono i romanzi Il libro dei Baltimore e La scomparsa di Stephanie Mailer.

p.s. - da questo libro è tratta anche l'omonima serie tv La verità sul caso Harry Quebert, con protagonista Patrick Dempsey.

Buona lettura!!